Sébastien Lifshitz

regista e scenografo francese

Sébastien Lifshitz (Neuilly-sur-Seine, 21 gennaio 1968) è un regista e sceneggiatore francese.

Sébastien Lifshitz

È apertamente omosessuale e i suoi film riguardano principalmente i temi legati al mondo LGBT.[1]

Biografia modifica

Dal 1987 al 1992 ha studiato presso l'École du Louvre, e si è laureato in storia dell'arte alla Sorbona, l'Università di Parigi.

Insegna a La Fémis (École Nationale Supérieure des Métiers de l'Image et du Son) la scuola nazionale superiore delle materie dell'immagine e del suono. Nel 1998, dopo aver diretto il cortometraggio Les corps ouverts, gli è stato attribuito il Premio Jean Vigo che annualmente viene assegnato al regista francese che meglio si è distinto per indipendenza di spirito e originalità di stile.

Nel 2000 ha diretto la regia di Quasi niente (Presque rien) la storia d'amore di una giovane coppia omosessuale, composta da Mathieu (Jérémie Elkaïm) un diciottenne introverso alla prima esperienza gay e Cèdric (Stéphane Rideau) un bel ragazzo sicuro di sé.[2]

Si è distinto nel 2001 per il suo documentario La Traversée, selezionato nella categoria Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes.

Il suo film Wild Side del 2004, che racconta la storia di una prostituta transessuale, un gigolò magrebino e un disertore russo in fuga dalla guerra in Cecenia ha vinto il Teddy Award al Festival di Berlino[3][4][5] e il Festival MIX Milano.[6] e il Festival MIX Milano.[7]

Nel 2012 ha diretto Les invisibles, un documentario sulla vita di undici uomini e donne omosessuali, nati a cavallo delle due guerre mondiali e cresciuti nella provincia francese, lontano dai grandi centri urbani, che raccontano la scoperta di loro stessi e il loro vissuto sentimentale. La pellicola è stata presenta tra le proiezioni speciali della selezione ufficiale alla 65ª edizione del Festival di Cannes ed ha vinto premio per il miglior documentario ai César 2013 e Étoiles d'or du cinéma français come miglior documentario francese del 2012.

Con il documentario Les vies de Thérèse, incentrato sulla vita della militante femminista Thérèse Clerc, vince la Queer Palm al Festival di Cannes 2016.

Ha diretto il documentario Adolescents, presentato al Festival di Locarno, che gli ha consentito di vincere il Premio Louis-Delluc.[8] Ha partecipato al Festival di Berlino 2020 con il documentario Petite Fille, inserito nella sezione Panorama Dokumente.

Filmografia modifica

 
Sébastien Lifshitz nel 2012

Regista e sceneggiatore modifica

Note modifica

  1. ^ Sébastien Lifshitz, su cinemagay.it. URL consultato il 26 ottobre 2009.
  2. ^ Maurizio Porro, Quel primo amore gay che non si scorda mai, in Il Corriere della Sera, 20 luglio 2002, p. 32. URL consultato il 26 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  3. ^ Le segnalazioni, in Il Mattino di Padova, 23 agosto 2004, p. 13. URL consultato il 26 ottobre 2009.
  4. ^ Scheda dei premi vinti dal film, su imdb.com. URL consultato il 26 ottobre 2009.
  5. ^ Maurizio Porro, Un amore diviso per tre, tutti destini sghembi, in Il Corriere della Sera, 10 luglio 2004, p. 38. URL consultato il 26 ottobre 2009.
  6. ^ Filippo Mazzarella, Un amore diviso per tre, tutti destini sghembi, in Il Corriere della Sera, 10 luglio 2004, p. 38. URL consultato il 26 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  7. ^ Filippo Mazzarella, Ma «Wild Side» non è «Jules et Jim», in Il Corriere della Sera, 11 luglio 2004, p. 55. URL consultato il 26 ottobre 2009.
  8. ^ (FR) Le Prix Louis-Delluc pour Adolescentes, su Cineuropa - le meilleur du cinéma européen. URL consultato il 5 gennaio 2022.

Bibliografia modifica

  • N. Rees-Robertsn, French Queer Cinema (2008).
  • T. Reeser, "Representing gay male domesticity in French film of the late 1990s," In Queer Cinema in Europe (2008).
  • T. Reeser, "Transsexuality and the Disruption of Time in Sebastien Lifshitz's Wild Side," in Studies in French Cinema (2007).

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