Rudolph Joseph Rummel

politologo statunitense

Rudolph Joseph Rummel (Cleveland, 21 ottobre 1932Kaneohe, 2 marzo 2014[1]) è stato un politologo statunitense, storico e professore emerito di scienze politiche all'Università delle Hawaii. È stato docente anche all'Università dell'Indiana e alla Yale University.

Rudolph Joseph Rummel

Opere pubblicate modifica

Rummel ha trascorso la propria carriera raccogliendo dati su guerre e violenze collettive, in una prospettiva orientata verso la loro risoluzione o eliminazione. Rummel coniò il termine democidio per descrivere un omicidio commesso dal governo. Le sue ricerche sostengono che il numero di persone morte per democidio nel XX secolo è sei volte superiore a quello delle vittime di tutte le guerre di tale secolo.[2] Egli conclude che la democrazia è la forma di governo che è meno probabile uccida i propri cittadini e che le democrazie non fanno mai (o praticamente mai) la guerra tra di loro[3].

Rummel è autore di 24 libri e ha pubblicato i suoi principali risultati in Understanding Conflict and War (1975-81). Ha quindi speso i quindici anni seguenti a raffinare la teoria sottostante e a testarla empiricamente su nuovi dati, contro i risultati empirici di altri e su casi di studio. Power Kills[4] (1997) riassume le ricerche di Rummel. Altri lavori includono: Lethal Politics: Soviet Genocides and Mass Murders 1917-1987[5] (1990); China's Bloody Century: Genocide and Mass Murder Since 1900[6] (1991); Democide: Nazi Genocide and Mass Murder[7] (1992); Death by Government[8] (1994) e Statistics of Democide[9] (1997). Nel 2005 Death by Government fu tradotto in lingua italiana con titolo: Stati assassini. La violenza omicida dei governi[10]

Democidio modifica

Democidio è un termine coniato da Rummel[11] per indicare "l'assassinio di qualunque persona o genti da parte di un governo, tra cui il genocidio, l'omicidio politico e di massa".[12] Rummel creò questo termine per includere tutte le forme di omicidio che vengono compiute dal governo o da organi governativi che non vengono coperti dalla definizione giuridica di genocidio.[13] Secondo il docente statunitense, il termine genocidio ha tre significati distinti[14]. Quello normalmente utilizzato, cioè quando un governo ordina l'assassinio di popoli per via della loro nazione, religione o razza; il significato giuridico si riferisce alla Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio adottata il 9 dicembre 1948.

Tutto ciò include anche atti non volti all'omicidio ma che hanno come obiettivo finale l'eliminazione di un gruppo, come la prevenzione delle nascite o il trasferimento forzato di bambini del gruppo in un altro gruppo. Il significato di genocidio in ambito giuridico è simile a quello ordinario[15], ma comprende anche gli omicidi governativi di oppositori politici o differenti omicidi intenzionali. È per evitare la confusione che si crea fra i due significati che Rummel coniò il termine democidio per indicare il terzo significato. Rummel definisce il democidio come "l'assassinio di una qualsiasi persona o gruppo di persone da parte di un governo, tra cui il genocidio, l'omicidio politico e l'omicidio di massa".[16][17]

Facendo degli esempi concreti, le uccisioni promosse o provocate dal governo per motivi di finalità politica sarebbero da considerare democidio, ma Rummel esclude esplicitamente i morti in battaglia nella sua definizione. La pena di morte, le azioni intraprese contro civili armati durante una mobilitazione o una sommossa e la morte di non combattenti uccisi durante gli attacchi contro obiettivi militari - fintanto che l'obiettivo primario è militare - non vengono considerati come casi di democidio. La carestia è classificata da Rummel come democidio solo se corrisponde alla definizione sopra indicata.

Alcuni esempi di democidio citati da Rummel sono le Grandi purghe volute da Iosif Stalin in Unione Sovietica e la politica repressiva del regime ateo-comunista contro i nemici dello stato che secondo i suoi studi provocò dal 1917-1987 più di 61.911.000 morti; le vittime (3.000-4.000) causate dalla polizia coloniale nello Stato Libero del Congo e il Grande balzo in avanti di Mao Zedong che provocò una carestia che sommata alle politiche repressive dello stato maoista arriva ad un totale di 77.000.000 morti nel periodo 1943-1976.[18] Secondo Rummel, questi non sono stati casi di genocidio, perché coloro che sono stati uccisi non sono stati selezionati sulla base della loro razza o altro, ma sono stati uccisi in gran numero come risultato di politiche governative.[19]

Note modifica

  1. ^ Honolulu Star-Advertiser Obituaries
  2. ^ Rudolph J. Rummel, Alessandro Vitale, "Lo stato, il democidio, la guerra: antologia di scritti" Curatore:Stefano Magni, Editore Leonardo Facco editore, 2002
  3. ^ Power Kills personal
  4. ^ Power Kills
  5. ^ [1]
  6. ^ China's Bloody Century
  7. ^ Nazi Genocide and Mass Murder
  8. ^ Death By Government: Genocide And Mass Murder
  9. ^ Statistics of Democide
  10. ^ Stati assassini
  11. ^ Democide.
  12. ^ Understanding and Preventing Violence: The Psychology of Human Destructiveness, Leighton C. Whitaker, CRC Press, 2000, ISBN 0-8493-2265-0 Google Books
  13. ^ Encountering Evil: Live Options in Theodicy, Stephen Thane Davis, Westminster John Knox Press, 2001, ISBN 0-664-22251-X Google Books
  14. ^ Genocide.
  15. ^ Bernard Bruneteau, Il secolo dei genocidi, ed. Il mulino, 2006, ISBN 8815114084
  16. ^ R. J. Rummel, Democide Vs. Other Causes of Death, su democraticpeace.wordpress.com, 1º febbraio 2005.
  17. ^ R. J. Rummel, Statistics of Democide: Genocide and Mass Murder since 1900, LIT Verlag, 1998, ISBN 978-3-8258-4010-5.
  18. ^ Rudolph J. Rummel, "Stati assassini. La violenza omicida dei governi", Rubbettino Editore, 2005 (collana Saggi), ISBN 978-8849810257. ISBN 978-8849810257
  19. ^ 20th Century Democide, Hawaii.edu

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN41879256 · ISNI (EN0000 0001 0891 2280 · SBN TO0V094234 · LCCN (ENn79045176 · GND (DE124325513 · BNF (FRcb121591363 (data) · J9U (ENHE987007278323205171 · CONOR.SI (SL51194979 · WorldCat Identities (ENlccn-n79045176