Riserva naturale provinciale Lago di Santa Luce

Riserva naturale regionale/provinciale (EUAP1163)

La riserva naturale Lago di Santa Luce[1] è un'area naturale protetta nel comune di Santa Luce, in provincia di Pisa. Il lago di Santa Luce è un habitat di elezione per la presenza di numerose specie di uccelli acquatici. Importante sito lungo la rotta migratoria è nodo strategico nella rete ecologica del territorio. La Riserva presenta caratteristiche e potenzialità che la rendono un sito di grande importanza nel sistema delle aree protette provinciali e regionali in termini di biodiversità, ma anche di capacità ricettiva e funzionale per l’educazione ambientale ad ampio raggio.

Riserva naturale provinciale Lago di Santa Luce
Tipo di areaRiserva naturale, ZSC
Codice WDPA178741
Codice EUAPEUAP1163
Class. internaz.Categoria IUCN IV: area di conservazione di habitat/specie
StatiBandiera dell'Italia Italia
Regioni  Toscana
Province  Pisa
ComuniSanta Luce
Superficie a terra278,18 ha
Provvedimenti istitutiviD. C.P. 98, 09.06.00
GestoreRegione Toscana
Mappa di localizzazione
Map
Sito istituzionale

Zona di Protezione con divieto di pesca, istituita nel 2013 ai sensi dell'art. 5 comma 1, lett. e) della L.R. 3 gennaio 2005 n°7, “Gestione delle risorse ittiche e regolamentazione della pesca dilettantistica nelle acque interne”.[2]

Per ogni informazione sulla Riserva Naturale: Guido Iacono - Ufficio Aree protette - Provincia di Pisa oppure Lipu Santa Luce

La Riserva naturale è visitabile il sabato e la domenica solo su prenotazione da effettuare con anticipo.

Origini modifica

 
Cartello ai confini della riserva

Il lago nasce come Oasi LIPU di Santa Luce nel 1992 da un accordo tra la Società Solvay ( a tutt’oggi proprietaria del lago ) e la LIPU – Lega Italiana per la Protezione degli Uccelli –

Nel 1997 nasce l’ A.N.P.I.L. Lago di Santa Luce. L’interesse dell’amministrazione provinciale pisana verso una politica di protezione e valorizzazione delle aree protette presenti sul territorio, insieme al consenso della società Solvay, ha portato alla costituzione nel 2000 di un’area protetta di maggior valenza, trasformando l’ A.N.P.I.L. in Riserva Naturale Provinciale Lago di Santa Luce.

Nel 2009 la Regione Toscana ha deliberato la designazione di Sito di Importanza Comunitaria “Lago di Santa Luce”(IT5170009, direttiva 92/43/CEE): un riconoscimento e una maggiore garanzia per il futuro, la protezione e la salvaguardia dell’intera area. Il lago oggi testimonia il raggiungimento di quegli obiettivi che la LIPU si era posta all’indomani dell’istituzione dell’Oasi Lipu.

Nel 2016, con la legge Del Rio sul riordino delle competenze provinciali, la Riserva Lago di Santa Luce diventa Riserva regionale e nel maggio dello stesso anno è designata a Zona Speciale di Conservazione ( ZSC )[3], ai sensi dell’articolo 3, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, in base alla direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche.[4]

Caratteristiche modifica

La storia del lago di S.Luce è recente e la sua origine artificiale. Dove oggi ammiriamo una zona umida di elevato interesse naturalistico, in passato si estendevano coltivazioni cerealicole di proprietà del Monte dei Paschi di Siena, acquistati in seguito dalla Società Solvay Italia S.p.a. per la realizzazione di un bacino a valenza industriale. Il lago, infatti, è stato realizzato tra il 1958 e il 1960 dalla Società Solvay, allo scopo di ottenere una riserva idrica di acqua dolce da impiegare nelle lavorazioni chimiche del vicino stabilimento di Rosignano Solvay.

Il bacino idrico è nato dallo sbarramento, per mezzo di una diga realizzata completamente in argilla, del fiume Fine la cui sorgente è localizzata nella regione settentrionale della dorsale Chianni - Riparbella e a circa 10 km di distanza dal Lago di S.Luce. A valle del lago il Fine riprende il suo corso naturale per sfociare in mare in Località Pietra Bianca (Vada).

L'invaso è alimentato oltre che dal fiume Fine anche da altri tre corsi d’acqua: il torrente Sabbiena, il Botro dei Rotini e il Botro dei Riseccoli, tutti situati nella parte orientale del lago. Il prelievo idrico da parte della Società Solvay avviene solo in inverno, quando il lago tracima dallo sfioratore a causa della stagione delle piogge.

L’acqua utilizzata dallo stabilimento risulta essere quella in eccesso e viene convogliata in dei tubi, dove, per azione del dislivello tra il lago e lo stabilimento di R. Solvay, arriva alla fabbrica. In estate per contrastare il deficit idrico del fiume Fine dovuto alla stagione siccitosa, problema antecedente alla realizzazione dell’invaso, vengono aperte a giorni alterni due serrande che si trovano sul fondo del lago.[5]

Territorio modifica

Immersa tra colline e campi coltivati, la Riserva si estende per 525 ettari, inclusa la ZSC ( Zona Speciale di Conservazione ), comprendenti l’intera superficie del lago (105ha), la fascia perimetrale caratterizzata da una lussureggiante vegetazione acquatica e i campi coltivati. Il lago, fin dalla sua nascita, è stato testimone di una rapida colonizzazione spontanea da parte della vegetazione palustre e di numerose specie di fauna acquatica. Oggi, perfettamente rinaturalizzato, il lago luccica come una perla preziosa incorniciata dal verde dei boschetti di salice, tamerice, pioppo ed olmo. I sentieri che si snodano lungo le rive del lago sono arricchiti da fitti tratti di macchie e siepi di rovo, prugnolo, sanguinella, biancospino e rosa canina che in primavera diventano, assieme a ginestre, gladioli, muscari, sonchi ed orchidee selvatiche, gli artefici di uno spettacolo di rara bellezza. Nella parte meridionale della Riserva incontriamo piccoli boschetti sempreverdi (alaterno, lentisco) circondati da prati incolti, volutamente lasciati allo stato naturale per arricchire la Riserva di un altro importante spazio ecologico.

La ricchezza dell’avifauna è spiegata dall’estrema varietà di ambienti, seppur limitati come dimensioni, presenti nella Riserva: sono circa 200 le specie osservabili lungo l’arco dell’anno. Ogni stagione ha i suoi protagonisti. In inverno il lago si popola di anatre multicolori quali moriglioni, alzavole, germani reali, fischioni, di aironi come la garzetta, l’airone bianco maggiore, abili ed eleganti nelle loro tecniche di caccia, così come il falco pescatore, senza rivali nel catturare i pesci, mentre i cormorani danno spettacolo la sera ai dormitori notturni. In estate i canneti si popolano di uccelli piccoli e poco appariscenti, ma dal canto inconfondibile come usignoli, cannareccioni e cannaiole, mentre i tipici nidi “a fiasco” del pendolino ondeggiano sulle tamerici. L’airone rosso e il tarabusino occupano anche loro i canneti per la nidificazione, ma sono più elusivi. Al mattino è facile incontrare il gheppio, la poiana in perlustrazione sui campi, oppure la sagoma del falco di palude mentre sorvola i canneti. La notte, invece, entrano in azione il barbagianni, la civetta e gli altri notturni. Ma la stagione in assoluto più spettacolare resta la primavera: le colline in fiore fanno da scenario alle parate nuziali dello svasso maggiore, simbolo della Riserva. Anche i migratori compaiono sul lago, aironi come la nitticora, limicoli come il cavaliere d’italia e il piro-piro piccolo. Non mancano all’appello le specie di bosco quali il rumoroso picchio verde ed il torcicollo ed i più comuni pettirosso, fringuello, merlo e scricciolo, che trovano rifugio nei boschetti e tra le folte siepi di biancospino, rovo e prugnolo.

In un ecosistema come quello del lago vi è una grande diversità biologica, di cui il processo di adattamento risulta esserne lo strumento modellatore. Numerosissime le presenze di insetti: dalle eleganti libellule alle coloratissime vanesse, dalle grandi sfingi notturne alle specie acquatiche come la notonetta. Anche rettili e anfibi sono presenze costanti: dal comunissimo biacco, alla più elegante natrice dal collare, al coloratissimo rospo smeraldino. Fra i molluschi spicca l’anodonta, un grosso bivalve che raggiunge anche i 10 cm. di lunghezza e che abita le anse sabbiose del lago, le cui acque sono ricche anche di numerose specie di pesci, tra cui cavedani, carpe, persici sole, tinche e lucci. Più schivi e crepuscolari, i mammiferi sono rappresentati da istrice, riccio, volpe, le cui sagome si possono scorgere di quando in quando sui pendii delle colline mentre scendono al lago per bere.

[6]Fauna modifica

Le prime notizie sull’avifauna del lago di Santa Luce risalgono al 1976 ( Arcamone et. al, 1984). Gli studi condotti fino ad oggi documentano la presenza di 155 specie diverse avvistabili lungo l’arco dell’anno. Di queste 155 specie ben il 41,6% è rappresentato da specie strettamente legate al nuovo ambiente. La conclusione dello studio pone risalto sull’arricchimento qualitativo e quantitativo dell’avifauna a seguito della creazione prima e della naturalizzazione dopo, del lago. Significative le presenze durante i periodi di migrazione e di svernamento.

La Riserva ospita 83 specie inserite nella categoria SPEC (Species of European Conservation Concern), cioè importanti dal punto di vista della protezione e della conservazione, a testimoniare ulteriormente l’importanza dell’area protetta.

La categoria SPEC (Species of European Conservation Concern) indica il grado dello status di conservazione di ogni singola specie a livello europeo: nessun numero (specie il cui status di conservazione non presenta particolari minacce immediate); 4 (specie concentrate soltanto in Europa e con uno stato di conservazione favorevole); 3 (specie non concentrate esclusivamente in Europa ma che presentano uno status di conservazione non favorevole); 2(specie concentrate esclusivamente in Europa che presentano uno status di conservazione non favorevole); 1 (specie minacciate a livello mondiale).

La Check list comprende 155 specie di uccelli osservate, appartenenti a 47 differenti famiglie. Tra le 155 specie ben 62 risultano nidificanti e 101 sono quelle migratrici. 1 specie risultaSPEC 1 (moretta tabaccata Aythya nyroca); 10 specie sono SPEC 2 ( tra cui pettegola Tringa totanus, beccapesci Sterna sandvicensis, assiolo Otus scops, picchio verde Picus viridis, codirosso Phoenicurus phoenicurus ); 38 specie sono SPEC 3 ( tra cui tarabuso Botaurus stellaris, tarabusino Ixobrychus minutus, nitticora Nycticorax nycticorax, sgarza ciuffettoArdeola ralloides, airone rosso Ardea purpurea, nibbio bruno Milvus migrans, bianconeCircaetus gallicus); 34 specie sono SPEC 4.

Decisamente più schivi e sospettosi, di abitudini crepuscolari e notturne, i mammiferi della Riserva seppur numerosi, sono più difficili da avvistare rispetto agli uccelli. La vicinanza dei boschi di S.Luce e Castellina Marittima e la presenza di stretti corridoi ecologici lungo i corsi d’acqua, facilita l’avvistamento dei caprioli e dei cinghiali. L’osservazione è più facile alle prime luci dell’alba oppure al tramonto quando scendono per abbeverarsi. Di giorno non è raro incontrare la volpe mentre vaga lungo le sponde del lago in cerca di cibo o la nutria mentre traghetta il lago da sponda a sponda. La volpe e la faina sono i principali predatori di maggiori dimensioni presenti nella Riserva. La nutria è una specie alloctona che ha popolato negli ultimi decenni molte zone umide italiane. Importata ed allevata per la sua pelliccia dall’America meridionale si è perfettamente adattata alle condizioni ambientali del nostro paese. Il numero di esemplari presenti nella Riserva è costante in quanto tenuto sotto controllo dai predatori naturali presenti. La Riserva ospita molti piccoli roditori, facili prede dei rapaci notturni come il Barbagianni: tra queste il Toporagno, il Topo selvatico, il Moscardino. Molto comune e facile da osservare il Riccio: il suo peggior nemico è il traffico stradale.

Lista mammiferi

Capriolo Capreolus capreolus

Cinghiale Sus scrofa

Volpe Vulpes vulpes

Faina Martes foina

Puzzola Mustela putorius

Donnola Mustela nivalis

Tasso Meles meles

Istrice Hystrix cristata

Riccio Erinaceus europaeus

Moscardino Muscardinus avellanarius

Ghiro Glis glis

Topolino domestico Mus musculus

Topo selvatico Apodemus sylvaticus

Toporagno Sorex araneus

In una zona umida la presenza degli anfibi e dei rettili non può certo mancare. Nelle giornate estive il canto della Rana verde risuona nelle anse soleggiate del lago, mentre cervoni e biacchi non rinunciano alla loro siesta giornaliera lungo il camminamento di legno del sentiero principale.

Lista anfibi e rettili

Rana rossa Rana temporaria

Rana verde Rana esculenta

Rospo comune Bufo bufo

Rospo smeraldino Bufo viridis

Tritone crestato Triturus vulgaris

Lucertola muraiola Podarcis muralis

Lucertola campestre Lacerta agilis

Ramarro Lacerta viridis

Orbettino Anguis fragilis

Luscengola Chalcides chalcides

Cervone Elaphe quatuorlineata

Biacco Coluber viridiflavus

Natrice dal collare Natrix natrix

Vipera comune Vipera aspis

Il gruppo dei pesci è sostanzialmente rappresentativo e troviamo specie tipiche delle acque stagnanti. La natura artificiale del lago e la scarsità di specie presenti nel fiume Fine non ha permesso una colonizzazione veloce di questo nuovo ambiente da parte della fauna ittica e le specie che vi troviamo discendono dagli esemplari immessi per ripopolamento dalla Provincia di Pisa. Oggi i pesci che si possono osservare sono perfettamente integrati in questo giovane ambiente e contribuiscono all’equilibrio dell’intero ecosistema palustre.

Lista pesci

Anguilla Anguilla anguilla

Luccio Esox lucius

Tinca Tinca tinca

Cavedano Leuciscus cephalus

Flora modifica

Pur avendo un'origine artificiale il lago è stato testimone di un rapido processo di naturalizzazione. Gli unici interventi di ripristino ambientale, effettuati dalla Società Solvay, coincidono con la presenza di specie botaniche alloctone piantate successivamente alla realizzazione della diga e nella parte iniziale del camminamento, per favorire il consolidamento delle rive: la robinia, il bambù, lo spino di guida.

Le componenti ecosistemiche rilevate sono sei e diversificano ed arricchiscono il valore ecologico del luogo:

  • 50% fragmiteto
  • 5% cariceto-scirpeto
  • 25% macchia e siepi
  • 2% bosco igrofilo
  • 10% coltivi
  • 8% incolti

Di grande valore naturalistico oltre che paesaggistico sono le fitocenosi idrofile e igrofile, che si sviluppano all’interno e sui bordi del lago, la cui presenza garantisce la nidificazione di numerose specie di uccelli.

Sulle sponde del lago è possibile riconoscere numerose specie erbacee tipiche dei popolamenti rivieraschi:

  • Lhytrum salicaria
  • Nasturtium officinale
  • Mentha aquatica
  • Veronica anagallis-aquatica
  • Eupatorium cannabinum
  • Iris pseudoacorus
  • Agrostis stolonifera
  • Cyclamen repandum
  • Ranunculus ficaria
  • Petasites hybridum
  • Thypha latifolia
  • Carex riparia

Degne di nota per la loro rarità:

  • Polygonum amphibium
  • Carex pendula
  • Eleocharis palustris
  • Mentha pulegium
  • Stachis palustris

Le comunità ripariali del Lago sono dominate da Phragmites australis, che da luogo al tipo vegetazionale forse più significativo in termini di superficie.

Sulla fascia esterna del fragmiteto, ove la profondità dell’acqua è maggiore, ma non superiore al metro, si sviluppano ampie fitocenosi a Schoenoplectus triqueter.

La copertura arborea e arbustiva è ben rappresentata da popolamenti a prevalenza di Salix sp. pl., Populus sp. pl., Acer campestre, Ulmus minor, Cornus mas, Prunus spinosa, Crataeugus monogyna, Sambucus nigra, Tamarix gallica.

Strutture ricettive modifica

La Riserva dispone di:

  • Centro visite, biglietteria e laboratorio didattico attrezzato
  • Toilette
  • Materiale informativo e didattico
  • Percorsi natura :

1. Percorso principale (passerella, schermature e punti sosta)

2. “Percorso fotografico“, visitabile solo in presenza delle guide

3. Possibilità di collegamento a percorsi trekking di varia difficoltà

  • Capanno di avvistamento
  • Serra didattica
  • Birdgarden

Note modifica

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica