Rosario Nicoletti

politico italiano (1931-1984)

Rosario Nicoletti (Palermo, 8 giugno 1931Palermo, 17 novembre 1984) è stato un politico italiano.

Rosario Nicoletti

Sindaco di Lascari
Durata mandato10 giugno 1962 –
1982
PredecessoreAvv. Salvatore Sanfilippo
SuccessoreDott. La Franca (Commissario Prefettizio)

Deputato dell'Assemblea Regionale Siciliana
Durata mandato9 Giugno 1963 –
17 Novembre 1984

Dati generali
Partito politicoDemocrazia Cristiana
ProfessioneAvvocato

Biografia modifica

Avvocato, Consigliere della Corte dei Conti. Ispirato da profonde motivazioni cattoliche iniziò la carriera politica nel movimento giovanile DC. Nel 1959 fu eletto deputato regionale, e rieletto all'Assemblea regionale siciliana per 5 legislature, restandovi fino alla morte. Fu sindaco del Comune di Lascari dal 1962 fino al 1982.

Assessore regionale al Turismo a soli 33 anni, poi ai Lavori Pubblici e alla Presidenza (oggi Funzione pubblica), fu studioso della macchina amministrativa pensò, da precursore, la riforma della burocrazia regionale e approfondì temi di diritto amministrativo relativi alla autonomia regionale. Fece parte della Sinistra Democristiana – sin dal 1968 – e portò la componente interna fino a eleggere il governo di “solidarietà autonomistica” del Presidente della Regione Piersanti Mattarella.

Già negli anni settanta pose la questione della ridefinizione della struttura costituzionale della Regione, individuando nella piena attuazione della autonomia lo strumento atto a colmare i ritardi economici e sociali del Mezzogiorno. Fu Membro del Consiglio e della Direzione nazionale della Democrazia Cristiana e Segretario regionale in Sicilia dal marzo 1974 al novembre 1982. Formò alla politica generazioni di giovani quadri di partito e sostenne ferventi battaglie moralizzatrici all'interno della stessa Democrazia Cristiana.

Si suicidò improvvisamente il 17 novembre del 1984 lanciandosi dal quarto piano della sua casa di via Lincoln a Palermo[1]. Si pensò che il suicidio fosse determinato dal rimorso per le accuse mosse da Nando dalla Chiesa nel suo libro Delitto imperfetto in cui lo accusava di essere uno dei responsabili politici dell'omicidio di suo padre[2][3]. Nel suo diario il gen. Carlo Alberto dalla Chiesa aveva scritto che Nicoletti fosse l'unico esponente DC non appartenente alla corrente andreottiana ad ostacolarlo[4]. Nel 1990 il pentito Francesco Marino Mannoia lo chiamò in causa, riferendo che il boss Stefano Bontate veniva ricevuto nel suo studio.[5]

Note modifica

  1. ^ E ALLA FINE NON HA RETTO AI SOSPETTI - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 16 febbraio 2023.
  2. ^ 'VOGLIO STARE SOLO CON GLI ONESTI' - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 16 febbraio 2023.
  3. ^ 'L' HANNO TRADITO GLI AMICI' - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 16 febbraio 2023.
  4. ^ Rita Di Giovacchino, Il libro nero della prima Repubblica, Fazi editore, pag. 288
  5. ^ MAFIA, POLITICA E OMICIDI CHE COSA DISSE MANNOIA - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 16 febbraio 2023.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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