Saidu Sharif I è un'area sacra buddhista situata ai piedi dei monti che separano la valle del fiume Saidu da quella del fiume Jambil. L'area sacra è costituita da due terrazze ricavate sul pendio del colle, tramite un taglio nella roccia sul lato nord. Il terrazzamento artificiale comprende uno stūpa, circondato da monumenti di dimensioni minori, e un monastero.

Saidu Sharif I
La terrazza inferiore con lo stūpa principale
UtilizzoArea sacra
EpocaI–V sec. d.C.
Localizzazione
StatoBandiera del Pakistan Pakistan
ComuneSaidu Sharif
Scavi
Date scavi1963–1966; 1977–1982
OrganizzazioneMissione Archeologica Italiana in Pakistan
Mappa di localizzazione
Map

Gli scavi vennero iniziati dalla Missione Archeologica Italiana nel 1963 e terminarono nel 1982, con una pausa tra il 1966 e il 1977. La prima campagna di scavo indagò la terrazza inferiore con lo stūpa principale, mentre la terrazza superiore con il monastero venne portata alla luce durante la seconda campagna.

La terrazza inferiore (denominata Terrazza degli Stūpa) presenta uno stūpa di dimensioni maggiori (Stūpa Principale) attorniato da altri monumenti minori: stūpa, vihāra e colonne. Dello Stūpa Principale si conserva la struttura a pianta quadrata fino al primo corpo cilindrico, con scalinata sul lato nord; dell’harmikā e degli ombrelli si conservano alcuni resti rinvenuti nelle vicinanze dello stūpa. Uno dei due corpi cilindrici del monumento era adornato da un fregio figurato in scisto verde mentre ai quattro angoli della sommità del corpo rettangolare erano quattro colonne su piedistallo con una figura di leone accovacciato in cima.

La fase di vita del santuario di Saidu Sharif I è stata ripartita dagli archeologi in tre periodi, durante i quali si passa da una sistemazione simmetrica dei monumenti (primo periodo, tra il 25 d.C. e la fine del secolo) a un progressivo affollamento della Terrazza degli Stūpa (secondo e terzo periodo, rispettivamente II–III sec. d.C. e IV–V sec. d.C.). I tre periodi costruttivi sono stati evidenziati anche nella terrazza superiore; il monastero subì un ampliamento seguito da una riduzione alle dimensioni originali nel terzo periodo, che testimonia del declino di tutta l’area sacra.

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Bibliografia modifica

  • Pierfrancesco Callieri (a cura di), Italian Archaeological Mission (IsMEO), Pakistan, Swat, 1956-1981. Documentary Exhibition, Roma, IsMEO, 1982.
  • Pierfrancesco Callieri, “Il monastero dell’area sacra buddhistica di Saidu Sharif I (Swat)”, Scavi e ricerche archeologiche degli anni 1976-1979 (Quaderni de «La ricerca scientifica», CNR, 112), 1985, pp. 327–39.
  • Pierfrancesco Callieri, Saidu Sharif I (Swat, Pakistan). 1. The Buddhist Sacred Area. The Monastery, vol. XXIII, Report and Memoirs 1, Roma, IsMEO, 1989.
  • Pierfrancesco Callieri e Anna Filigenzi (a cura di), Il maestro di Saidu Sharif. Alle origini dell’arte del Gandhara (Catalogo della mostra, Roma 2002), Roma, 2002.
  • Domenico Faccenna, Saidu Sharif I (Swat, Pakistan). 2. The Buddhist Sacred Area. The Stūpa Terrace, vol. XXIII, Report and Memoirs 2, Roma, IsMEO, 1995.
  • Domenico Faccenna, Il fregio figurato dello Stūpa Principale nell’area sacra buddhista di Saidu Sharif I (Swat, Pakistan), vol. XXVIII, Report and Memoirs, Roma, IsMEO, 2001.

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