Il rastrello è uno strumento che assieme alla forca, generalmente serve a raccogliere fieno e paglia essiccati al sole, ma anche foglie o per sbriciolare la terra prima della semina o per raccogliere le castagne o raccattare i sassi più grossi[1].

Un rastrello appoggiato al muro

Caratteristiche modifica

Il lungo manico generalmente di legno è attaccato perpendicolarmente al pettine, un'asse che va dai 30 ai 70 cm di larghezza, con un numero variabile di rebbi, i denti che servono a trattenere il materiale da rastrellare. Il pettine può essere in metallo, in legno e oggigiorno anche in plastica.

Utilizzi modifica

Il rastrello è uno strumento indispensabile nel lavoro rurale, e lo è stato ancora di più in passato, vista l'assenza di mezzi meccanizzati, inoltre è diffuso pressoché in tutto il mondo. La sua diffusione è iniziata nel Medioevo. In città viene usato per pareggiare la ghiaia nei viali e nei cantieri. Il rastrello è un elemento fondamentale per la cura dei giardini Zen, vere e proprie opere d’arte da osservare, in quanto con il rastrello si devono creare armoniosi percorsi e linee ondulatorie dell’acqua, tracciati senza mai fermare il rastrello stesso.[2]

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ Rastrello, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ Il giardino Zen (Karesansui) per la meditazione ed il ritrovamento della pace interiore, su Il Giardino dei Libri. URL consultato il 25 giugno 2021.

Voci correlate modifica

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