La dinastia
Stemma degli Altavilla.
Ruggero II di Sicilia incoronato da Cristo, Chiesa della Martorana, Palermo.

Gli Altavilla (in francese Hauteville, in siciliano Autavilla) sono stati una delle più importanti famiglie di origine normanna, protagonisti delle vicende storiche della Sicilia, dell'Italia meridionale e degli Stati Crociati.

Discendenti dal piccolo nobile Tancredi, signore di Hauteville-la-Guichard in Cotentin, nella seconda metà dell'XI secolo unificarono gran parte dell'Italia meridionale sotto la sovranità del Ducato di Puglia e Calabria il cui capostipite fu Roberto il Guiscardo, e strapparono la Sicilia (unitamente a Malta) al dominio musulmano, costituendo la Contea di Sicilia fondata dal Gran Conte Ruggero I il Bosso.

Con Ruggero II di Sicilia il Ducato e la Contea furono integrati nel Regno di Sicilia, con capitale a Palermo. Il primo Re di Sicilia completò l'unificazione dell'Italia meridionale ottenendo la sovranità sul Principato di Capua, il Ducato di Napoli e la Contea dei Marsi, ed espanse i domini degli Altavilla anche a Corfù ed all'Africa settentrionale. Sotto gli Altavilla la corte di Palermo divenne nota come la più ricca e culturalmente sofisticata d'Europa. La dinastia si estinse nel 1198, anno della morte dell'Imperatrice Costanza, moglie di Enrico VI di Svevia e madre di Federico II. Due membri della famiglia Altavilla, Boemondo di Taranto e suo nipote Tancredi, furono tra i capi della Prima crociata, nonché i fondatori dei principati di Antiochia e Galilea.

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In evidenza
Ritratto di Roberto il Guiscardo, opera di Merry-Joseph Blondel, Sala dei Crociati, Reggia di Versailles.

Roberto d'Altavilla, detto il Guiscardo (l'Astuto), in latino Robertus Guiscardus o Viscardus (Hauteville-la-Guichard, 1015 circa – Cefalonia, 17 luglio 1085), è stato un condottiero normanno.

Sesto figlio di Tancredi (conte di Hauteville-la-Guichard) e primo della sua seconda moglie Fresenda (o Fressenda) (figlia di Riccardo I di Normandia, detto Riccardo Senza Paura), divenne conte di Puglia e Calabria alla morte del fratello Umfredo (1057) e insieme all'altro fratello, Ruggero che diverrà in seguito Gran Conte di Sicilia. In seguito (1059) fu investito da papa Niccolò II del titolo di duca di Puglia, Calabria e Sicilia.

La grandezza di Roberto il Guiscardo e i suoi innumerevoli successi sono dovuti non solo alle sue straordinarie qualità, ma anche al rapporto d'intesa col Papato. Egli istituì e fece rispettare una forte autorità ducale, che fu tuttavia minata spesso da rivolte baronali e malcontenti da parte dei feudatari minori, come ad esempio nel 1078, quando egli chiese ai suoi vassalli un sostegno economico per le nozze di sua figlia. Troppo impegnato ad espandere continuamente i suoi territori, non ebbe il tempo e la possibilità di organizzarli al proprio interno. In questo senso, la solidità del dominio fu garantita da un insieme di fattori che spesso esulano dalle sue personali abilità politiche. Nella storia del regno normanno d'Italia la figura del Guiscardo rimane sostanzialmente quella dell'eroe e del fondatore, mentre suo nipote Ruggero II rappresenta il vero statista e organizzatore dell'intera compagine.

Roberto il Guiscardo compare anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri: il Sommo Poeta immagina di scorgere lo spirito del Normanno nel Cielo di Marte, insieme ad altri famosi cavalieri crociati.

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Sovrani
Statua di Ruggero all'ingresso del Palazzo Reale di Napoli.

Ruggero II di Sicilia (Mileto, 22 dicembre 1095Palermo, 26 febbraio 1154), conosciuto anche come Ruggero il normanno, figlio e successore di Ruggero I di Sicilia della dinastia degli Altavilla, fu conte di Sicilia dal 1105, duca di Puglia del 1127 e primo re di Sicilia dal 1130 al 1154, divenendo noto come il fondatore del Regnum Siciliæ indipendente. Dopo la fondazione del regno, in virtù delle conquiste sulla costa africana, acquisì anche il titolo di re d'Africa.

Gli sono tributati l'accorpamento sotto un unico regno di tutte le conquiste normanne dell'Italia meridionale, della Sicilia e di Malta, l'organizzazione di un governo efficiente, personalizzato e centralizzato, nonché la fondazione del Parlamento siciliano, uno dei più antichi del mondo. Sotto il suo regno la città di Palermo, assurta a capitale, fu arricchita di lussureggianti edifici oggi riconosciuti come patrimonio dell'umanità.

Nell'estate del 1140 ad Ariano di Puglia promulgò le Assise di Ariano, il corpus giuridico che formava la nuova costituzione del Regno di Sicilia. A lui si deve anche l'istituzione del Catalogus baronum, l'elenco di tutti i feudatari del regno, stilato per stabilire un più attento controllo del territorio, dei rapporti vassallatici e quindi delle potenzialità del proprio esercito.

A Palermo Ruggero attrasse intorno a sé i migliori uomini di ogni etnia, come il famoso geografo arabo al-Idrisi (Idrīsī o Edrisi), lo storico Nilus Doxopatrius, il poeta Abd ar-Rahman al-Itrabanishi che occupava anche posto di segretario e altri eruditi ancora. Il Re mantenne nel regno una completa tolleranza per tutte le fedi, razze e lingue. Egli fu servito da uomini di ogni nazionalità, come l'anglonormanno Thomas Brun nella Curia, il greco Cristodulo nella flotta e il bizantino Giorgio di Antiochia, che nel 1132 fu fatto amiratus amiratorum (in effetti comandante in capo).

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Consorti degli Altavilla
Ritratto di Giovanna d'Inghilterra nel Genealogical roll of the kings of England, XIV secolo.

Giovanna d'Inghilterra (Angers, ottobre 1165Rouen, 24 settembre 1199) fu regina consorte di Sicilia, dal 1177 al 1189, e poi contessa consorte di Tolosa e Marchesa consorte di Provenza, dal 1196 alla sua morte.

Nel 1176 il re di Sicilia Guglielmo II il Buono, figlio di Guglielmo I il Malo e di Margherita di Navarra, la chiese in moglie ed il 27 agosto Giovanna si mise in viaggio accompagnata dal vescovo di Norwich e dallo zio, figlio naturale di Goffredo V il Bello, Hamelin di Warenne, quinto conte del Surrey. A Sant' Egidio, dove la flotta capitanata dall'Ammiraglio Gualtieri II de Mohac (di Modica) fece tappa, incontrarono i rappresentanti del Regno di Sicilia (come ci viene confermato dal cronista della storia inglese, il monaco benedettino inglese, Matteo di Parigi, nel suo Chronica Majora): l'arcivescovo di Capua, Alfano, ed il vescovo di Siracusa, Richard Palmer.

Arrivarono finalmente in Sicilia dopo un viaggio avventuroso ed il 10 febbraio 1177, secondo il documento I 52 riportato nel Fœdera, Conventiones, Litteræ, fu redatto il contratto di matrimonio e subito dopo Giovanna sposò Guglielmo come viene ricordato dal Florentii Wigorniensis Monachi Chronicon, Tomus II, dal Continuatore di Guglielmo di Tiro e dalla Historiæ Anglicanæ Scriptores X. Giovanna venne incoronata regina di Sicilia, nella Cattedrale di Palermo il 13 febbraio 1177.

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Discendenti
Ritratto di Federico II con il falco dal suo trattato De arte venandi cum avibus.

Federico Ruggero di Hohenstaufen (Jesi, 26 dicembre 1194Fiorentino di Puglia, 13 dicembre 1250) fu re di Sicilia (come Federico I, dal 1198 al 1250), Duca di Svevia (come Federico VII, dal 1212 al 1216), Re dei Romani (dal 1212) e poi Imperatore del Sacro Romano Impero (come Federico II, eletto nel 1211, incoronato dapprima ad Aquisgrana nel 1215 e, successivamente, a Roma dal papa nel 1220) e re di Gerusalemme (dal 1225 per matrimonio, autoincoronatosi nella stessa Gerusalemme nel 1229).

Apparteneva alla nobile famiglia sveva degli Hohenstaufen e fu l'ultimo sovrano a regnare in Sicilia e ad appartenente a tale dinastia. Discendeva per parte di madre dai normanni di Altavilla (Hauteville in francese), conquistatori di sicilia e fondatori del suddetto Regno di Sicilia. Conosciuto con gli appellativi stupor mundi ("meraviglia o stupore del mondo") o puer Apuliae ("fanciullo di Puglia"), Federico II era dotato di una personalità poliedrica e affascinante che, fin dalla sua epoca, ha polarizzato l'attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male. Il suo mito finì per confondersi con quello del nonno paterno, Federico Barbarossa. Il carisma di Federico II è stato tale che all'indomani della sua morte, il figlio Manfredi, futuro re di Sicilia, in una lettera indirizzata al fratello Corrado IV citava tali parole: "Il sole del mondo si è addormentato, lui che brillava sui popoli, il sole dei giusti, l'asilo della pace".

Il suo regno fu principalmente caratterizzato da una forte attività legislativa e di innovazione artistica e culturale, volta a unificare le terre e i popoli, ma fortemente contrastata dalla Chiesa, di cui il sovrano mise in discussione il potere temporale. Ebbe infatti ben due scomuniche dal Papa Gregorio IX, che arrivò a vedere in lui l'anticristo. Federico fu un apprezzabile letterato, convinto protettore di artisti e studiosi: la sua corte fu luogo di incontro fra le culture greca, latina, germanica, araba ed ebraica. Uomo straordinariamente colto ed energico, stabilì in Sicilia e nell'Italia meridionale una struttura politica molto somigliante a un moderno regno, governato centralmente e con una amministrazione efficiente.

Federico II parlava sei lingue (latino, siciliano, tedesco, francese, greco e arabo) e giocò un ruolo importante nel promuovere le lettere attraverso la poesia della Scuola siciliana. La sua corte reale siciliana a Palermo, dal 1220 circa sino alla sua morte, vide uno dei primi utilizzi letterari di una lingua romanza (dopo l'esperienza provenzale), il siciliano. La poesia che veniva prodotta dalla Scuola siciliana ha avuto una notevole influenza sulla letteratura e su quella che sarebbe diventata la moderna lingua italiana. La scuola e la sua poesia furono salutate con entusiasmo da Dante e dai suoi contemporanei, e anticiparono di almeno un secolo l'uso dell'idioma toscano come lingua d'élite letteraria d'Italia.

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Galleria d'immagini

La presa di Antiochia da parte di Boemondo di Taranto nel giugno 1098. Dipinto di Louis Gallait (1840).
Gli Stati degli Altavilla
Il Regno di Sicilia alla morte di Ruggero.

Il Regno di Sicilia fu uno Stato sovrano esistito dal 1130 al 1816, ovvero fino all'istituzione del Regno delle Due Sicilie.

Costituito nel 1130, con Ruggero II d'Altavilla (fusione della Contea di Sicilia e del Ducato di Puglia e Calabria) e durato fino all'inizio del XIX secolo, la sua sovranità fu assicurata dall'assai longevo Parlamento con sede a Palermo. Per questo è considerato da diversi studiosi come il prototipo del moderno Stato europeo. Il nuovo Stato insisteva così su tutti i territori del Mezzogiorno e della Sicilia, attestandosi come il più ampio e importante degli antichi Stati della penisola italiana. A seguito della rovina della famiglia imperiale degli Hohenstaufen, che era succeduta agli Altavilla, papa Urbano IV nominò nel 1263 Carlo I d'Angiò nuovo Rex Siciliae. Ma il pesante fiscalismo imposto dai sovrani della dinastia di origine angioina e il malcontento diffuso a tutti gli strati della popolazione isolana determinarono la rivolta del Vespro; seguì la guerra dei novant'anni tra Pietro III d'Aragona, imparentato con gli Hohenstaufen, e gli Angiò. Sconfitto, il 26 settembre 1282 Carlo d'Angiò lasciò definitivamente la sola Sicilia nelle mani degli Aragonesi.

Alla stipula della Pace di Caltabellotta (1302) seguì la formale divisione del regno in due: Regnum Siciliae citra Pharum (noto nella storiografia moderna come Regno di Napoli) e Regnum Siciliae ultra Pharum (Regno di Sicilia, anche noto per un breve periodo come Regno di Trinacria). Dal 1412 i sovrani della dinastia Aragonese governarono il "Regno di Sicilia ultra" come vicereame.

Nel 1504, la Spagna unita sconfisse la Francia e anche il regno di Napoli fu da allora unito dinasticamente alla monarchia ispanica, come quello di Sicilia, fino al 1713 (de facto fino al 1707), governati come due vicereami distinti ma con la dicitura ultra et citra Pharum e con la conseguente distinzione storiografica e territoriale tra Regno di Sicilia e Regno di Napoli. I due regni, furono nuovamente riuniti de facto da Carlo di Borbone tra il 1734 e il 1735, ma la fine del Regno di Sicilia si ebbe formalmente solo con l'unificazione giuridica definitiva di entrambi i regni nel dicembre 1816, con la fondazione dello stato sovrano del Regno delle Due Sicilie.

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Eventi
Assedio di Antiochia.

Il trattato di Devol fu un accordo concluso nel 1108 tra Boemondo I d'Antiochia e l'Imperatore bizantino Alessio I Comneno, nella scia della Prima crociata. Con esso si intendeva porre il Principato d'Antiochia in posizione di vassallaggio rispetto all'Impero bizantino, ma non fu immediatamente applicato.

All'inizio della Prima crociata gli eserciti Crociati si riunirono a Costantinopoli e promisero di restituire all'Impero bizantino ogni territorio che avessero conquistato. Tuttavia Boemondo, figlio del vecchio nemico di Alessio, Roberto il Guiscardo, reclamò per se stesso il Principato d'Antiochia. Alessio non riconobbe la legittimità del Principato e Boemondo tornò in Europa a cercare rinforzi, poi si lanciò in una guerra aperta contro Alessio, ma fu presto costretto ad arrendersi e a negoziare con Alessio nell'accampamento imperiale a Diabolis (Devol) nell'odierna Albania, dove il trattato fu sottoscritto.

Secondo i termini del trattato, Boemondo accettò di divenire vassallo dell'Imperatore e di difendere l'Impero quando necessario. Egli inoltre accettò la nomina di un Patriarca Greco Ortodosso. In cambio ricevette il titolo di sebastos e dux (duca) di Antiochia, e gli fu garantito il diritto di passare ai suoi eredi la Contea di Edessa. Dopo di ciò Boemondo si ritirò in Puglia dove morì. Suo nipote, Tancredi, che era reggente di Antiochia, rifiutò di accettare i termini del trattato. Antiochia entrò temporaneamente sotto l'influenza bizantina nel 1137, ma solo nel 1158 divenne effettivamente vassalla dell'Impero.

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Residenze
Castello di Melfi.

Il castello di Melfi è un monumento della Basilicata di proprietà dello Stato italiano, tra i più importanti castelli medievali d'Italia. La sua fondazione, almeno dagli elementi ancora visibili, risale al periodo normanno e ha subito alcune modifiche nel corso del tempo, soprattutto in epoca angioina e aragonese.

L'origine del castello di Melfi risale alla fine XI secolo ad opera dei normanni, sorto in posizione strategica che funge da punto di passaggio tra Campania e Puglia. Il suo collocamento era indispensabile per difendersi dagli attacchi esterni e come rifugio per gli alleati. La struttura fu luogo di avvenimenti "storici" durante l'era normanna.

A Melfi, capitale della Contea di Puglia, si tennero cinque concili ecumenici, organizzati da cinque diversi Pontefici tra il 1059 e il 1137. Nell'estate del 1059, Papa Niccolò II soggiornò nella rocca fortificata e fu al centro di importanti avvenimenti: in giugno stipulò il Trattato di Melfi, poi, dal 3 agosto al 25 agosto celebrò il Concilio di Melfi I ed infine con il Concordato di Melfi riconobbe i possedimenti conquistati dai Normanni. Il Papa nominò Roberto il Guiscardo duca di Puglia e Calabria. La città di Melfi, passava un periodo fulgido della storia: in tale circostanza fu promossa a Capitale del Ducato di Puglia e Calabria. Roberto il Guiscardo, per sposare Sichelgaita di Salerno vi mandò in esilio la prima moglie Alberada di Buonalbergo.

Nel castello di Melfi furono organizzati altri Sinodi: il papa Alessandro II dal primo agosto 1067 presiedette il Concilio di Melfi II; ricevette il Principe longobardo di Salerno, Gisulfo II, ed i fratelli Roberto il Guiscardo e Ruggero I di Sicilia. Nel corso del Concilio di Melfi III, nel 1089, il papa Urbano II indisse la Prima crociata in Terra Santa, poi Pasquale II nel 1101 convocò il Concilio di Melfi IV ed infine Papa Innocenzo II nel 1137 celebrò il Concilio di Melfi V, ultimo della serie. Vi fu anche nel 1130 un Concilio di Melfi non riconosciuto dalla Chiesa, perché organizzato dall'Antipapa Anacleto II, che istituì il Regno di Sicilia.

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Architetture religiose

Sicilia: Cattedrale di Palermo * Cappella Palatina * Duomo di Cefalù * Duomo di Monreale * Chiesa della Martorana * Chiesa di San Cataldo * Chiesa di San Giovanni degli Eremiti * Basilica Magione * Cattedrale di San Gerlando * Cattedrale di Sant'Agata * Cattedrale di Troina * Duomo di Messina * Concattedrale del Santissimo Salvatore * Basilica cattedrale di San Bartolomeo * Duomo di Marsala * Cattedrale di Mazara del Vallo * Abbazia di Santo Spirito * Chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani * Chiesa della Santissima Trinità di Delia * Chiesa dei Santi Pietro e Paolo d'Agrò
Italia meridionale: Cattedrale di Salerno * Complesso della Santissima Trinità * Abbazia della Santissima Trinità (Mileto) * Cattedrale di Maria Santissima di Romania * Basilica di San Sabino * Santuario di Santa Maria Regina di Anglona

Duomo di Monreale, mosaici.

La cattedrale di Santa Maria Nuova è il principale luogo di culto cattolico di Monreale, nella città metropolitana di Palermo, sede arcivescovile dell'arcidiocesi omonima. Costruita a partire dal 1174 per volere di Guglielmo II d'Altavilla, re di Sicilia dal 1166 al 1189, è famosa per i ricchi mosaici bizantini che ne decorano l'interno. Nell'agosto del 1926 papa Pio XI l'ha elevata alla dignità di basilica minore. Dal 3 luglio 2015 fa parte del Patrimonio dell'umanità (UNESCO) nell'ambito dell'Itinerario arabo-normanno di Palermo, Cefalù e Monreale.

Secondo la leggenda, Guglielmo II il Buono, succeduto al padre sul trono di Sicilia, si sarebbe addormentato sotto un carrubo, colto da stanchezza, mentre era a caccia nei boschi di Monreale. In sogno gli apparve la Madonna, a cui era molto devoto, che gli rivelò il segreto di una “truvatura” con queste parole: “Nel luogo dove stai dormendo è nascosto il più grande tesoro del mondo: dissotterralo e costruisci un tempio in mio onore”. Dette queste parole, la Vergine scomparve e Guglielmo, fiducioso della rivelazione in sogno, ordinò che si sradicasse il carrubo e gli si scavasse intorno. Con grande stupore venne scoperto un tesoro in monete d'oro che furono subito destinate alla costruzione del Duomo di Monreale, cui furono chiamati per la realizzazione maestri mosaicisti greco-bizantini (“i mastri di l'oru”) dell'interno.

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