Renato Lucchi

allenatore di calcio e calciatore italiano
Renato Lucchi
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Calcio
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Termine carriera 1953 - giocatore
1982 - allenatore
Carriera
Squadre di club1
193?-1940Forlimpopoli? (?)
1940-1941Forlì? (?)
1941-1947Cesena116 (10)
1947-1949Bari35 (0)
1949-1952Venezia80 (1)
1952-1953Bellaria? (?)
Carriera da allenatore
1955-1959Cesena
1960-1962Rimini[1]
1963-1965Cesena
1965-1966Potenza
1966-1967Ravenna
1967-1969Pisa
1969-1971Verona
1971-1972Mantova
1972-1973Catanzaro
1981-1982Cesena
1991CesenaDT[2]
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
Statistiche aggiornate al maggio 2011

Renato Lucchi (Cesena, 28 febbraio 1921Cesena, 5 ottobre 2000[3]) è stato un allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo centrocampista.

Carriera modifica

Giocatore modifica

Centromediano, in gioventù militò nel Forlimpopoli[4]. Giocò poi in Serie A con Bari e Venezia.

Allenatore modifica

Negli anni '50 e poi negli anni '60 ha allenato il Cesena in due periodi distinti. Ha inoltre diretto dalla panchina, fra le altre il Rimini, e nel 1967-1968 il Pisa, portando i toscani, allora militanti in Serie B, per la prima volta alla massima categoria, dove allenò ancora la squadra nella stagione successiva. Dopo varie esperienze all'inizio del decennio seguente, rimase inattivo per un lungo periodo, prima di tornare ancora una volta a guidare il Cesena, sostituendo alla quattordicesima giornata della stagione 1981-1982 Giovan Battista Fabbri[5] e portando la squadra romagnola alla salvezza con un mese di anticipo rispetto alla fine del campionato.

Palmarès modifica

Allenatore modifica

Competizioni regionali modifica

Cesena: 1956-1957

Note modifica

  1. ^ Almanacco illustrato del calcio, Rizzoli edizioni, 1962, p. 195.
  2. ^ Assume l'incarico di direttore tecnico in coppia con Giampiero Ceccarelli prima e Alberto Batistoni poi.
  3. ^ archiviostorico.gazzetta.it
  4. ^ Le nuove liste di trasferimento, da «Il Littoriale», 19 settembre 1940, p.3
  5. ^ La Stampa, 16 marzo 1982, pagina 21

Collegamenti esterni modifica