Russula delica
Russula delica Fr., Epicrisis Systematis Mycologici (Uppsala): 350 (1838).
Russula delica | |
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Russula delica | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Fungi |
Phylum | Basidiomycota |
Classe | Basidiomycetes |
Ordine | Russulales |
Famiglia | Russulaceae |
Genere | Russula |
Specie | R. delica |
Nomenclatura binomiale | |
Russula delica Fries, 1838 |
Russula delica Caratteristiche morfologiche | |
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Cappello | |
Imenio | |
Lamelle | |
Sporata | |
Velo | |
Carne | |
Ecologia | |
Commestibilità | commestibile con riserva [[File:|35px]]
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La Russula delica è forse la più grande delle Russule.
Descrizione della specie modifica
Cappello modifica
5–15 cm (fino a 20 cm e talvolta anche oltre), convesso, presto depresso al centro ed infine imbutiforme a maturità; duro, carnoso.
- cuticola
- non separabile, secca, pruinosa, con fibrille radiali, rugosa, biancastra con tracce sparse di tonalità nocciola o crema-ocra, spesso sporca di terra o di residui vegetali
- margine
- involuto, cioè ripiegato verso le lamelle, più o meno lobato-ondulato.
Lamelle modifica
Rigide, spaziate, 4-8 in un cm, da bianche a crema con macchie rossastre in vecchiaia, falciformi, fragili e rigide, intercalate da numerose lamellule (tra una lamella e l'altra vi è sempre almeno una lamellula), alte quanto la carne del cappello o più, adnate, con tendenza a decorrere lungo il gambo, da giovani spesso sono imperlate da goccioline acquose.
Gambo modifica
4-8 x 3–5 cm, cilindrico, corto, tozzo, sodo, da bianco ad ocra, con macchie brunastre, superficie dapprima uniformemente opaca poi satinata, che può divenire rugosa.
Carne modifica
Molto soda, bianca, sia nel cappello che nel gambo, brunastra al taglio dopo esposizione all'aria, resistente negli esemplari giovani, negli adulti facilmente soggetta a rotture nel bordo del cappello.
Spore modifica
8-11 x 7-8 µm, bianco-crema in massa, ellittiche o subglobose, verrucose.
Habitat modifica
Cresce nei boschi di latifoglie in suoli calcarei o silicei, dalla fine della primavera all'autunno.
Commestibilità modifica
Mediocre; ottimo negli esemplari più giovani.
Si può consumare solamente dopo prolungata bollitura; altrimenti risulta possa provocare disturbi gastrointestinali seppure di lieve entità.
Ciononostante non sono pochi gli estimatori di questa specie, ad esempio in Umbria, nelle Marche e in Puglia dove raggiunge sul mercato alte quotazioni.
Specie simili modifica
- Russula chloroides (Krombh.) Bres., molto somigliante che si distingue per le caratteristiche delle lamelle più fitte e basse e per il cappello regolarmente imbutiforme. In entrambe le specie, ma più frequentemente nella seconda è osservabile la presenza di una stretta cintura azzurrognola all'apice del gambo. Entrambe le specie portano sul cappello, durante la crescita, dei residui del terreno. Possedendo una carne molto consistente e caratteristiche organolettiche non buone, se ne sconsiglia il consumo.
- Russula pseudodelica J.Lange, simile alla R. delica, ma con le lamelle con iridescenze rosee o giallognole e odore di aringhe.
- Russula pallidospora, con sapore mai acre, e lamelle ocra con riflessi aranciati con l'età.
Etimologia modifica
Il nome deriva dal latino delicus, slattato, privo di latte.
Nomi comuni modifica
- Funcia Pipirita in Sicilia
- Tosto nelle Marche ed Umbria
- Tufirone nelle Marche
- Colombina bianca
- Lardaro Bianco nel salento
- Pušcariello in irpinia
- Puprazz nella Murgia pugliese
Sinonimi e binomi obsoleti modifica
- Agaricus exsuccus (Pers.) anon.
- Lactarius exsuccus (Pers.) W.G. Sm., J. Bot., London, London: 336 (1873)
- Lactarius piperatus ß exsuccus Pers., Observationes mycologicae (Lipsiae) 2: 41 (1800) [1799]
- Lactifluus exsuccus (J. Otto) Kuntze, Revis. gen. pl. (Leipzig) 2: 856 (1891)
Altri progetti modifica
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