Peste di San Carlo

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È chiamata peste di San Carlo la terribile pestilenza che colpì il territorio milanese nel biennio 1576-1577.

Peste di San Carlo
epidemia
OrigineMilano
LuogoDucato di Milano
Nazione coinvoltaItalia
Periodo1576 -
1577
Dati statistici[1]



Chiesa di San Tomaso in Terramara, a Milano: nella cappella dell'Immacolata una lapide riporta le iscrizioni latine della vicina chiesetta di San Nazaro in Pietrasanta, demolita nel 1888 e da cui proviene la statua dell'Immacolata, incoronata d'argento nel 1578 da san Carlo Borromeo come ex voto per avere scacciato la peste.

Il contagio si verificò durante l'episcopato milanese di san Carlo Borromeo che, proprio nel 1576, aveva ottenuto l'estensione a Milano del giubileo romano dell'anno precedente.[2] Grande fu l'affluenza a Milano dei fedeli provenienti dalle località circostanti, ma il giubileo milanese durò solo poche settimane: il 17 aprile il governatore spagnolo Antonio de Guzmán, preoccupato per i casi di peste verificatisi a Venezia e Mantova, limitò prima i pellegrinaggi in città vietandoli poi definitivamente quando a luglio si registrarono i primi episodi anche a Milano e l'11 agosto la pestilenza divenne conclamata. Mentre il governatore spagnolo e i notabili lasciavano la città per luoghi ritenuti più salubri, l'arcivescovo, allora a Lodi, rientrò subito a Milano e da quel momento, con l'autorità della sua carica e simbolo del cristianesimo militante, si prodigò con ogni mezzo per portare soccorso agli ammalati divenendo l'"unico refrigerio" di Milano appestata.

La peste di San Carlo è citata nel capitolo XXXI de I promessi sposi di Alessandro Manzoni come antecedente di quella, ben più grave e descritta nel romanzo stesso, abbattutasi in Lombardia nel 1630, quando arcivescovo di Milano era il cardinal Federico Borromeo, cugino dello stesso san Carlo.

La peste di San Carlo è stata raffigurata dal pittore Cesare Nebbia in un famoso affresco eseguito nel 1604 nel salone principale del palazzo dell'Almo Collegio Borromeo di Pavia.

Note modifica

  1. ^ Numero complessivo di casi confermati e sospetti.
  2. ^ Moreno Vazzoler, Il giubileo di San Carlo Borromeo. Milano, 1576. Vicende, episodi e curiosità nel cuore del secondo millennio, Milano, Di Baio, 1999. ISBN 88-7080-826-2.

Bibliografia modifica

  • Federico A. Rossi di Marignano, Carlo Borromeo. Un uomo, una vita, un secolo, Milano, Mondadori, 2010, pp. 284–315, ISBN 978-88-04-60283-5.

Voci correlate modifica