Sampradāya (devanāgarī: सम्प्रदाय; s.m., lett. "conferitore [di una tradizione]") è quel termine, di genere maschile, sanscrito che nella tradizione hindū indica sia un sistema di insegnamento religioso, sia, analogamente, una tradizione di successione disciplica spirituale.

Nel suo ultimo significato, la conoscenza, il sapere spirituale viene trasmesso dal maestro (guru) al discepolo (śiṣya), che a sua volta, divenuto maestro, lo trasmette fedelmente ad un nuovo discepolo.[1][2]

Si forma così una catena di maestri (guru paramparā)[3], tra i quali il sapere viene trasmesso grazie all'ascolto (śravanam) e nella quale si è ammessi soltanto dopo aver ricevuto l'iniziazione (dīkṣā), e non per diritto di nascita (a differenza cioè delle dinastie ereditarie, gotra).

Note modifica

  1. ^ Indian philosophy: an introduction to Hindu and Buddhist thought, pag. 67
  2. ^ Contemporary Hinduism: ritual, culture, and practice, pag. 213
  3. ^ Indian philosophy: an introduction to Hindu and Buddhist thought, pag. 54

Bibliografia modifica

  • Richard King, Indian philosophy: an introduction to Hindu and Buddhist thought, Edinburgh University Press, 1999, ISBN 978-0-7486-0954-3
  • Robin Rinehart, Contemporary Hinduism: ritual, culture, and practice, ABC-CLIO, 2004, ISBN 978-1-57607-905-8
  • Guy L. Beck, Alternative Krishnas: regional and vernacular variations on a Hindu deity, SUNY Press, 2005, ISBN 978-0-7914-6415-1
  • Klaus K. Kostermaier, Induismo. Una introduzione, Fazi Editore, 2004, ISBN 978-88-8112-472-5

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