Salvatore Baldassarri

arcivescovo di Ravenna dal 1957 al 1975 (1907-1982)

Salvatore Baldassarri (Faenza, 4 gennaio 1907Ravenna, 3 settembre 1982) è stato un arcivescovo cattolico italiano.

Salvatore Baldassarri
arcivescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiArcivescovo metropolita di Ravenna e vescovo di Cervia (1956-1975)
 
Nato4 gennaio 1907 a Faenza
Ordinato presbitero11 agosto 1929
Nominato vescovo3 maggio 1956 da papa Pio XII
Consacrato vescovo29 giugno 1956 dal cardinale Gaetano Cicognani
Deceduto3 settembre 1982 (75 anni) a Ravenna
 

Biografia modifica

Studiò dapprima al Seminario diocesano di Faenza e poi al Seminario regionale dell'Emilia Romagna. Ricevette l'ordinazione sacerdotale l'11 agosto 1929. Negli anni successivi insegnò storia della Chiesa e teologia dogmatica.

Durante la seconda guerra mondiale prese parte alla Resistenza con Benigno Zaccagnini. Amico di Enrico Mattei[1], nel 1944 assunse l’amministrazione del Comune di Faenza, di cui fu nominato assessore nella Giunta del Comitato di Liberazione Nazionale.[2]

Ministero episcopale modifica

Il 3 maggio 1956 papa Pio XII lo nominò arcivescovo metropolita di Ravenna e vescovo di Cervia; ricevette l'ordinazione episcopale dal cardinale Gaetano Cicognani il 29 giugno dello stesso anno.

Partecipò al Concilio Vaticano II dal 1962 al 1965, nel corso del quale intervenne una decina di volte, per sottolineare lo stretto legame tra primato del romano pontefice e collegialità episcopale, per affermare la centralità della Bibbia tra le fonti della Rivelazione e legare i dogmi della Tradizione a dei fondamenti biblici anche quando meno evidenti, per promuovere l'ecumenismo, per esortare la Chiesa a confrontarsi con una modernità caratterizzata dal desiderio profondo della libertà, dall'impegno per la solidarietà, dalla ricerca della pace.[3]

Durante gli anni successivi si ispirò al programma di rinnovamento della Chiesa delineato dal Concilio Vaticano II: sostenne la necessità che l'episcopato italiano evitasse un coinvolgimento politico in occasione delle elezioni; prese posizione contro la guerra del Vietnam; mantenne un atteggiamento sfumato in occasione della campagna per l'abolizione della legge sul divorzio,[3] conclusasi con la sconfitta del fronte abrogazionista, sostenuto da papa Paolo VI e dalla Conferenza Episcopale Italiana, al referendum del 12-13 maggio 1974.[4]

La sua azione, anche per l'attenzione che la stampa e l'opinione pubblica cominciarono a riservarle, incontrò con il passare del tempo una crescente opposizione da parte della Curia. Nel 1970 subì una visita apostolica da parte del cardinale Silvio Oddi, che a nome di Paolo VI cercò di indurlo, senza esito, a smettere gli interventi pubblici su temi ecclesiali e sociali particolarmente dibattuti e che in quegli anni travagliavano la Chiesa e il cattolicesimo italiano.[5] Avversato anche da una parte del clero ravennate attestata su posizioni conservatrici e sottoposto a pressioni dalla Curia, il 29 novembre 1975 diede le dimissioni dalla sede arcivescovile, ufficialmente per ragioni di salute, ma non facendo mistero, in conversazioni private, delle effettive ragioni.[3]

Morì a Ravenna il 3 settembre 1982.

Genealogia episcopale modifica

La genealogia episcopale è:

Opere modifica

  • Che cosa resta?, Vicenza, La locusta, 1969.
  • L' origine del cristianesimo nell'antica Provincia Ecclesiastica di Ravenna, Ravennatensia, V, Cesena (FO), Badia di Santa Maria del Monte, 1976, pp. 157–166.
  • Salvatore Baldassarri, il vescovo del Concilio, a cura di Aldo Preda, introduzione di Achille Silvestrini, Ravenna, Edizioni del girasole, 2012. ISBN 978-88-7567-553-0
  • Lettere dal Concilio, a cura di A. Preda, prefazione di Giannino Piana, Assisi, Cittadella editrice, 2017. ISBN 978-88-308-1612-1

Note modifica

  1. ^ Quarant’anni fa moriva Salvatore Baldassarri, il monsignore precursore, su ilrestodelcarlino.it, Ravenna, Il Resto del Carlino, 3 settembre 2022.
  2. ^ Salvatore Baldassarri, Prete nella Resistenza faentina, in Cattolici nella Resistenza ravennate, Ravenna, Centro studi «G. Donati», 1975, pp. 99-109.
  3. ^ a b c Andrea Riccardi, Un vescovo «conciliare» dimissionato: Salvatore Baldassarri tra Ravenna e Roma, in Vescovi d'Italia. Storie e profili del Novecento, Cinisello Balsamo, San Paolo, 2000, p. 155-173.
  4. ^ Giambattista Scirè, Il divorzio in Italia. Partiti, Chiesa, società civile dalla legge al referendum, Milano, Bruno Mondadori, 2009, ISBN 978-88-6159-382-4.
  5. ^ Centro studi G. Donati, Ravenna (a cura di), Salvatore Baldassarri già arcivescovo di Ravenna. Perché?, Ravenna, Edizioni del Centro studi G. Donati, 1976.

Bibliografia modifica

  • Salvatore Baldassarri già arcivescovo di Ravenna. Perché?, a cura del Centro studi G. Donati, Ravenna, introd. di Giancarlo Zizola, Ravenna, Edizioni del Centro studi G. Donati, 1976.
  • Andrea Riccardi, Un vescovo «conciliare» dimissionato: Salvatore Baldassarri tra Ravenna e Roma, in Idem, Vescovi d'Italia. Storie e profili del Novecento, Cinisello Balsamo, San Paolo, 2000, pp. 155–173 ISBN 88-215-4134-7
  • Maurizio Tagliaferri, La diocesi di Ravenna: Salvatore Baldassarri, un vescovo "fuorviato" dal concilio?, in Idem (a cura di), Il Vaticano II in Emilia-Romagna. Apporti e ricezioni, Bologna, EDB, 2007, pp. 189–213.

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN304918553 · ISNI (EN0000 0004 1643 804X · SBN RAVV009108 · BAV 495/168039 · BNF (FRcb16905093k (data) · WorldCat Identities (ENviaf-304918553