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Gli antichi stati italiani
Italia al 1815

Dopo il Congresso di Vienna, la geografia politica della penisola italiana venne ridisegnata, sia rispetto all'assetto napoleonico, che a quello pre-napoleonico: le potenze vincitrici modificarono a loro vantaggio i confini nazionali, mentre alcuni stati perdettero la loro secolare indipendenza.

La casata austriaca degli Asburgo si annesse la Repubblica di Venezia; la regione veneta fu unita col vecchio Ducato di Milano formando un unico Regno Lombardo-Veneto e venne conservato il distacco della Valtellina dai Grigioni e la sua unione alla Lombardia. (Anche la Repubblica di Ragusa perdette la sua indipendenza passando all'Austria.)

La Repubblica di Genova fu unita al Regno di Sardegna per costituire uno stato cuscinetto nei confronti della Francia. Nel resto della penisola italiana furono ripristinati i precedenti stati: il Ducato di Parma e Piacenza, il Ducato di Modena, il Granducato di Toscana, sempre legati alla dinastia asburgica, che in tal modo controllava direttamente o indirettamente tutta la penisola. Lo Stato della Chiesa fu riconsegnato al Papa, ma privato delle sue storiche enclave francesi passate alla Francia: Avignone e il Contado Venassino.

Il Regno di Napoli ritornò sotto Ferdinando IV di Borbone, che si era in precedenza ritirato nel Regno di Sicilia; nel 1816 i due Regni furono uniti dando vita al Regno delle Due Sicilie, con capitale a Napoli.