Pietro Botto (scultore)

scultore italiano

Pietro Botto (Savigliano, XVI secoloSavigliano, 1662) è stato uno scultore e intagliatore italiano.

Biografia modifica

Pietro Botto fece parte di una famiglia d'intagliatori piemontesi del XVII secolo, originari di Savigliano.[1] [2]

Non si posseggono molte informazioni riguardanti la vita privata e il percorso di formazione dell'artista Pietro Botto.[1]

I documenti storici riferiscono che Pietro Botto fu attivo in Torino già nel 1603, e assieme al fratello Giorgio Botto dal 1608, ma lavorarono anche in molte altre località, soprattutto nel cuneese, per la Confraternita della Misericordia di Savigliano.[1][2]

Negli anni 1628-1630, Pietro Botto operò per conto del cardinale Maurizio di Savoia,[1] che lo nominò 'Gentiluomo di Artiglieria'.[3]

Assieme al fratello Giorgio, nel 1629 realizzò stalli corali, banchi, confessionali per la chiesa di San Pietro di Savigliano.[1][2][4]

Intorno al 1630 si attivò a Cherasco per eseguire statue e pala d'altare al Carmine, ma subito dopo rientrò a Savigliano.

Nel 1638 lavorò al servizio di Cristina di Borbone-Francia, aiutato dai figli Bartolomeo e Francesco.[1]

Intorno al 1653 Botto eseguì, nella cappella di Nostra Signora dell'Apparizione a Savigliano, un trittico e il celebre trono, il carro trionfale, il padiglione e la statua della Fama, usati in quell'anno per l'incoronazione di Nostra Signora del Rosario.[2]

Pietro 'primo scultore in legno' morì nel 1662, due anni dopo aver realizzato il leggio del duomo di Chieri e dopo un'intensa e impegnativa collaborazione alla decorazione della reggia, concretizzata nei soffitti della sala del trono e della sala del consiglio,[1] oltre che a numerosi palazzi reali e nobili di Torino, Savigliano, Chieri e Cherasco,[2] tra i quali il Palazzo di San Giovanni, il Palazzo “Nuovo”, Il Valentino, la Vigna di Madama Reale.[3]

Per conto della Casa Savoia realizzò numerose opere, quali mobili e cornici, soffitti intagliati e porte, candelabri e balaustre, rivestimenti di intere stanze ed apparati decorativi per feste e ricorrenze, ma anche pregevoli statue, come quelle, per il Cardinale Maurizio, del Beato Amedeo e di san Luigi di Francia.[3]

Per quanto riguarda lo stile di Pietro Botto, autorevole è il giudizio della storica dell'arte Barbara Antonetto che scrisse: «Caratteristica di Pietro Botto, che trasmise al fratello e ai figli sono il modello e la sensibilità tardo-manieristici. L'intaglio è ricchissimo e quasi sempre di elevata qualità tecnica, l'invenzione decorativa appare continuamente variata, e il risultato è fra i più significativi dell'arte dell'intaglio ligneo piemontese nel secolo XVII.»[3]

Opere modifica

  • Gesù Crocifisso, chiesa di San Pietro di Savigliano (1629);
  • Statua della Vergine, chiesa di San Pietro di Savigliano (1629);
  • Statua di San Giovanni, chiesa di San Pietro di Savigliano (1629);
  • Coro ligneo barocco, chiesa di San Pietro di Savigliano (1629);
  • Stalli corali, banchi, confessionali, chiesa di San Pietro di Savigliano (1629);
  • Pala d'altare, Carmine di Cherasco (1630);
  • Statue San Rocco e San Sebastiano, Carmine di Cherasco (1630);
  • Leggio, duomo di Chieri (1660);
  • Sculture e varie opere per i palazzi reali e nobili di Torino, Savigliano, Chieri e Cherasco.
  • Cassa dell'organo della chiesa di Mongrando San Rocco, proveniente dal demolito convento di San Domenico di Biella Piazzo.

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g Botto, in le muse, II, Novara, De Agostini, 1964, p. 381.
  2. ^ a b c d e Rosalba Amerio Tardito, Botto, Pietro, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 13, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1971. URL consultato il 12 luglio 2020.
  3. ^ a b c d Sei secoli di arte nel Duomo di Chieri, su 100torri.it. URL consultato il 12 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2020).
  4. ^ Touring Club Italiano, Piemonte (non compresa Torino), su books.google.it. URL consultato l'11 luglio 2020.

Bibliografia modifica

  • F. Bartoli, Notizia delle pitture,sculture..., Venezia, 1776, pp. 19, 42.
  • M. Bernardi, Il Palazzo reale..., Torino, 1959, pp. 45,58.
  • A. Bosio, Memoria storico-artistica del duomo di Chieri, Chieri, 1880, pp. 36,80,250,272.
  • (DE) A. Griseri, La metamorfosi del Barocco, Torino, Insel, 1967, p. 169.
  • L. Mallé, Mostra del Barocco Piemontese (catalogo), II, Torino, 1963, pp. 5,8,29.
  • A. Midana, L'arte del legno in Piemonte, Torino, 1924, p. 54.
  • A. Pedrini, Il mobilio... nei secc. XVII e XVIII in Piemonte, Torino, 1953, pp. 3,262.
  • C. Rovere, Descrizione del Reale palazzo..., Torino, 1858.
  • (DE) U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, Lipsia, p. 423.
  • C. Turletti, Storia di Savigliano, II, Savigliano, 1887, pp. 804-806.

Voci correlate modifica

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