Puzz Loop

videogioco del 1998

Puzz Loop è un videogioco arcade sviluppato nel 1998 da Mitchell. Convertito per numerose piattaforme come Ballistic, il videogioco ha ottenuto un seguito denominato Puzz Loop 2 e un remake per Nintendo DS dal titolo Actionloop.

Puzz Loop
videogioco
PiattaformaArcade, PlayStation, Game Boy Color, Neo Geo Pocket Color, Nuon
Data di pubblicazioneArcade:
Giappone dicembre 1998
dicembre 1998
Zona PAL gennaio 1999

PlayStation:
Giappone 16 marzo 2000
31 ottobre 1999
Zona PAL 20 ottobre 2000
Game Boy Color:
Giappone 17 marzo 2000
novembre 1999
Nuon:
luglio 2000

GenereRompicapo
OrigineGiappone
SviluppoMitchell
PubblicazioneCapcom (Giappone), Infogrames (Nord America), THQ (Europa), Hudson Soft
Modalità di giocoGiocatore singolo, multigiocatore
Periferiche di inputDualShock
SupportoCD-ROM, cartuccia
Fascia di etàELSPA: 3+ · ESRBE
SeriePuzz Loop
Seguito daPuzz Loop 2
Specifiche arcade
CPUKaneko Super Nova System
SchermoOrizzontale

Modalità di gioco modifica

In Puzz Loop si controlla un cannone posizionato al centro dello schermo in grado di lanciare sfere colorate. Lo scopo del gioco è eliminare le sfere che scorrono lungo un binario, allineandone tre dello stesso colore.

Cloni modifica

Puzz Loop ha ricevuto numerosi cloni tra cui Zuma di PopCap Games, Luxor, Tumblebugs e i rispettivi seguiti. Roy Ozaki, presidente della Mitchell, ha criticato più volte la violazione della proprietà intellettuale.[1][2] PopCap si è difesa sostenendo di non aver violato alcun brevetto.[3]

Nel 2006 Mitchell ha pubblicato Actionloop per Nintendo DS e successivamente Actionloop Twist per Wii, distribuito nel 2008 tramite WiiWare. Un altro titolo sviluppato nel 2012 da Mitchell basato su Puzz Loop è Tokyo Crash Mobs per Nintendo 3DS.[4]

Note modifica

  1. ^ (EN) Chaz Seydoux, shokkingu hitofude, su insert credit, 16 gennaio 2006 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2013).
  2. ^ (EN) John Szczepaniak, Interview with Roy Ozaki and Kouichi Yotsui, in The Untold History of Japanese Game Developers, 4 agosto 2014, ISBN 978-0992926021.
  3. ^ (EN) John Andersen, Soapbox: Ripping Off Japan - Japanese Video Game Copyright Protection & Preservation (Or Lack Thereof), su GamaSutra, 24 ottobre 2006, p. 3.
  4. ^ (EN) David Hinkle, Trying to make sense of Tokyo Crash Mobs, su Engadget, 19 dicembre 2012.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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