Proxmox Virtual Environment

ambiente open source per la virtualizzazione dei server

Il Proxmox Virtual Environment (Proxmox VE o PVE) è un server software open source per la gestione della virtualizzazione. È una distribuzione Linux basata su Debian con un kernel Ubuntu LTS modificato[1] e consente l'implementazione e la gestione di macchine virtuali e containerization.[2][3] Proxmox VE include una console web ed altri strumenti da riga di comando, fornisce le API REST per connettere strumenti di terze parti. Sono supportati due tipi di virtualizzazione: container-based con LXC (a partire dalla versione 4.0 sostituendo OpenVZ utilizzato fino alla versione 3.4[4]), e virtualizzazione completa con KVM.[5] È inclusa un'interfaccia web per l'amministrazione.[6][7] Proxmox VE è concesso in licenza sotto la GNU Affero General Public License versione 3.[8]

Proxmox Virtual Environment
sistema operativo
Logo
Logo
Interfaccia web di Proxmox VE 7.0
SviluppatoreProxmox Server Solutions GmbH
FamigliaUnix-like
Release inizialeProxmox VE 1.0 (15 April 2008)
Release corrente8.2 (24 aprile 2024)
Tipo di kernelkernel monolitico
Piattaforme supportateAMD64
Metodo di aggiornamentoAPT
Gestore dei pacchettidpkg
Spazio utenteGNU
Tipo licenzaSoftware libero
LicenzaGNU Affero General Public License
Stadio di sviluppostabile
Sito webwww.proxmox.com/en/proxmox-ve

Storia modifica

Lo sviluppo di Proxmox VE è iniziato quando Dietmar Maurer e Martin Maurer, due sviluppatori Linux, hanno scoperto che OpenVZ non aveva uno strumento di backup né una GUI di gestione. KVM è apparso contemporaneamente in Linux ed è stato aggiunto poco dopo.[9] La prima versione pubblica è avvenuta nell'aprile 2008. Supportava container e virtualizzazione completa, gestita con un'interfaccia utente web simile ad altre offerte commerciali.[10]

Caratteristiche tecniche modifica

Proxmox VE è una piattaforma di virtualizzazione open source, dotato di un'interfaccia web-based, per gestire due tecnologie di virtualizzazione server: Kernel-based Virtual Machine (KVM) per le macchine virtuali e LXC per i container.[5] Il software sorgente è aperto, basato su GNU AGPL v3. L'azienda vende l'assistenza per i clienti basata su un abbonamento opzionale:[11] tramite l'abbonamento gli utenti ottengono l'accesso ad un repository software aziendale.[12]

Modello di archiviazione modifica

Supporta l'archiviazione locale con LVM, directory e ZFS, nonché altri diversi tipi di archiviazione di rete come iSCSI, Fibre Channel, NFS, GlusterFS e Ceph.[13]

Cluster high availability modifica

Può essere raggruppato su più nodi server.[14] Dalla versione 2.0, Proxmox VE offre l'opzione di high availability per i cluster basati sullo stack di comunicazione Corosync. I singoli server virtuali possono essere configurati utilizzando il ha-manager integrato.[15][16] Se un nodo Proxmox diventa non disponibile o non funziona, i server virtuali possono essere spostati automaticamente su un altro nodo e riavviati.[17] Il filesystem Proxmox Cluster (pmxcfs), basato su database e filesystem FUSE, consente di eseguire la configurazione di ciascun nodo del cluster tramite lo stack di comunicazione Corosync.[7]

Infrastruttura Iperconvergente modifica

Con l'integrazione di Ceph, una piattaforma software-defined storage open source, Proxmox VE ha la capacità di eseguire e gestire lo storage Ceph direttamente sui nodi dell'hypervisor, il tutto con un'unica amministrazione del sistema tramite un'interfaccia di gestione web centralizzata.[18]

in una Infrastruttura Iperconvergente più nodi possono essere messi in cluster per creare pool di risorse condivise di calcolo e storage, dimensionate opportunamente in base ai carichi di lavoro. Questo permette di ottenere un'infrastruttura estremamente scalabile.

Migrazione in tempo reale modifica

Almeno dal 2012, in un cluster high availability, le macchine virtuali live possono essere spostate da un host fisico a un altro senza tempi di inattività.[19][20] Fin dalla versione Proxmox VE 1.0, rilasciata il 29 ottobre 2008,[21] è supportata la migrazione live di KVM e OpenVZ.

Applicazioni virtuali modifica

Proxmox VE dispone di software già pronti che possono essere scaricati tramite la GUI, come ad esempio la libreria di software per la virtualizzazione TurnKey Linux.[22][23][24]

Backup dei dati modifica

PVE include il software di backup, vzdump, che consente la compressione dei dati e il funzionamento in modalità in linea o snapshot.[25] Dal 2020 esiste anche Proxmox Backup Server (PBS), un software ad architettura client-server dedicato ai backup che offre compressione, cifratura autenticata e backup incrementali.[26]

Note modifica

  1. ^ (EN) Proxmox VE Kernel - Proxmox VE, su pve.proxmox.com. URL consultato il 26 maggio 2017.
  2. ^ Simon M.C. Cheng, Proxmox High Availability, Packt Publishing Ltd, 31 ottobre 2014, pp. 41–, ISBN 978-1-78398-089-5.
  3. ^ Michael Plura, Aus dem Nähkästchen, in IX Magazin, Heise Zeitschriften Verlag, luglio 2013. URL consultato il 20 luglio 2015.
  4. ^ Proxmox VE 4.0 with Linux Containers (LXC) and new HA Manager released, su proxmox.com, 11 dicembre 2015. URL consultato il 12 dicembre 2015.
  5. ^ a b Ken Hess, Proxmox: The Ultimate Hypervisor, su zdnet.com, 11 luglio 2011. URL consultato il 29 settembre 2021.
  6. ^ Koen Vervloesem, Proxmox VE 2.0 review – A virtualisation server for any situation, su linuxuser.co.uk, Linux User & Developer, 11 aprile 2012. URL consultato il 16 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 5 agosto 2016).
  7. ^ a b Thomas Drilling, Virtualization Control Room, in Linux Pro Magazine, Linux New Media USA, maggio 2013. URL consultato il 17 luglio 2015.
  8. ^ Open Source – Proxmox VE, su pve.proxmox.com, Proxmox Server Solutions. URL consultato il 17 luglio 2015.
  9. ^ Proxmox VE 1.5: combining KVM and OpenVZ, su lwn.net, Linux Weekly News. URL consultato il 10 aprile 2015.
  10. ^ Ken Hess, Happy 5th birthday, Proxmox, su zdnet.com, 15 aprile 2013. URL consultato il 4 ottobre 2021.
  11. ^ Support for Proxmox VE, su proxmox.com. URL consultato il 19 ottobre 2021.
  12. ^ Package Repositories, su pve.proxmox.com. URL consultato il 19 ottobre 2021.
  13. ^ Roadmap, su pve.proxmox.com, Proxmox. URL consultato il 3 dicembre 2014.
  14. ^ Wasim Ahmedi, Mastering Proxmox, Packt Publishing Ltd, 14 luglio 2014, pp. 99–, ISBN 978-1-78398-083-3.
  15. ^ PVE HA Manager Source repository, su git.proxmox.com. URL consultato il 19 ottobre 2020.
  16. ^ Proxmox VE documentation: High Availability, su pve.proxmox.com. URL consultato il 19 ottobre 2020.
  17. ^ High Availability Virtualization using Proxmox VE and Ceph, su jaxlug.net, Jacksonville Linux Users' Group. URL consultato il 15 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2020).
  18. ^ Cos’è un’Infrastruttura Iperconvergente?, su rackone.it, Rackone. URL consultato il 22 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2022).
  19. ^ Qemu/KVM Virtual Machines - Proxmox VE, su pve.proxmox.com.
  20. ^ Introduction to Proxmox VE, su linuxaria.com, Linuxaria. URL consultato il 3 dicembre 2014.
  21. ^ Roadmap - Proxmox VE, su pve.proxmox.com.
  22. ^ Alon Swartz, Announcing TurnKey OpenVZ optimized builds (+ Proxmox VE channel), su turnkeylinux.org, 24 febbraio 2012. URL consultato il 20 luglio 2015.
  23. ^ Gli sviluppatori di Proxmox hanno rilasciato diverse applicazioni virtuali, ossia modelli OpenVZ già pronti che possono essere scaricati direttamente dall'interfaccia web di Proxmox.
  24. ^ Ken Hess, The next server operating system you buy will be a virtual machine, su zdnet.com, 15 ottobre 2013. URL consultato il 20 luglio 2015.
  25. ^ Manjaro Linux Tutorial and Guide site, How to backup a Virtual Machine on Proxmox VE, su manjaro.site, 23 settembre 2017. URL consultato il 4 ottobre 2021.
  26. ^ Introduction - Proxmox Backup Documentation, su pbs.proxmox.com, Proxmox Server Solutions GmbH. URL consultato il 10 agosto 2021.

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Collegamenti esterni modifica

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