Renato De Censi

calciatore e militare italiano

Renato De Censi (Roma, 6 febbraio 1893Venezia, 27 marzo 1919) è stato un calciatore e militare italiano, di ruolo difensore.

Renato De Censi
Renato De Censi
NascitaRoma, 6 febbraio 1893
MorteVenezia, 27 marzo 1919
Cause della mortevittima in disastro navale
Luogo di sepolturaTempio ossario - Venezia
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armataRegia marina
Corpoarditi reggimentali
Repartoardito
Anni di servizio1914 - 1919
GradoS.C. cannoniere
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
Decorazioni1 medaglia d'argento 2 medaglia di bronzo
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Renato De Censi
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 173 cm
Peso 70 kg
Calcio
Ruolo Difensore
Termine carriera 1915
Carriera
Squadre di club1
1908-1910Lazio1 (0)
1911-1912Juventus Roma? (?)
1913-1915Pro Roma? (?)
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Biografia modifica

Nell'atto di nascita si trova erroneamente iscritto come "De Cenzi".

Fu studente dell'Istituto Leonardo da Vinci di Roma.

Fu arruolato come marinaio cannoniere sulla Regia Nave "Regina Elena". Tra il 1917 e il 1918 fece parte degli Arditi della marina di stanza a Cavazzuccherina (l'odierna Jesolo), dove si distinse in numerose azioni belliche. Fu pluridecorato con una medaglia d'argento e 2 di bronzo.[1] Rimase ucciso in seguito al Disastro del San Spiridione cui prestava servizio il 27 marzo 1919 nel canale delle Zattere a Venezia.[2]

Carriera modifica

Fece parte della squadra riserve della SP Lazio che, in previsione del primo campionato ufficiale della Federazione disputato tra 1909 e 1910, giocò contro club romano Juventus e perse per 3-1.[3] Nel 1911 militò nel club che aveva affrontato nella stagione precedente, la Juventus di Roma, mentre l’anno successivo difese i colori della Pro Roma. Aveva altri due fratelli calciatori:Romolo De Censi e Remo De Censi che giocarono in prestigiose squadre romane.

Palmarès modifica

Competizioni nazionali modifica

Lazio: 1909-1910

Onorificenze modifica

«Ardito tra gli arditi, volontario in ogni azione di guerra, sprezzante di qualsiasi pericolo, usciva tra i primi dalla trincea e con l’esempio e la parola, sfidando l’intenso fuoco di mitragliatrici avversarie, trascinava i suoi dipendenti alla conquista di un elemento di trincea nemica, catturando il presidio e le armi dopo accanita lotta.»
— Testa di ponte di Cortellazzo, Basso Piave, 20 giugno 1918
«Durante un bombardamento con grossi calibri che facevano vittime tra la guarnigione e la popolazione civile attendeva, volontariamente all’opera di salvataggio e al trasporto dei feriti e si offriva poi da guida agli illesi (donne e bambini) dando prova di completo sprezzo del pericolo nell’adempimento dell’umanitaria missione.»
— Grado, 18 ottobre 1917
«Offertosi con altro militare volontario per una pericolosa esplorazione in zona allagata e occupata dal nemico la portava a termine e tentava audacemente di impadronirsi di una mitragliatrice, affrontando un nemico soverchiante di numero e di armi.»
— Casa Postesella – Delta del Piave Basso. Sile, 3 dicembre 1917

Note modifica

  1. ^ Dal Nastro Azzurro.
  2. ^ Messaggero del 28 marzo 1919.
  3. ^ Mario Pennacchia, La storia della Lazio, Ed. Corriere dello Sport 1969.

Bibliografia modifica

  • Fabrizio Munno e Fabio Bellisario, Dal Tevere al Piave: 1915-1918, gli atleti della Lazio nella Grande Guerra, Edizioni Sportive Eraclea, 2015.
  • Roberto De Censi, Il piroscafo San Spiridione dal diario di un Ardito a una strage dimenticata, Ed. Nane 2019.