Pietro Piacentini

aviatore e generale italiano (1898-1963)

Pietro Piacentini (Varmo, 26 novembre 1898Como, 25 novembre 1963) è stato un generale e aviatore italiano, decorato con quattro Medaglie d'argento ed una di bronzo al valor militare, e con la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia. Tra il 19 giugno e il 12 dicembre 1944 ricoprì l'incarico di Ministro dell'aeronautica nel governo Bonomi II, assumendo nel contempo anche la carica di Capo di stato maggiore dell'Aeronautica Militare.

Pietro Piacentini

Ministro dell'aeronautica del Regno d'Italia
Durata mandato18 giugno 1944 –
10 dicembre 1944
MonarcaVittorio Emanuele III d'Italia
Capo del governoIvanoe Bonomi
PredecessoreRenato Sandalli
SuccessoreCarlo Scialoja
Pietro Piacentini
NascitaVarmo, 26 novembre 1898
MorteComo, 25 novembre 1963
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
Aeronautica Militare
ArmaArtiglieria
SpecialitàBombardamento
GradoGenerale di squadra aerea
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
Seconda guerra mondiale
Comandante diCapo di stato maggiore dell'Aeronautica Militare
Decorazionivedi qui
dati tratti da Ordine Militare d'Italia 1911-1964[1]
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Biografia modifica

Nacque a Varmo il 26 novembre 1898.[2] Arruolatosi nel Regio Esercito nel pieno della prima guerra mondiale, nel novembre 1917 fu nominato sottotenente di complemento dell'arma di artiglieria.[2] Assegnato al corpo di spedizione italiano in Macedonia, dopo la fine del conflitto proseguì la carriera militare presso l'8º Reggimento di artiglieria da fortezza, il 2º Raggruppamento artiglieria da montagna che era stato mobilitato per Salonicco, il 34º Reggimento artiglieria da campagna ed il 3º Reggimento artiglieria.[2]

Nell'agosto 1920 entrò in servizio permanente effettivo con il grado di tenente, ed appassionatosi al mondo dell'aviazione conseguì il brevetto di pilota nell'ottobre 1922, e di pilota militare nel febbraio 1923.[2] Il 16 ottobre dello stesso anno, abbandonò il Regio Esercito transitando nella neocostituita Regia Aeronautica.[2]

Fra il 1923 ed il 1937 ricoprì diversi incarichi presso il Centro aviazione caccia di Ghedi, l’aviazione del Regio corpo truppe coloniali della Cirenaica, il 21º Stormo, il 19º Stormo, il 13º Stormo, il 3º Stormo Caccia Terrestre, il 9º Stormo Bombardamento Terrestre,[2] nonché presso la Regia Accademia Aeronautica di Caserta e la Scuola di guerra aerea di Firenze.[2] Al 15 gennaio 1936 divenne comandante del XXIX Gruppo, al cui comando partecipò alla guerra d'Etiopia.

Tra il luglio 1937 e il dicembre 1939 ricoprì l'incarico di Sottocapo di stato maggiore[3] del Comando aeronautica dell'Africa Orientale in A.O.I.. Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, partecipò alle operazioni belliche contro gli inglesi, cadendo prigioniero ad Assab[3] nel giugno 1941. Trasferito in un campo di prigionia in Kenya, venne poi mandato in India,[3] e dopo la firma dell'armistizio dell'8 settembre 1943, nel dicembre dello stesso anno rientrò in Italia, assumendo il 27 dello stesso mese il comando dell'Unità Aerea dell'Aeronautica Cobelligerante Italiana.[2]

Il 19 giugno 1944 fu nominato uno dei Ministro dell'aeronautica nel governo Bonomi II, assumendo nel contempo anche la carica di Capo di stato maggiore,[2] con il grado di generale di divisione aerea.[2] La caduta del governo Bonomi, e il mutato scenario politico decretarono la fine della sua carriera.[3] Dopo la fine della guerra fece parte della Consulta nazionale, aderendo in seguito al Partito Socialista Italiano.[3] Si spense a Como il 25 novembre 1963.[2]

Onorificenze modifica

«Comandante di un Settore Aeronautico dell'Impero, con opera attiva, appassionata e previdente, completava e perfezionava l'organizzazione logistica del territorio alle proprie dipendenze, rendendola perfettamente adeguata alle prevedibili esigenze belliche. Durante sei mesi di operazioni belliche impiegava le forze dipendenti con criterio, perfetta visione della situazione, tempestività, ottenendo in ogni circostanza il massimo rendimento, ed efficacia di azione. Pilota di eccezionale abilità, coraggioso e sereno, sempre d'esempio ai dipendenti, li trascinava prendendo personalmente il comando delle formazioni per le più ardite imprese, fra le quali l'attacco a volo radente del campo di Gjedaref dove undici apparecchi nemici venivano incendiati al suolo. Cielo dell'Impero, giugno-dicembre 1940.[1]»
— Regio Decreto 21 maggio 1941[4]
«Pilota arditissimo ed instancabile, in molteplici voli di guerra fu costante esempio di valore. Nel combattimento del 10 agosto volando arditamente a bassa quota, con superbo spirito di sacrificio e di abnegazione, ed incurante del fitto fuoco di fucileria ribelle che più volte gli colpiva gravemente il proprio apparecchio in parti vitali, riusciva a guidare materialmente la colonna sulle masse ribelli, cooperando personalmente alla loro cattura e distruzione e riportando poscia miracolosamente alla base il proprio apparecchio seriamente avariato. Cielo di Medua Sammalus, 10 agosto 1927
— Regio Decreto 10 gennaio 1929[5]
«Ufficiale aeronavigante esperto ed ardito pilota, partecipava mirabilmente ad ardite e cruenti azioni aeree contro i ribelli. Nella giornata del 28 marzo nonostante l'apparecchio fosse stato ripetutamente colpito in parti vitali, persisteva nella propria inesorabile azione di mitragliamento aereo, destando, con suo contegno tenace e sprezzante del grave pericolo, l'ammirazione e il plauso delle truppe operanti. Esempio mirabile di ardire e spirito di sacrificio. Balte Zalagh, 28 marzo 1928.»
«Ufficiale superiore di profonda e vasta cultura, esempio costante di abnegazione di tenace volontà e di valore personale, offriva in ogni contingenza in pace e in guerra l'opera sua intelligente e fattiva tesa alla risoluzione di importanti problemi operativi, organici e logistici, rendendosi sempre prezioso e valido collaboratore del comando di aeronautica A.O.I. In numerose, difficili, azioni belliche, effettuate sui più lontani centri della resistenza ribelle, dava sicura prova di possedere belle doti di comandante esperto e di combattente sereno e coraggioso. Cielo dell'Impero, gennaio 1936-giugno 1939
«Ideata e studiata nei minimi particolari un'ardita incursione notturna contro la ben munita base aerea di Kartum ne assumeva personalmente il comando. Con apparecchio isolato avente caratteristiche inferiori a quelle della massa impiegata, precedeva questa sul prescelto obiettivo che raggiungeva di sorpresa a bassa quota e a motori a rilento e con tiro preciso e violento lo colpiva ripetutamente provocando vasti incendi e rilevanti distruzioni. Dimostrava anche in questa circostanza elevatissime virtù di combattente e di trascinatore. Cielo di Kartum, 23 agosto 1940
Medaglia di bronzo al valor militare
«Comandante e pilota di provato valore, era di esempio e slancio, ardire e coraggio. Compiva numerosi voli di guerra, bombardando e mitragliando il nemico a volo rasente. Incurante della rabbiosa reazione nemica, portava sempre a termine le sue imprese belliche, dando costante prova di sprezzo del pericolo ed alto senso del dovere. Cielo dell'A.O., marzo-luglio 1937

Pubblicazioni modifica

  • SOS dell'Aviazione Civile Italiana, verità e documenti, convenzione firmata l'11 febbraio 1946 dall'Aeronautica italiana e la Transcontinental and Western Air, Tipografia regionale, Roma, 1947.

Note modifica

Annotazioni modifica

Fonti modifica

  1. ^ a b Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p. 151.
  2. ^ a b c d e f g h i j k Aeronautica Difesa.
  3. ^ a b c d e Beni Culturali.
  4. ^ Bollettino Ufficiale, disp.26, pag.1034.
  5. ^ Registrato alla Corte dei conti il 18 marzo 1929.

Bibliografia modifica

  • (EN) F. D'Amico e G. Valentini, Regia Aeronautica Vol,2 Pictorial History of the Aeronautica Nazionale Repubblicana and the Italian Co-Belligerent Air Force 1943-1945, Carrolton (Texas), Squadron/Signal Publications, 1986, ISBN 0-89747-185-7.
  • Vincenzo Lioy, L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica. Eritrea Somalia Etiopia (1919-1937) Vol.2, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1965.
  • Ordine Militare d'Italia 1911-1964, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1969.
  • Andrea Signini, Alitalia Top Secret, Prato, Edizioni Aurora Boreale, 2014, ISBN 6-05034-069-2.

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