SS Lazio Basket

squadra di pallacanestro italiana
SS Lazio Basket
Pallacanestro
Segni distintivi
Uniformi di gara
Casa
Trasferta
Colori sociali Bianco · celeste
Simboli Aquila
Dati societari
Città Roma
Nazione Bandiera dell'Italia Italia
Federazione FIP
Campionato Serie C Silver
Fondazione 1932
Presidente Luigi Capasso
Allenatore Giampaolo Bocci
Impianto Paladonati (Talenti)

La Lazio Basket nota anche come Pallacanestro Lazio è la sezione cestistica della Polisportiva S.S. Lazio. Vanta la prima società di basket a Roma.

Storia modifica

 
La squadra della stagione 1980-81, sponsorizzata Eldorado.

La sezione cestistica della Lazio muove i primi passi nella primavera del 1932, quando la polisportiva biancoceleste accoglie l'invito della Federazione Italiana Pallacanestro (FIP). La prima partita ufficiale è disputata al campo del Muro Torto, il 5 giugno 1932, contro il Collegio Internazionale Monte Mario che si aggiudica la sfida per 25 a 17; capitano del primo quintetto è Raoul Rabbaglietti, che nella partita d'esordio realizza 8 punti.

Al termine della stagione 1935-1936 giunge la promozione alla Divisione Nazionale, l'allora massima serie. La squadra è protagonista di ottimi campionati rimanendo nel 1937 l'unica rappresentante della Capitale, con il raggiungimento di un quinto posto finale al pari della Reyer Venezia.

Nel 1975 l'arrivo di un giovane coach, Giancarlo Asteo, cambia le sorti della Lazio.[1] Nel 1979 la squadra, sponsorizzata Eldorado, riesce a tornare in Serie A,[1] grazie non solo alla bravura del suo allenatore ma anche per l'eccezionale stagione di Gary Cole, che si conferma per il secondo anno consecutivo il miglior straniero del campionato. La partenza di un punto fermo del quintetto quale Abdul Jeelani, che approda tra i professionisti della NBA, unita a gravosi problemi economici fanno sì che la Lazio rimanga in A1 per una sola stagione (infatti chiuderà il campionato addirittura a quota zero, senza vincere neppure una sola gara!).

Inizia un periodo buio che sfocia nel 2005 dapprima alla retrocessione d'ufficio dalla B2 alla C2, per inottemperanze sugli obblighi giovanili, e poi la cancellazione e radiazione da parte della FIP. Nel 2006 la famiglia Bocci, ferita dagli eventi e desiderosa di riaccendere la tradizione cestistica della Lazio, rientra nel mondo del basket acquisendo la società.

Nel 2021 Enrico Gilardi torna con un team e acquista la Lazio, portandola in Serie C Gold. Nella prima stagione capitanata dall'ex stella del basket, la Lazio partecipa nella Serie C Gold e retrocede nel campionato di Serie C Silver.

Cestisti più rappresentativi modifica

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Palazzetto modifica

Nei primi anni di vita la Lazio ha giocato le sue partite interne al campo del Muro Torto della Società Ginnastica Roma. Negli anni dopo la Lazio giocherà al PalaTiziano, dove passerà i suoi anni migliori con la Eldorado nella massima serie durante gli anni '70/'80. Dopo aver giocato le sue partite interne nel Palazzetto dello Sport di Riano (RM), nella stagione 2021/22 la Lazio si è spostata al Paladonati di Talenti.

Tifoseria modifica

Negli anni '70/'80 la Lazio Basket veniva seguita dai gruppi organizzati della curva, tra i quali Eagles Supporters e Aquile d'assalto. Le partite in casa venivano seguite dai tifosi che dopo essere stati presenti allo Stadio Olimpico andavano al Palazzetto dello sport di Viale Tiziano. Oggi vanta un buon seguito al Paladonati

Rivalità modifica

Negli anni della Serie A la Lazio si troverà a disputare le stracittadine con la Stella Azzurra Roma e con la Virtus Roma, derby che infiammarono l'ambiente cestistico capitolino negli anni d'oro, e che ancora oggi hanno grande seguito.

Palmarès modifica

1936[2]

Note modifica

  1. ^ a b Mario Cappelli, Eldorado Lazio: un modo di intendere il Basket, in Eagles Supporters, n. 0, Roma, Edizioni EMME & BI, 16 novembre 1980, pp. 20-21.
  2. ^ Martino Voghi, La Coppa Bruno Mussolini la Massima manifestazione giovanile riunisce a Roma, per la nona volta, le migliori squadre maschili e femminili di II Divisione, in La Gazzetta dello Sport, 20 maggio 1943.

Collegamenti esterni modifica

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