La East Indiaman Risdam era una nave mercantile olandese, andata persa per naufragio il 1º gennaio 1727 vicino a Pulau Batu Gajah (roccia dell'Elefante), in Malesia.

Risdam
Descrizione generale
Tiponave mercantile
Cantierecantiere navale di Amsterdam
Varo1713
Entrata in servizio1714
Destino finalepersa per naufragio il 1 gennaio 1727
Caratteristiche generali
Dislocamento520[1]
Lunghezza36,8 m m
Equipaggio120-180 persone[2]
dati tratti da The Survey of the VOC Fluit Risdam (1727), Malaysia[3]
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Storia modifica

La flute Risdam fu costruita presso un cantiere navale di Amsterdam nel 1713, per la locale Camera di Hoorn della Compagnia olandese delle Indie orientali.[2][3] Il 27 settembre 1714 la nave salpò dalla rada di Texel al comando del capitano Pieter Daalderr, raggiungendo Batavia il 22 aprile 1715 via capo di Buona Speranza (dove sostò dal 9 al 27 gennaio 1715) con a bordo 119 persone.[2] Successivamente la nave andò a Deshima, in Giappone, insieme alla navi Aldegonde, Witsburg e Strijkebolle.[2] Il 16 gennaio 1717 la Risdam levò l'ancora da Batavia al comando del capitano Jacobus Verkade e con un equipaggio di 87 persone, per un viaggio commerciale sotto l'egida della camera di Enkhuizen, raggiungendo Texel il 30 luglio dello stesso anno.[2] La Risdam viaggiava insieme alla Huis de Vlotter sotto l'autorità del capo mercante Hendrik Gideon Boudaen.[2] La nave sostò al capo di Buona Speranza dal 28 marzo al 13 aprile 1717.[2] La flute Risdam intraprese il viaggio di rientro a Batavia, per la camera di Amsterdam, il 16 novembre 1718 al comando del capitano Cornelis Dam, e via capo di Buona Speranza (sosta dal 29 aprile al 16 giugno 1719) raggiungendo Batavia il 31 agosto 1719.[2]

Secondo i registri della VOC la nave caricò stagno a Ligor e poi partì per Ayutthaya il 29-30 novembre 1726 dove caricò legno di zenzero, barili di zenzero, 40 vasetti di achar, 30 vasetti di lime e 150 vasi smaltati vuoti.[3] La nave salpò da Ayutthaya per Batavia l'8 dicembre, ma la nave iniziò ad imbarcare una considerevole quantità di acqua.[3] Il 1 gennaio 1727, dopo che l'infiltrazione di acqua era diventata quasi incontrollabile, il capitano portò intenzionalmente la nave ad arenarsi vicino a Pulau Batu Gajah per salvare le vite dell'equipaggio.[3] Il vecchio prevosto annegò a bordo della nave perché si rifiutò di sbarcare.[3]

Nel 1984 il ricercatore Mike Hatcher scoprì la nave, che era ancora intatta, sotto uno strato di fango spesso tre piedi.[2] Sono state trovate più di 300 zanne d'avorio, pali di legno e vasi di terracotta provenienti dalla Thailandia, oltre a 47 utensili di ferro, 139 lingotti di stagno.[2] Per salvare il Risdam ed esporlo nei Paesi Bassi, Mike Hatcher fondò in Olanda una fondazione per la ricerca sui relitti nell'area dell'India orientale con alcuni soci olandesi.[2] Tuttavia i piani di recupero fallirono quando i malesi reclamarono la proprietà della nave, che si trovava all'interno delle loro acque territoriali.[2]

Note modifica

Annotazioni modifica


Fonti modifica

Bibliografia modifica

  • (EN) Wendy van Duivenvoorde, Dutch East India Company Shipbuilding: The Archaeological Study of Batavia and Other Seventeenth Century VOC Ships, College Station, Texas A&M Unioversity Press, 2015.
  • (EN) Mona Lohanda e Hendrik E. Niemeijer, Marginalia to the Daily Journals of Batavia Castle (1659-1799) : A digitized contemporary chronological entry to archives of the Dutch East India Company (VOC), Jakarta, The Corts Foundation, 2013.
  • (EN) J.R. Brujin, F.S Gaastra e I. Schoffer, Dutch-Asiatic Shipping in the 17th and 18th centuries, Volume II, Outward-bound voyages from the Netherlands to Asia and the Cape (1595-1794), Den Haag, Martinus Nijhoff, 1979, ISBN 90-247-2270-5.
  • (EN) J.R. Brujin, F.S Gaastra e I. Schoffer, Dutch-Asiatic Shipping in the 17th and 18th centuries, Volume III, Homeward-bound voyages from Asia and the Cape to the Netherlands (1597-1795), Den Haag, Martinus Nijhoff, 1979.
  • (EN) Robert Parthesius, Dutch Ships In Tropical Waters: The Development of the Dutch East India Company (VOC) Shipping Network in Asia 1595-1660, Amsterdam, Amsterdam University Press, 2010.
  • (EN) Paul van der Velde, The Deshima dagregisters : their original tables of contents : Vol. IV 1710-1720, Leiden, Center for the History of European Expansion, 1989.
Periodici

Collegamenti esterni modifica

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