Phyteuma humile

specie di pianta

ll raponzolo del Carestia (nome scientifico Phyteuma humile Schleich., 1810) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Campanulaceae.[1][2]

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Raponzolo del Carestia
Phyteuma_humile
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Campanulaceae
Sottofamiglia Campanuloideae
Genere Phyteuma
Specie P. humile
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Campanulales
Famiglia Campanulaceae
Sottofamiglia Campanuloideae
Genere Phyteuma
Specie P. humile
Nomenclatura binomiale
Phyteuma_humile
Schleich., 1810

Etimologia modifica

Il nome generico (Phyteuma), utilizzato per la prima volta da Dioscoride (Anazarbe, 40 circa – 90 circa) medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell'imperatore Nerone, deriva dalla parola greca "phyto" (= pianta) e significa: "ciò che è piantato"[3], mentre L'epiteto specifico (humile) deriva dal latino "humilis" e significa "di bassa crescita, in prossimità del suolo".[4][5]
Il binomio scientifico della pianta di questa voce è stato proposto dal botanico tedesco Johann Christoph Schleicher (1768-1834) nella pubblicazione ""Le Guide du Botaniste qui voyage dans le Valais: avec un catalogue des plantes de ce pays et de ses environs, auquel on a joint les lieux de naissance et l'époque de la fleuraison pour chaque espèce. Lausanne - 84. 1810" del 1810.[6] Il nome comune "raponzolo del Carestia" è stato dato in ricordo di G.A. Carestia (1769 - 1833), medico e botanico a Novara.[7]

Descrizione modifica

 
Habitat e habitus

Queste piante arrivano al massimo ad una altezza di 5 – 13 cm. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Gli scapi sono semplici e indivisi. Queste piante contengono lattice.[7][8][9][10]

Radici modifica

Le radici sono secondarie da rizoma.

Fusto modifica

  • Parte ipogea: la parte sotterranea è un rizoma.
  • Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta e indivisa.

Foglie modifica

 
Le foglie

Le foglie basali sono numerose e hanno forme lineari allungate (sono lunghe quanto lo scapo) con apice leggermente allargato, alla base sono progressivamente ristrette e terminano senza un picciolo ben differenziato, sono inoltre (sempre alla base) acutamente dentate; quelle cauline sono più ridotte (generalmente è presente una sola foglia caulina). Dimensione delle foglie basali: larghezza 1 mm; lunghezza 40 – 60 mm. Dimensione delle foglie cauline: larghezza 1 mm; lunghezza 20 mm.

Infiorescenza modifica

Le infiorescenze sono formate da diversi fiori raccolti in un capolino più o meno sferico. L'infiorescenza è sottesa da diverse brattee (5 - 8) con forme triangolari-acuminate (in lunghezza superano il capolino); in generale la forma delle brattee consiste in una porzione basale allargata e dentata ed una lunga punta lineare dentata. Diametro del capolino: 1,5 – 3 cm. Dimensioni delle brattee maggiori: larghezza 2 – 5 mm; lunghezza 10 – 45 mm.

Fiore modifica

I fiori sono tetra-ciclici, ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo (in questo caso il perianzio è ben distinto tra calice e corolla) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono gamopetali (i petali sono riuniti all'apice), ermafroditi e attinomorfi.

  • Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
K (5), C (5), A (5), G (2-5), infero, capsula
  • Calice: il calice è un tubo campanulato, saldato all'ovario.
  • Corolla: la corolla è incurvata e colorata di violetto, ed è lunga circa 10 mm.
  • Androceo: gli stami sono 5 con antere libere (ossia saldate solamente alla base) e filamenti sottili ma membranosi (pelosi) alla base. La deiscenza delle antere è longitudinale. Il polline è 4-porato e spinuloso (esina irta di punti). Gli stami sporgono dalle aperture laterali della corolla.
  • Gineceo: lo stilo è unico con 3 stigmi. L'ovario è infero, 2-3-loculare con placentazione assile (centrale), formato da 3 carpelli (ovario sincarpico). Lo stilo, sporgente dalla corolla, possiede dei peli per raccogliere il polline. Le superfici stigmatiche sono posizionate sulla faccia superiore degli stigmi.
  • Fioritura: da luglio ad agosto.

Frutti modifica

I frutti sono delle capsule poricide 3-loculari; la deiscenza avviene tramite 2 - 3 pori situati nella parte laterale. I semi sono molto numerosi, minuti e lisci

Riproduzione modifica

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama con api e farfalle anche notturne). In queste piante è presente un particolare meccanismo a "pistone": le antere formano un tubo nel quale viene rilasciato il polline raccolto successivamente dai peli dallo stilo che nel frattempo si accresce e porta il polline verso l'esterno.[9]
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento, essendo molto minuti e leggeri – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat modifica

 
Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[11] – Distribuzione alpina[12])

Fitosociologia modifica

Dal punto di vista fitosociologico Phyteuma humile appartiene alla seguente comunità vegetale:[12]

Formazione: delle comunità delle fessure, delle rupi e dei ghiaioni
Classe: Asplenietea trichomanis
Ordine: Androsacetalia vandellii
Alleanza: Androsacio vandellii
Sotto-alleanza: Androsacenion vandellii

Tassonomia modifica

La famiglia di appartenenza del Phyteuma humile (Campanulaceae) è relativamente numerosa con 89 generi per oltre 2000 specie (sul territorio italiano si contano una dozzina di generi per un totale di circa 100 specie); comprende erbacee ma anche arbusti, distribuiti in tutto il mondo, ma soprattutto nelle zone temperate. Il genere di questa voce appartiene alla sottofamiglia Campanuloideae (una delle cinque sottofamiglie nella quale è stata suddivisa la famiglia Campanulaceae) e comprende una trentina di specie 16 delle quali sono presenti sul territorio italiano.
Il Sistema Cronquist assegna il genere Phyteuma alla famiglia delle Campanulaceae e all'ordine delle Campanulales mentre la moderna classificazione APG la colloca nell'ordine delle Asterales (stessa famiglia). Sempre in base alla classificazione APG sono cambiati anche i livelli superiori (vedi tabella all'inizio a destra).

Sinonimi modifica

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[13]

  • Phyteuma carestiae Biroli
  • Phyteuma humile var. humillimum A.DC.
  • Phyteuma linearifolium Biroli ex Colla

Specie simili modifica

Una specie molto simile è il Phyteuma hemisphaericum L. - Raponzolo alpino. Quest'ultimo si differenzia per la base delle foglie cauline e delle brattee priva di denti acuminati e per il capolino lievemente più piccolo. Inoltre sia le foglie basali che le brattee in genere non superano il capolino.

Altre notizie modifica

Il raponzolo di Carestia in altre lingue è chiamato nei seguenti modi:

  • (DE) Niedrige Rapunzel
  • (FR) Raiponce naine

Note modifica

  1. ^ (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 21 gennaio 2021.
  3. ^ David Gledhill 2008, pag. 302.
  4. ^ David Gledhill 2008, pag. 105.
  5. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 19 settembre 2014.
  6. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 19 settembre 2014.
  7. ^ a b Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 708.
  8. ^ Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 45.
  9. ^ a b Judd 2007, pag. 516.
  10. ^ Motta 1960, Vol. 3 - pag. 318.
  11. ^ Conti et al. 2005, pag. 142.
  12. ^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 340.
  13. ^ The Plant List - Checklist Database, su theplantlist.org. URL consultato il 19 settembre 2014.

Bibliografia modifica

  • David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 20 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 2, Bologna, Edagricole, 1982, pag. 708, ISBN 88-506-2449-2.
  • Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales. Pag 45, Berlin, Heidelberg, 2007.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2, Bologna, Zanichelli, 2004, pag. 340.
  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 3, 1960, pag. 318.

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