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San Regolo fu un vescovo di origini africane, venerato come santo martire dalla Chiesa cattolica.

San Regolo
Giovanni Coli e Filippo Gherardi, Gloria di san Regolo, affreschi del catino absidale del duomo di lucca, 1681
 

Vescovo

 
NascitaNordafrica, V secolo
MorteL'Aquila?, VI secolo
Venerato daChiesa cattolica
Santuario principaleDuomo di Lucca
Ricorrenza1º settembre
Patrono diMontaione, Vagli Sotto

Agiografia e culto modifica

Secondo la tradizione[1], Regolo era un arcivescovo in Africa, finché non fu costretto a fuggire in Italia a causa di persecuzioni locali, insieme a colleghi quali Cerbone e Giusto. Il gruppo si fermò a Populonia (nei pressi di Piombino) e intraprese l'eremitismo; in questo periodo sono attribuiti loro numerosi miracoli.

La fama di santità di Regolo si diffuse fino alle orecchie di Totila, re degli ostrogoti, che incaricò degli ambasciatori perché lo contattassero e lo portassero alla sua corte. L'arcivescovo declinò l'invito. Secondo l'agiografia, per l'oltraggio fu punito con la decapitazione; Regolo avrebbe raccolto la propria testa, trascinandosi poi per circa 300 metri. Nel punto in cui si sarebbe fermato, venne sepolto e venne edificata una chiesa a lui intitolata.

Le sue reliquie, in seguito, vennero traslate a Lucca, dove sono tutt'oggi conservate nella cattedrale di San Martino dove è patrono del Capitolo Metropolitano.

Note modifica

  1. ^ Toscani...benedetti, santi e beati toscani, su cartantica.it. URL consultato il 20 agosto 2022.

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Collegamenti esterni modifica