Pater Patriae

titolo onorifico nell'antica Roma

Pater Patriae (Padre della Patria) era un titolo onorifico conferito nell'antica Roma. La locuzione latina iscritta di solito sulle monete o su i monumenti imperiali era abbreviata epigraficamente come P.P. Il titolo non rappresentava una particolare magistratura e quindi non aveva carattere giuridico ma era solo un riconoscimento onorario ufficiale attribuito dallo Stato.

Augusto fu il primo imperatore romano che, a partire dal 2 a.C. venne onorato del titolo di pater patriae.[1]

Anche se conferito ad altri imperatori (alcuni come Tiberio non vollero mai accettarlo e Adriano lo accolse solo dopo due anni)[2] "pater patriae" non costituì il loro titolo ufficiale, come non lo erano i titoli di "Augustus" o "princeps". Perciò dal suo conferimento non derivavano particolari effetti giuridici.[3]

Beneficiari del titolo in epoca romana modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia romana.

Agli imperatori veniva generalmente attribuito l'appellativo di Sancte pater di solito riservato agli dei.[4]

Il titolo di pater patriae, riconosciuto dai Romani a Romolo e a Marco Furio Camillo,[5] fu assegnato poi dal Senato nel 2 a.C., per i meriti nei confronti dello Stato, a Ottaviano Augusto,[6] che lo fece attribuire anche a Gaio Giulio Cesare (già parens patriae nel 49 a.C.). Il titolo per Augusto doveva rappresentare il riconoscimento politico dei valori del principato augusteo.[7] Svetonio racconta che inizialmente fu la plebe romana ad attribuirglielo, in seguito, poiché lo rifiutava, una folla considerevole, coronata di lauro, glielo richiese mentre entrava ad uno spettacolo in Roma. Ed infine fu la volta del Senato nella curia, con portavoce Valerio Messala che, a nome di tutti, gli disse:[1]

«Le mie parole siano di buon auspicio e di felicità a te e la tua famiglia, Cesare Augusto! Così noi riteniamo di invocare eterna prosperità e gioia eterna per la Res publica: il Senato, con il consenso del popolo romano, ti saluta pater patriae (padre della patria).»

A Messalla Augusto rispose con le lacrime agli occhi:[1]

«Avendo ottenuto quanto avevo desiderato dai miei voti, padri coscritti, che altro potrei chiedere agli dei immortali se non che possa vedere questo vostro accordo mantenersi fino all'ultimo giorno della mia vita?»

Dello stesso titolo si valsero come valore ideologico del loro potere soprattutto gli imperatori della dinastia Flavia.[8] Il titolo risulta attribuito anche a Traiano come risulta da varie iscrizioni apposte su monumenti costruiti durante il suo impero, come dalla cosiddetta "Tabula Traiana" che celebra la costruzione della strada militare che conduceva al ponte sul Danubio voluto dall'imperatore.[9] Incerta l'attribuzione del titolo a Cicerone per aver scoperto e denunciato la congiura di Catilina.[10]

Il titolo nei tempi successivi modifica

 
Ritorno del Re di Sassonia Federico Augusto dalla prigionia il 7 giugno 1815 salutato a Dresda con la scritta "Salve Pater patriae"
 
Le immagini dei quattro padri della Patria, proiettate sulla rocca di San Felice sul Panaro, in occasione del centocinquantenario dell'Unità d'Italia

Nelle epoche successive il titolo di "Padre della Patria" compare nelle storie celebrative nazionali come un attributo onorario riferito, solitamente postumo, a grandi personaggi che, secondo un'opinione non sempre storiograficamente comprovata, contribuirono in modo rilevante alla storia della nazione, se non alla sua stessa edificazione.

Bolivia, Colombia, Ecuador, Panama, Perù, Venezuela modifica

Il padre della Patria di questi sei paesi è Simón Bolívar.

Albania modifica

Giorgio Skanderbeg è il padre della Patria albanese. Le sue gesta ispirarono nei secoli le rapsodie, la letteratura, le arti e mantennero vivo negli albanesi lo spirito di libertà.

Argentina, Perù e Cile modifica

Questi paesi onorano come Padre della Patria il militare José de San Martín, che combatté per l'indipendenza di Argentina, Cile e Perù.[11]

Bangladesh modifica

Alla guida della Lega Awami, Sheikh Mujibur Rahman fu primo ministro del Bangladesh dopo l'indipendenza del Bangladesh ed è perciò considerato padre della Patria bengalese.

Italia modifica

In epoca preunitaria, il titolo di "padre della Patria" fu attribuito in Firenze, nel 1465, a Cosimo de' Medici, a un anno dalla sua morte; in questo caso per patria si deve intendere la Repubblica di Firenze. La Signoria e il popolo decisero di rendere onore a Cosimo con l'iscrizione Pater patriæ sulla lastra della sua tomba realizzata dal Verrocchio.[12]

Dopo l'unità d'Italia, l'epiteto di Padre della Patria fu attribuito ai quattro uomini che animarono il Risorgimento: Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini, Camillo Benso di Cavour e Vittorio Emanuele II.[13]

Vittorio Emanuele II, primo re d'Italia, ebbe anche un'investitura ufficiale di tale appellativo, quando anche in occasione del trasporto e del funerale al Pantheon, fu apposta una scritta che copre il fregio esterno del sepolcro che recita "A Vittorio Emanuele Il Padre della Patria".[14] Lo stesso epiteto era nelle motivazioni per l'erezione del monumento nazionale che da lui prende il nome di Vittoriano, sito a Roma, in Piazza Venezia.[15]

Russia modifica

Nel 1721 il senato e il sinodo russo conferirono allo zar Pietro I il titolo di Imperatore e Padre della Patria dopo la pace di Neustadt.[16]

Note modifica

  1. ^ a b c SvetonioAugustus, 58.
  2. ^ Anthony Birley. Marcus Aurelius: A Biography, Yale University Press: New Haven, CT, 1987, p. 57.
  3. ^ Francesco De Martino, Storia della Costituzione romana, Volume 4, Edizioni Eugenio Jovene, 1974, p.221
  4. ^ E. Dickley, Latin Forms of address from Plautus to Apuleius, p.137 (In Valerii Flacci Argonautica I, commento di Daniela Galli, editore Walter de Gruyter, 2007, p.43
  5. ^ «Livio (V, 49) presenta Marco Furio Camillo, l'espugnatore di Veio, nominato dictator per la guerra contro i Galli, che, al rientro a Roma, venne chiamato un secondo Romolo: Romulus ac pater patriae conditorque alter urbis haud uanis laudibus appellabatur» (In Gian Guido Belloni, Le antichità romane: l'uomo romano : affermazione del dominio e fermenti dello spirito, Istituto nazionale di studi romani, Cappelli, 1996 p.33)
  6. ^ Enciclopedia Treccani alla voce "Pater patriae"
  7. ^ E. Paratore, Lucano e la concezione del pater patriae in Romanae Litterae, Roma 1976, pp.598, 599
  8. ^ K.Scott, The imperial cult under Flavians, p.133
  9. ^ Romano Impero.com
  10. ^ «A. Dicono ancora di Cicerone, che gli diedero vn' altra corona ci uîca per hauere fcoperta la congiuratione di Catilina, & altri dicono che fu chiamáto Pater Patriae» in Antonio Agustín, Sada, Conservatoire des arts Dialoghi di D. Antonio Agostini arcivescovo di Tarracona intorno alle Medaglie, Inscrittioni et altre Antichità, ed. Filippo De' Rossi, 1650 p.281
  11. ^ (ES) El homenaje al Padre de la Patria une a todo el país [collegamento interrotto], in La Nación, 17 agosto 2000. URL consultato il 16 luglio 2011.
  12. ^ George Frederick Young, I Medici, a cura di Giuseppina Taddei Saltini, Firenze, Salani, 1987, p. 107
  13. ^ Roland Sarti, Giuseppe Mazzini e la tradizione repubblicana, in Almanacco della Repubblica: storia d'Italia attraverso le tradizioni, le istituzioni e le simbologie repubblicane, Pearson, 2003, ISBN 978-88-424-9499-7. Romano Ugolini, Cento anni del Vittoriano 1911-2011, Gangemi editore, p. 52, ISBN 978-88-492-9560-3. Francesco Perfetti, I padri della Patria, in Quaderni del Dipartimento di Scienze Politiche Università Cattolica del Sacro Cuore, numero 2, 2011.
  14. ^ Sito Comune di Roma, su turismoroma.it (archiviato dall'url originale il 24 novembre 2011).
  15. ^ Domenico Palombi, Rodolfo Lanciani: l'archeologia a Roma tra Ottocento e Novecento, ed. L'erma di Bretschneider, 2006 p.75
  16. ^ Giuseppe Francesco Baruffi, Bonafous, Bibliothèque du Palais des Arts, Pellegrinazioni autunnali ed opuscoli, Tipografia Cassone & Marzorati, 1841 p.77

Collegamenti esterni modifica

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