Poeta vate

poeta in grado di ispirare e guidare un intero popolo

Il poeta vate, o soltanto vate (dal latino vates, «indovino», «profeta» o «veggente»), è un titolo attribuito a un poeta animato da spirito profetico, dotato di un'aura sacra per il tono elevato delle sue opere e l'ispirazione civile dei suoi testi poetici. [1] Vengono così definiti gli autori che cercano di interpretare e guidare i sentimenti delle masse della loro epoca.

Ritratto di Gabriele D'Annunzio del 1938.

Storia del termine modifica

Tale appellativo fu attribuito per la prima volta ad autori latini, impegnati nella ricerca dei valori perduti dell'antica romanità, venuti a mancare durante il periodo di grande corruzione in cui versò Roma dall'età di Cesare in poi. La funzione di poeta-vates, attribuita ad esempio a Lucrezio o ad Orazio, è quella, secondo la concezione latina, di un poeta divinamente ispirato e quasi profetico, in grado di proporsi come guida della comunità, impegnato attivamente per il ripristino di valori morali, ma anche filosofici come nel caso dello stesso Lucrezio, scomparsi o, a volte, considerati in alcuni casi nefasti, come la stessa dottrina epicurea.

Una ripresa significativa di tale fenomeno si ebbe alla fine del Romanticismo, quando con il risorgere della poesia e del sentimentalismo poetico, in contrapposizione al periodo precedente del Neoclassicismo, in cui i sentimenti erano oscurati dal rigore e dall'ordine conferito dalla precisione dello studio e della ragione, i poeti cominciarono a sentire la necessità di aprirsi e rendersi interpreti del mondo, verso tutti coloro che avrebbero voluto apprezzarne i valori nascosti.

Poeti guida si sono riscoperti autori del romanticismo tedesco, dello Sturm und Drang come Goethe, o anche contemporanei italiani dello stesso periodo come Foscolo, portatori dei nuovi ideali del Risorgimento. Foscolo, infatti, come ogni poeta vate si abbandonava completamente alle passioni e agli istinti.[2] Anche Giosue Carducci ha ricevuto l'appellativo di poeta "vate"[3]. Gabriele D'Annunzio si faceva, inoltre, chiamare allo stesso modo per le sue poesie con versi ricchi di musicalità e sentimento e per il suo grande culto della parola.[4]

Attribuzioni modifica

Nella storia della letteratura italiana, il titolo di vate è stato associato a:

Note modifica

  1. ^ Vate, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ a b Ugo Foscolo: pensiero e poetica, su library.weschool.com.
  3. ^ Atlante Treccani, Carducci poeta della primavera, su treccani.it, Enciclopedia Treccani, 21 marzo 2017.
  4. ^ a b Gabriele D'Annunzio: il Vate, su Tanogabo.it, 9 luglio 2019. URL consultato il 27 aprile 2021.
  5. ^ Vate, su dizionari.repubblica.it, Hoepli, 2018.
  6. ^ Il poeta vate: Carducci e lo storicismo, su Vivit. URL consultato il 27 aprile 2021.
  7. ^ Pascoli dal Naturalismo al Simbolismo, su WeSchool. URL consultato il 30 novembre 2023.