Passo della Caldarola

Il passo della Caldarola è un valico dell'Appennino ligure, situato in provincia di Piacenza, al confine tra i comuni di Bobbio e Alta Val Tidone, che mette in comunicazione la val Trebbia con la val Luretta.

Passo della Caldarola
Cartello posto in cima al passo
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Emilia-Romagna
Provincia  Piacenza
Località collegateVal Luretta
Val Trebbia
Altitudine747 m s.l.m.
Coordinate44°51′18.65″N 9°26′37.92″E / 44.855181°N 9.443867°E44.855181; 9.443867
Pendenza massima13,3%
LunghezzaVersante da Piozzano 13 km
Versante da Mezzano Scotti di Bobbio 12 km
Versante da Travo 11,8 km
Chiusura invernaleno
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Passo della Caldarola
Passo della Caldarola

Si trova lungo la strada provinciale 65 del Passo della Caldarola che collega San Gabriele di Piozzano, in val Luretta, con Mezzano Scotti di Bobbio, in val Trebbia[1], sul crinale che collega il monte Lazzaro (987 m s.l.m.) alla Pietra Parcellara. Il passo è inoltre raggiungibile da Travo, sempre in Val Trebbia, attraverso la strada provinciale 68 di Bobbiano, la cui asfaltatura nell'ultimo tratto è stata completata nel 2007[2], da questo versante, poco prima di raggiungere il passo, si transita nei pressi della base della Pietra Parcellara.

Il fondo stradale della strada provinciale 65 è quasi interamente asfaltato, tranne che per 2,5 km nel comune di Piozzano, nei pressi di Pomaro; questo è l'unico tratto di strada provinciale non asfaltato della provincia[3].

Durante la seconda guerra mondiale nella zona del passo si formarono diverse bande di partigiani, tra cui la Compagnia carabinieri patrioti, guidata dal tenente dei carabinieri Fausto Cossu, stabilitasi in località Alzanese[4], località chiamata anche La Sanese[5], nei pressi del passo, e la banda "Piccoli", guidata da Giovanni Molinari, stabilitasi sul monte Lazzaro. I dissapori tra le due bande sfociarono poi nella primavera del 1944 nell'uccisione in località Moiaccio di Pecorara da parte dei partigiani comandati Cossu, di quattro componenti della banda Piccoli, tra cui lo stesso Molinari[4].

Note modifica

  1. ^ Provincia di Piacenza - servizio edilizia, progettazione infrastrutture e grandi opere (PDF), su provincia.piacenza.it. URL consultato il 25 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 15 aprile 2016).
  2. ^ Boiardi inaugura la 'Bobbiano' ristrutturata, su www2.provincia.pc.it (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2016).
  3. ^ A. Anselmi, A Piozzano strade liberate dalla frana, in Libertà, 19 marzo 2011, p. 26.
  4. ^ a b Partigiani contro partigiani, pubblicato il documento su Cossu e la banda Piccoli, in PiacenzaSera, 25 maggio 2016.
  5. ^ Romano Repetti, Gli inizi del movimento partigiano in Val Tidone, su gracpiacenza.com. URL consultato il 3 gennaio 2021.

Voci correlate modifica

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