Il movimento di liberazione omosessuale venne rapidamente eliminato con l'avvento al potere del partito nazista capeggiato da Adolf Hitler.

L'ideologia nazista reputò l'omosessualità incompatibile con i propri ideali considerando che le relazioni sessuali dovessero:

«[...] essere finalizzate al processo riproduttivo, essendo loro scopo la conservazione ed il prosieguo dell'esistenza del Volk [popolo], piuttosto che la realizzazione del piacere dell'individuo.»

Ovviamente i rapporti omosessuali, considerati «sterili» ed «egoistici» vennero visti come un tradimento alle politiche demografiche di potenziamento del popolo non essendo i gay in grado riprodursi e perpetuare così la «razza padrona». Per la stessa ragione la masturbazione venne considerata dannosa al Reich, ma trattata con minor severità.

Ernst Röhm, un uomo che Hitler stesso percepì come una possibile minaccia alla propria supremazia, e comandante della prima milizia nazista, le SA, esibì in modo discreto la propria omosessualità fino al 1925. In quell'anno il giornale del Partito socialdemocratico tedesco, con l'intenzione di gettare discredito sul partito nazista, pubblicò una serie di lettere d'amore scritte da Röhm e da altri comandanti delle SA come Edmund Heines. Dopo il 1925, Röhm ebbe possibilità di esprimere più liberamente la propria sessualità e si iscrisse alla Lega dei Diritti Umani, la più grande organizzazione tedesca per i diritti dei gay...