Real Casa

struttura incaricata dell'amministrazione del patrimonio dei re d'Italia (1861-1946)

La Real Casa è stata un insieme di uffici presenti nel Regno di Sardegna (1720-1861) prima e poi nel Regno d'Italia (1861-1946) che furono destinati al supporto, all'amministrazione e alla gestione del patrimonio - mobile e immobiliare - del Re e della famiglia reale italiana, sia di proprietà della Corona che privata. Erede delle gerarchie feudali della corte sabauda di Ancien Régime, la Real Casa venne riformata nel 1848 da Carlo Alberto di Savoia a seguito della concessione dello Statuto Albertino. Durante gli anni del Risorgimento venne ad acquisire maggiore rilievo nella scena politica della nazione, subendo numerose riorganizzazioni interne ma conservando sempre la propria fedeltà al Re tanto da essere stato uno degli organi di governo fautori della caduta del fascismo. In seguito alla nascita della Repubblica italiana gli uffici vennero soppressi: le funzioni di supporto al capo delle stato repubblicano vennero poi assunte dal segretariato generale della Presidenza della Repubblica.

Real Casa
Gli uffici della Real Casa erano in via del Quirinale, presso il Palazzo Sant'Andrea (al centro della foto)
Stato Ducato di Savoia

Bandiera del Regno di Sardegna Regno di Sardegna
Bandiera dell'Italia Italia

Suddivisioni
  • Casa Militare di S.M.
  • Casa Civile di S.M. e Ministero della Real Casa
  • Sovrintendenza generale del Patrimonio privato
Istituito24 gennaio 1849
daCarlo Alberto di Savoia
Predecessore
  • Azienda delle fabbriche e fortificazioni (?-1817)
  • Azienda Generale della Real Casa (1817-1848)
Soppresso19 giugno 1946
daGoverno della Repubblica Italiana
SuccessoreSegretariato generale della Presidenza della Repubblica
SedeRoma, Palazzo Sant'Andrea
Indirizzovia del Quirinale, 30

Storia modifica

Normativa modifica

  • Statuto Albertino (artt. 19, 20, 21);
  • R.D. 24 gennaio 1849, n. 870;
  • Legge 16 marzo 1850;
  • R.D. 10 novembre 1856;[1]
  • R.D. 11 aprile 1869;[2]
  • R.D. 16 gennaio 1871;[1]
  • R.D. 27 gennaio 1878;[3]
  • R.D. 25 giugno 1884;[3]
  • R.D. 15 gen. 1890;[2]
  • R.D. 25 dicembre 1892, n. 309;
  • R.D. 14 nov. 1901, n. 466;
  • Legge 12 febbraio 1905, n. 26;
  • R.D. 6 ottobre 1914, n. 327;
  • R.D. 3 ottobre 1919, n. 1792, poi legge 18 marzo 1926, n. 562;
  • R.D. 1º giugno 1921, n. 151;
  • R.D. 27 novembre 1921, n. 166;
  • R.D. 23 maggio 1924, n. 827;[4]
  • R.D. 10 luglio 1934, n. 123;
  • R.D. 15 agosto 1939, n. 328;
  • R.D. 16 set. 1940, n. 402
  • D.L.P. 19 giugno 1946 n. 3;

Organizzazione modifica

Casa Militare di S.M. il Re modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Primo aiutante di campo del re.

Originata dalle milizie di guardia personale del Medioevo la Casa Militare era preposta alla protezione del sovrano, alla sorveglianza delle sue residenze e alla funzione di collegamento tra le forze armate, il ministero della guerra e il suo capo supremo; da quest'ufficio dipendevano quindi tutti i corpi di guardia ed era composta da ufficiali provenienti dagli alti ranghi militari.[5]

Casa Civile di S.M. il Re modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ministro della Real Casa e Prefetto di palazzo.

Concepita dalla riforma voluta da Carlo Alberto nel 1849, la Casa Civile subentrava alla Camera, della corte medievale, e comprendeva tutti gli uffici e il personale che non era alle dipendenze del primo aiutante di campo; nella riforma voluta da Carlo Alberto essa dipendeva dal prefetto di palazzo, che era posto a capo di tutti gli uffici, compresi quelli dell'amministrazione e della gestione patrimoniale. Lentamente però, la figura di rilievo della Casa Civile divenne il sovrintendente della lista civile, che dal 1856 prese la denominazione di ministro della Casa del Re e poi di ministro della Real Casa. Con la creazione della carica ministeriale venne anche a crearsi un'ulteriore burocrazia civile, strutturata in divisioni - da intendere come uffici e non come unità militari - e uffici autonomi.

Ministero della Real Casa modifica

La struttura ministeriale deriva dalla sovrintendenza generale della lista civile.

Evoluzione amministrativa della Real Casa
Riforma Albertina
(1849)[6]
Riforme Vittoriane
(1854-1856)[7]
Riforma Visone
(1884)[8]
Riforma Rattazzi
(1892)[9]
Divisioni
I N.N.[10] 1854. Gabinetto, segreteria del Consiglio, personale,
mantenimento, archivio generale, protocollo

1857. Gabinetto particolare, personale di corte,
gabinetto del ministro, affari generali e riservati
Segreteria reale Segreteria reale
II 1854. Fabbriche, parchi e giardini
1857. Fabbriche e possessi, guardamobili
Personale, affari generali, cassetta privata, beneficenza Personale, cassetta privata, beneficenza
III 1854. Contabilità
1857. Mantenimento ordinario,
personale di livrea, viaggi
Fabbriche e possessi Fabbriche, possessi e inventari patrimonaili
IV 1854. Guardamobili
1857. Contabilità e controllo
Governo interno Governo interno
V 1854. Tesoreria, contabilità Scuderie e razze dei cavalli Ragioneria generale, tesoreria, controllo
VI Uffici d'ordine, archivi, protocollo, economato
VII Ragioneria generale e tesoreria
VIII Controllo generale
Uffici staccati
Segreteria generale (1869-1892)
Direzione generale dell'amministrazione civile (1892-1922)
Segreteria generale del Ministero (1922-1939)[11]
1 Ufficio d'arte Sezione d'arte (fino al 1860/61) Ufficio tecnico
2 Cassa della lista civile (fino al 1857), poi Tesoreria centrale
3 Biblioteca e Gabinetto delle medaglie
4 Regia armeria antica e moderna
5 Regia galleria dei quadri
6 Regie Scuderie vedi V divisione Ufficio del Grande scudiere
7 Regie Caccie Direzione generale delle R. Caccie Ufficio del Gran cacciatore
8 Ufficio di consulenza legale
9 Servizio telegrafico privato
10 Ufficio del Primo aiutante di campo
11 Uffizi di bocca (fino al 1865), poi Ufficio del cerimoniale Ufficio del Prefetto di palazzo
12 Ufficio della Dama e del Cavaliere d'onore della Regina
13 vedi VI divisione Ufficio d'ordine
14 Ispezione tecnica agraria -
15 Reali giardini
Amministrazione provinciale della Real Casa
A Lombardia (Milano, Monza) Torino
B Toscana (Firenze, San Rossore e Coltano, Poggio a Caiano) Genova
C Modena e dipendenze Milano e Monza
D Parma e dipendenze Venezia
E Province meridionali Firenze
F Pisa
G Napoli
H Palermo
Regia Cappella - Personale ecclesiastico
Personale sanitario

Dotazione della Corona modifica

In generale, per dotazione della Corona s'intendeva tutto ciò che per mezzo di legge era attribuito al Re in ragione della carica che ricopriva, come previsto dallo Statuto all'articolo 19. Stante alle leggi e alla dottrina del tempo, era composta da due categorie di "istituti"[12]:

  • la Lista Civile: [...] costituita dall'assegnazione annua, nel bilancio dello Stato, di una somma a favore del re in ragione dell'ufficio da lui esercitato; somma destinata principalmente a coprire le spese connesse all'ufficio medesimo nonché quelle necessarie per l'amministrazione dei beni della dotazione della corona;[13] Un assegno annuale era attribuito anche ai membri della casata, una volta raggiunta la maggiore età.[14]
  • la Dotazione della Corona: [...] rappresentata propriamente da una determinata assegnazione di beni mobili e immobili, fatta al re per assicurargli la dignità delle condizioni di vita richieste dall'elevatezza dell'ufficio che ricopre.[12]

Durante il regno, sia la lista civile che la dotazione cambiò numerose volte. Di particolare rilievo è il passaggio degli immobili dalla casa reale allo Stato, e viceversa.

Con l'unificazione della Penisola, alla Corona non vennero attribuite solo le residenze sardo-piemontesi ma anche gli immobili degli stati preunitari.[15]

Il patrimonio immobiliare subì una drastica alienazione nel 1919, durante il regno di Vittorio Emanuele III: con il regio decreto 3 ottobre 1919 n. 1792[16], il re retrocesse allo Stato una serie di beni, alcuni dei quali vennero devoluti a favore dell’Opera Nazionale Combattenti, di rappresentanze estere italiane o al ministero della Pubblica Istruzione.[17][18] La scelta di dismettere parte degli immobili della Corona venne però criticata sia da Sidney Sonnino, indicandoli come simbolo presso le differenti regioni della Nazione, sia dai movimenti di stampo socialista.[19]

Anche se avvenne un passaggio dalla Corona allo Stato, alcuni di questi palazzi continuarono a essere a disposizione della famiglia reale, come nel caso di Palazzo Pitti,[20] del Palazzo Reale di Napoli, della Reggia di Capodimonte e della Palazzina di caccia di Stupinigi, oppure come il Castello di Miramare, che fu residenza dei duchi d'Aosta, prima del trasferimento ad Addis Abeba. Inoltre, fino al 1943 in provincia di Bolzano il Palazzo Reale venne destinata ai duchi di Pistoia, rappresentanti del Re e dello Stato italiano nei territori appena annessi.[21]

Sovrintendenza Generale del Patrimonio Privato di S.M. modifica

Non rientrando nella lista civile e nella dotazione della Corona, questi beni erano soggetti alla normativa comune, così come stabilito nell’articolo 20 dello Statuto Albertino, la cui amministrazione era lasciata ad un organo preposto della Real Casa.

Cariche di Corte (1940) modifica

Prima Grande carica e Grande ufficiale dello Stato

Ministro della Real Casa -→ vedi Elenco dei ministri

Grandi cariche e Grandi ufficiali dello Stato

Primo aiutante di campo del Re -→ vedi Elenco dei Primi aiutanti
Prefetto di palazzo -→ vedi Elenco dei Prefetti

Alti funzionari

Grande scudiero del Re vedi Elenco dei Grandi scudieri
Gran cacciatore del Re -→ vedi Elenco dei Gran cacciatori
Gran maestro delle cerimonie
Cavaliere d'onore della Regina
Cappellano maggiore del Re vedi Elenco dei cappellani

Beni immobili della Corona modifica

Segue elenco parziale della dotazione immobiliare. In grassetto i beni in uso fino al 1946.

Provenienza Provincia Bene immobile Parte della dotazione
Acquisizione Dismissione
  Regno di Sardegna (1720-1861) Torino   Castello Reale di Moncalieri 1200 circa 1919
  Castello di Rivoli[22] 1247 1883
  Palazzo Reale di Torino 1563 1946
  Villa della Regina 1615 1869
Cagliari   Palazzo Reale di Cagliari 1720 1884
Torino   Palazzina di caccia di Stupinigi[23] 1723 1919
Genova   Palazzo Reale di Genova 1824 1919
Aosta   Riserva Reale del Gran Paradiso 1856 1919
  Regno Lombardo-Veneto Milano   Palazzo Reale di Milano 1859 1919[24]
  Villa Reale di Milano, ora Belgioioso 1859 1919
  Casino Reale al Teatro alla Scala 1859 1919
  Villa Reale di Monza, parco e ville annesse 1859 1919
Cremona Palazzo Ala Ponzone 1859 1877
  Ducato di Parma e Piacenza Parma[25]   Casino dei Boschi di Sala Baganza e Parco 1860 1868[26]
  Villa del Ferlaro 1860 1868[26]
  Palazzo di Riserva 1860 1862[26]
  Palazzo del Giardino 1860 1862[26]
  Palazzo Ducale di Parma 1860 1865[26]
  Palazzo Ducale di Colorno 1860 1862[26]
  Ducato di Modena e Reggio Modena   Palazzo ducale di Modena 1860 1868
Casino delle Pentetorri 1860 1868
Reggio Emilia   Palazzo ducale di Reggio Emilia 1860 1868
  Stato Pontificio Bologna   Villa di San Michele in Bosco[27][28] 1860 1877
  Ducato di Lucca Lucca   Palazzo ducale di Lucca 1860 1868
Marlia   Villa Reale di Marlia 1860 1868
  Granducato di Toscana Firenze   Palazzo Pitti e Giardino di Boboli 1860 1919
  Palazzina della Meridiana 1860 1919
Villa Alessandri 1860 1919
Villa, podere e casa colonica già Massini 1860 1919
  Villa medicea di Castello 1860 1919
  Villa medicea della Petraia 1860 1919
  Palazzina delle Cascine, parco e annessi 1860 1919
  Villa medicea di Poggio a Caiano 1860 1919
  Tenuta di Tavola 1860 1919
Pisa   Palazzo Reale di Pisa 1860 1919
  Tenuta di San Rossore 1860 1946
  Tenuta di Coltano 1860 1919
Podere di Malaventre 1860 1919
  Regno delle Due Sicilie Palermo   Palazzo Reale di Palermo 1860 1919
  Tenuta e Casino della Favorita 1860 1919
  Real Casina di Caccia di Ficuzza 1860 1871
Napoli   Palazzo Reale di Napoli 1860 1919[29]
Casino dell’Unione 1860 1919
Casa dell’Egiziaca 1860 1919
Casina al Campo di Marte 1860 1919
  Reggia di Capodimonte e bosco 1860 1919
  Tenuta di Astroni 1860 1919
Tenuta di Licola 1860 1919
  Casina Vanvitelliana del Fusaro 1860 1919
  Villa Favorita di Resina 1860 1879
  Villa Maria Pia 1934[30] 1946
Caserta   Palazzo Reale di Caserta e parco 1860 1919
  Tenuta di Carditello e Calvi, con masseria di San Vito in Carmola 1860 1919
  Regno Lombardo-Veneto Venezia   Palazzo Reale di Venezia 1866 1919
Fabbricato “le Beccarie” in calle Vallaresso 1866 1919
  Stato Pontificio Roma   Palazzo del Quirinale e dipendenze 1870 1946
  Palazzo della Consulta 1871[31] 1874
  Tenuta di Castelporziano 1872 1946
  Regno d'Italia L'Aquila   Riserva Reale dell’Alta Val di Sangro 1873
1900
1878
1912
  Impero austro-ungarico Bolzano   Villa Wendlandt 1934 1943
Trieste   Castello di Miramare 1930 1937

Note modifica

  1. ^ a b Archivio centrale dello Stato, Archivi degli organi di governo e amministrativi dello Stato, REAL CASA (1829-1951). Ultima cons. il 20/01/2023, https://search.acs.beniculturali.it/OpacACS/guida/IT-ACS-AS0001-0000285
  2. ^ a b Archivio storico della Presidenza della Repubblica, REAL CASA, Ministero della Real Casa. Ultima cons. il 20/01/2023, https://archivio.quirinale.it/aspr/soggetti-produttori/CPF-001-000588/real-casa-casa-militare-ufficio-del-primo-aiutante-campo-s-m#n
  3. ^ a b Archivio centrale dello Stato, REAL CASA
  4. ^ Ragioneria Generale dello Stato, Normativa, REGOLAMENTO PER L'AMMINISTRAZIONE DEL PATRIMONIO E PER LA CONTABILITA' GENERALE DELLO STATO. Ultima cons. il 20/01/2023. https://www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VERSIONE-I/Selezione_normativa/R-D-/RD23.05.24.pdf
  5. ^ Archivio storico della Presidenza della Repubblica. REAL CASA, Casa militare, Ufficio del primo aiutante di campo di S.M. Ultima cons. il 08/09/202, https://archivio.quirinale.it/aspr/soggetti-produttori/CPF-001-000588/real-casa-casa-militare-ufficio-del-primo-aiutante-campo-s-m#n
  6. ^ R.D. 24 gennaio 1849 n. 870
  7. ^ R.D. 22 dicembre 1854, R.D. 10 novembre 1856
  8. ^ R.D. 25 giugno 1884
  9. ^ R.D. 25 dicembre 1892, n. 309
  10. ^ vedasi Calendario generale del Regno pel 1850
  11. ^ Archivio storico della Presidenza della Repubblica, Commissariato per l'amministrazione dei beni demaniali già di dotazione della Corona e dei servizi del soppresso Ministero della Real Casa 1946-48, p.37. https://archivio.quirinale.it/materiali-pubblicazioni/inventari/Commissario_per_l_amministrazione_dei_beni_demaniali_gia_di_dotazione_della_corona.pdf
  12. ^ a b Ferracciù, "Lista Civile". https://www.treccani.it/enciclopedia/lista-civile_%28Enciclopedia-Italiana%29/
  13. ^ Ibidem
  14. ^ Presidenza della Repubblica, Statuto Albertino'. Ultima cons. il 08/09/2022, https://www.quirinale.it/allegati_statici/costituzione/Statutoalbertino.pdf
  15. ^ Merlotti, Dalle Regge d’Italia, p. 21
  16. ^ AuGUSto: Automazione Gazzetta Ufficiale Storica. https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/1919/10/06/237/sg/pdf
  17. ^ Mack-Smith, Savoia re d'Italia, p. 315-316
  18. ^ Bertoldi, Savoia. Ascesa caduta dinastia, p. 1455, vol. 6
  19. ^ Le Moal, Vittorio Emanuele III, p. 233
  20. ^ Satta, Savoia, Cifra Reale, p. 71. Utilizzato da Anna d’Aosta fino al 1946
  21. ^ Commissariato del Governo per la provincia di Bolzano, Ministero dell'Interno, Il Palazzo Ducale Ultima cons. il 08/09/2022, http://www.prefettura.it/bolzano/contenuti/Il_palazzo_ducale-11442.htm
  22. ^ https://www.castellodirivoli.org/la-residenza-reale/storia/
  23. ^ Inizialmente la palazzina era di proprietà del monarca assoluto del Regno di Sardegna. Con la parentesi rivoluzionaria venne ceduta a privati cittadini, per poi essere inclusa nella lista civile imperiale di Napoleone. In seguito alla Restaurazione del 1815, divenne proprietà delle Regie Finanze e, in seguito, rilevata dall’Azienda Generale della Real Casa. Nel 1919 venne ceduta allo Stato, per poi passare con il R.D. 25 giugno 1925 (legge 15 aprile 1926) proprietà dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. http://www.clubunescoalba.it/worldheritage/italia/palastupinigidoc Archiviato il 1º agosto 2022 in Internet Archive.
  24. ^ Rimase a disposizione della casa reale fino al 1936. https://milano.repubblica.it/dettaglio/palazzo-reale-restauro-infinito-altre-15-stanze-aprono-le-porte/1505909
  25. ^ Merlotti, Dalle Regge d’Italia, p. 216. I palazzi del ducato di Parma vennero attribuiti alla Corona con la legge 24 giugno 1860 n. 4135
  26. ^ a b c d e f Merlotti, p. 216-217
  27. ^ Vedasi gli annuari del regno d'Italia, dal 1860 in poi. Gli appartamenti del legato pontificio da Domenico Ferrihttps://www.bibliotecasalaborsa.it/bolognaonline/cronologia-di-bologna/1860/visita_del_re_vittorio_emanuele_ii_a_bologna
  28. ^ https://www.bibliotecasalaborsa.it/bolognaonline/cronologia-di-bologna/1836/domenico_ferri_scenografo_a_parigi
  29. ^ chrome-extension://efaidnbmnnnibpcajpcglclefindmkaj/http://coelux.dfm.uninsubria.it/symbolicum/uploads/images/Heliopolis/Heliopolis%202002%201/8_2002_Saetta.pdf
  30. ^ Ceduta nel 1932 dalla famiglia dell’ambasciatore britannico allo Stato Italiano, posta poi a disposizione della Famiglia Reale. In questa villa nel 1946 Vittorio Emanuele III firmò l’atto di abdicazione, per poi partire per l’esilio presso Alessandria d’Egitto.
  31. ^ http://www.060608.it/it/cultura-e-svago/beni-culturali/beni-architettonici-e-storici/palazzo-della-consulta.html

Bibliografia modifica

  • Bertoldi Silvio, I Savoia. Ascesa e caduta di una dinastia, vol. 6, Milano, Gruppo Editoriale Fabbri, 1983
  • Codice civile. Con la Costituzione e le leggi speciali, ed. 18, Roma, Gruppo Buffetti S.p.A., 1995
  • Ferracciù Antonio. "Lista Civile". In Enciplopedia italiana, 1 ed., vol. XXI, Istituto dell'Enciploedia italiana, 1934
  • Ghisotti Silvia e Merlotti Andrea (cur.), Dalle Regge d'Italia, Genova, SAGEP Editori, 2017
  • Le Moal Frédéric, Vittorio Emanuele III, Gorizia, LEG Edizioni, 2016
  • Mack-Smith Denis, I Savoia Re d'Italia, Milano, Rizzoli, 1992
  • Merlotti, Andrea, Stefano Papi e Tomaso Ricardi di Netro (cur.), Diademi e gioielli reali: capolavori dell'arte orafa italiana per la Corte Sabauda, Treviso, Piazza Editore, 2009
  • Pacelli Mario, Giorgio Giovannetti, Il colle più alto: Ministero della Real casa, Segretariato generale della Presidenza della Repubblica, Torino, G. Giappichelli Editore, 2017
  • Poleggi Ennio, L'invenzione dei rolli. Genova, civiltà di palazzi, Milano, Skira, 2004
  • Satta Danila, Amedeo di Savoia, Cifra Reale, Nove, La Compagnia del Libro, 2015

Collegamenti esterni modifica