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Il Pizzo Cengalo (3.369 m s.l.m.) è una montagna delle Alpi Retiche occidentali (sottosezione Alpi del Bernina). È una delle montagne più alte e grandiose del gruppo.

Pizzo Cengalo
Il Cengalo (al centro) da nord
StatiBandiera della Svizzera Svizzera
Bandiera dell'Italia Italia
Regione  Grigioni
  Lombardia
ProvinciaRegione Maloja
  Sondrio
Altezza3 369 m s.l.m.
Prominenza620 m
Isolamento5,8 km
CatenaAlpi
Coordinate46°17′41.1″N 9°36′07.4″E / 46.29475°N 9.602056°E46.29475; 9.602056
Data prima ascensione25 luglio 1866
Autore/i prima ascensioneD. W. Freshfield e C. C. Tucker, guida Francois Dévouassoud
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Svizzera
Pizzo Cengalo
Pizzo Cengalo
Mappa di localizzazione: Alpi
Pizzo Cengalo
Dati SOIUSA
Grande ParteAlpi Orientali
Grande SettoreAlpi Centro-orientali
SezioneAlpi Retiche occidentali
SottosezioneAlpi del Bernina
SupergruppoMonti della Val Bregaglia
GruppoGruppo del Castello
SottogruppoCatena Pizzo Badile-Pizzo Cengalo
CodiceII/A-15.III-B.3.e

Descrizione modifica

Si trova sulla linea di confine tra l'Italia (val Masino, provincia di Sondrio) e la Svizzera (val Bondasca, una laterale della val Bregaglia).

Si presenta come un imponente massiccio a forma di piramide tronca. La vetta è formata da un'ampia cupola nevosa. Da essa scendono tre creste: la cresta sud, nevosa e arrotondata nella parte alta, forma una marcata anticima dopo la quale diventa ripida ed affilata, per perdersi infine nei nevai dell'alta val Porcellizzo; le creste ovest ed est scendono rispettivamente al colle del Cengalo (3057 m) e al colle dei Gemelli (3106 m), dai quali precipitano verso nord erti canaloni ghiacciati. Le creste delimitano i tre versanti: sud-ovest, visibile dal rifugio Gianetti; sud-est, a grandi placche lisce; nord, che forma la parete più alta e complessa, con poderosi pilastri e ripidi colatoi.

 
Piz Cengalo, prima della staccata dalla parete nord-est

Sul versante sud della montagna si trova il citato rifugio Gianetti del CAI (2534 m). Sul versante svizzero si trovano la capanna Sciora (2118 m) e la capanna Sasc Furä (1904 m), entrambe del CAS.

Sul finire del dicembre 2011 buona parte della parete nord è stata interessata da una frana che ne ha modificato aspetto e conformazione, cancellando il percorso di diverse vie alpinistiche[1]. Ulteriori frane sono avvenute il 13 e il 23 agosto 2017[2][3].

Il 23 agosto 2017, intorno alle ore 9.30, un'enorme frana si è staccata dalla parete nord-est del Pizzo Cengalo, a circa 3000 metri di quota, dando origine ad una colata detritica (stimata in 4 milioni di metri cubi), che ha devastato la sottostante Val Bondasca e interessato parzialmente anche l'abitato di Bondo. Tale crollo era stato preceduto da altri più piccoli, che si susseguivano dai mesi di giugno e luglio[4].

Toponimo modifica

Il nome Cengalo viene fatto derivare da chénghel, che in val Bregaglia indica un pendio boscoso o prativo in prossimità di salti rocciosi.

Itinerari modifica

La prima salita conosciuta risale al 25 luglio 1866 ad opera degli inglesi Douglas William Freshfield e Charles Comyns Tucker con la guida François Dévouassoud di Chamonix. I tre salirono da sud, lungo quella che è ancora la via normale della montagna.[5]

La "via normale" sale dal rifugio Gianetti (2534 m) per il colle del Cengalo e la larga cresta ovest (gande, rocce rotte, neve; F+)[6].

Tra le altre vie, le più ripetute sono lo "spigolo Vinci", sulla cresta sud dell'anticima sud (400 m, TD V+/A0 oppure fino a 6a in arrampicata libera)[7] e lo sperone nord-ovest che sale dal ghiacciaio del Cengalo (via Gaiser-Lehmann, 1100 m, TD V+)[8].

Note modifica

  1. ^ Piz Cengalo, frana la parete nord-nord est, su planetmountain.com. URL consultato il 21 marzo 2013.
  2. ^ [1]
  3. ^ [2]
  4. ^ Val Bregaglia, frana Pizzo Cengalo: «Almeno 100 sfollati», in Corriere della Sera. URL consultato il 24 agosto 2017.
  5. ^ Bonacossa e Rossi, p. 161.
  6. ^ Sertori e Lisignoli, p. 129.
  7. ^ Sertori e Lisignoli, p. 132.
  8. ^ Sertori e Lisignoli, p. 323.

Bibliografia modifica

  • Aldo Bonacossa e Giovanni Rossi, Masino Bregaglia Disgrazia, vol. I, Guida dei Monti d'Italia, Milano, Club Alpino Italiano e Touring Club Italiano, 1977.
  • Andrea Gaddi, Masino Bregaglia - Regno del Granito, Sondrio, Polaris, 2007.
  • Mario Sertori e Guido Lisignoli, Solo Granito - Masino Bregaglia Disgrazia - Arrampicate classiche e moderne, Milano, Versante Sud, 2007.

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