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Prandoni è stata un'azienda italiana che produceva - sia in proprio che come terzista - apparati elettronici per registrazione audio, televisori, registratori e giradischi, con sede a Milano e plessi produttivi a Cassano d'Adda e Treviglio. Il suo logo era costituito dal nome prandoni, in caratteri maiuscoli, con la P iniziale in dimensioni maggiori e in negativo all'interno di un quadrato nero. Utilizzò anche vari marchi secondari, quali Trans Continents e Nuclear Radio Corporation.

Prandoni
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione1948 a Cassano d'Adda
Chiusura1989
Sede principaleCassano d'Adda
SettoreElettronica
Prodotti
  • registratori
  • televisori
  • giradischi

Storia modifica

Gli inizi e gli anni cinquanta modifica

L'azienda nasce nel 1946 da un'idea di Dario Prandoni, inizialmente come un piccolissimo laboratorio di riparazioni e produzioni di componenti altrui, assemblati. Già nel 1948 viene acquistato un fabbricato a Cassano d'Adda, in via Mazzini 13[1], adibito a stabilimento produttivo, dedito all'assemblaggio di radio, distribuite in tutta Italia, e successivamente ampliato. Nel 1956, a causa dell'aumento di domanda, viene aperto un secondo stabilimento, a Treviglio, in viale Montegrappa 16, poi spostato in via Montello 31, successivamente anch'esso ampliato.

Al contrario di altre aziende, inizialmente Prandoni decide di non pubblicizzare il proprio nome, vendendo i propri prodotti con marchi registrati diversi da quello aziendale, ed inizialmente addirittura concepiti come aziende separate. Nel 1952 viene registrato, come ditta, il nome Trans Continents[2]; con tale marchio saranno vendute, negli anni 50 e 60, le radio ed i televisori . Si ricorda, fra le radio del decennio, l'Astra 38, la PD47, il composito radio-giradischi Orion RS45. A metà degli anni 50, con l'inizio delle programmazioni televisive RAI, la Prandoni, che è già attrezzata per la produzione di apparecchi, deposita ulteriori marchi di stile americaneggiante (vistavision, panvision), ed inizia la produzione negli stabilimenti di Cassano.

Gli anni sessanta modifica

Successivamente, negli anni 60, venne utilizzato anche il marchio Nuclear Radio Corporation. Si ricordano - con tale nome - alcune radio (quali: Nuclear 18, le radio-mobile MEC Series VCF1428, le radio portatili Astra 38, Comet 36, Syrion; le radio palmari quali Galatic 43 e Tryton 51, nonché le Mercury e Cosmos da tavolo). Vengono prodotti anche radiogrammofoni, e continua la produzione di giradischi, registratori audio e televisori. Per questi ultimi viene registrato un terzo marchio: Prince. L'uso di molti nomi per la produzione nazionale e l'esportazione, porta al paradosso di veder venduti identici prodotti con più diversi marchi: è il caso del Nuclear NRC 333, venduto anche come Trans Continents PD 233 e Prandoni PG 433[3].

Negli anni sessanta, l'Azienda - fra le prime a transistorizzare tutti i propri apparecchi - ha già acquistato gli strumenti e la tecnologia per produrre i televisori a colori. Nel 1967, periodo della sua massima espansione, i punti vendita dell'azienda saranno oltre 5000[4]; una produzione, ricerca e distribuzione che portano l'azienda a vincere il premio Mercurio d'Oro. Per la produzione dei televisori, viene riservata come azienda separata - ridenominata Prince - quello che era lo stabilimento di Cassano d'Adda.

Gli anni settanta modifica

Negli anni 70 fu ripreso in maniera massiccia e sistematica - nell'apposizione dei marchi - l'uso del nome Prandoni, sospendendo quello di Nuclear Radio COrporation e Trans Continents. Radio Modello 85, il giradischi amplificato modello 84, televisore 269-269 S e 258TV ed i giradischi con cambio automatico Stereo-Matic HI-FI 75[5] sono alcuni dei prodotti del decennio di un'azienda oramai in difficoltà. L'azienda riduce le produzioni a proprio marchio, in un momento storico in cui, da una parte, vengono richiesti prodotti di design e, dall'altra, i prodotti orientali invadono il mercato europeo a prezzi concorrenziali. Nel corso del decennio, ed ancora all'inizio degli anni ottanta, la Prandoni attraversa una grave crisi - alla quale può far fronte grazie alla propria attività di costruzione ed assemblaggio di apparati conto terzi (per molte aziende straniere, fra le quali la ITT). Nel 1980 la perdita è di 350 milioni, e un investimento in ricerca e nuove linee pari a 3 miliardi porta ad un utile, nel 1981, di 29 milioni[6].

Gli anni ottanta e la chiusura modifica

Nel corso del decennio, l'attività in proprio viene ridotta, così da diminuire drasticamente la produzione di TV e radio a proprio nome - mercato destinato comunque per l'80% circa all'esportazione - proseguendo quella come terzista, e favorendo l'entrata all'interno della proprietà di soci esterni alla famiglia. All'inizio degli anni novanta avviene la cessione vera e propria: la Prandoni viene venduta alla francese Thomson SA, che dismette tutti i marchi - oramai in affanno - utilizzando solo le sedi produttive. Gli stabilimenti di Treviglio e di Cassano d'Adda vengono però successivamente chiusi, ed in seguito rispettivamente abbattuti per far spazio rispettivamente ad edifici commerciali e ristrutturati quali abitazioni.

Note modifica

  1. ^ Radiogrammofono PDRS 9 (PDF), in Selezione Radio, Anno I, n. 2, Febbraio 1950.
  2. ^ Brevetto per marchio d'impresa nr. 05875 del 1 febbraio 1952. URL consultato il 16 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2018).
  3. ^ Baiocato, NRC 333 Radio Nuclear Radio Corporation; Cassano D'Adda MI,, su radiomuseum.org. URL consultato il 16 febbraio 2018.
  4. ^ Carlo Grimaldi, Tutto a transistors (PDF), in Informazione industriale, 1967.
  5. ^ Guidi, Stereo-Matic Hi-Fi 75 R-Player Prandoni SPA; TREVIGLIO BG, b, su radiomuseum.org. URL consultato il 16 febbraio 2018.
  6. ^ La Prandoni ritorna in attivo (PDF), in Selezione di tecnica Radio TV, Settembre 1982, p. 6.

Collegamenti esterni modifica