Pietro Ferraro (militare)

partigiano e imprenditore italiano

Pietro Ferraro (Venezia, 1908Roma, 1974) è stato un partigiano e imprenditore italiano, medaglia d'oro al valor militare.

Biografia modifica

Dirigente in una azienda di componenti bellici, viene esonerato dal prestare servizio militare. Dopo l'Armistizio di Cassibile, Pietro Nenni lo mette in contatto con l'OSS statunitense e dal luglio 1944 viene paracadutato in Veneto dove attiva un ufficio informazioni formato da quattro radiotrasmittenti, con le quali vengono messi in contatto gli alleati con le forze partigiane della sul campo della Resistenza veneta. Il nome in codice della missione è Margot Hollis[1].

Dopoguerra modifica

Dopo la liberazione ritorna alla sua attività di dirigente, ha lavorato nel Cotonificio di San Giusto, diventa imprenditore della Cartiere Timavo.

Onorificenze modifica

«Tra i primi organizzatori della resistenza armata contro il tedesco invasore, attraversava le linee di combattimento per collegarsi col Comando alleato in Italia. Successivamente, aviolanciato in territorio occupato per un'importante missione, si poneva animosamente al lavoro, affrontando continui rischi, trasfondendo nei collaboratori il più elevato spirito di sacrificio e mettendo in funzione una complessa organizzazione che abbracciava l’intera regione veneta. Accanitamente ricercato dal nemico, persisteva fino alla liberazione nella sua opera attiva, decisa e coraggiosa, infliggendo duri colpi al nemico nelle sue retrovie e disorganizzandone a più riprese l’efficienza. Nella fase finale, in collaborazione con formazioni di patrioti, otteneva dal Comando tedesco di Venezia che la città e il porto venissero lasciati intatti. Concludeva così, attraverso rischi di ogni sorta, l’importante missione affidatagli, portando un grande contributo alla liberazione del Veneto.[2]
— Veneto, luglio 1944- maggio 1945.

Note modifica

  1. ^ [1] Archiviato il 5 marzo 2016 in Internet Archive. Istituto veneto della storia della resistenza - scheda - visto 9 marzo 2009
  2. ^ [2] Quirinale - scheda - visto 9 marzo 2009

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