Sanconiatone

autore fenicio

Sanconiatone (in greco Σαγχουνιάθων Sanchūniàthōn, in latino Sanchuniatho; probabilmente dal fenicio 𐤎𐤊𐤍𐤉𐤕𐤍 SKNYTN, Sakun-yaton, "[il dio] Sakon [l']ha dato") (Fenicia, ... – prima del XIII secolo a.C.) è stato uno scrittore fenicio.

Della sua Storia fenicia sono rimasti solo frammenti di una parafrasi/riassunto in greco composta da Filone Erennio e riportati da Eusebio di Cesarea nella sua Praeparatio evangelica. Questi frammenti[1] sono una fonte molto importante sulla cultura fenicia, le cui opere furono totalmente perdute perché scritte su pergamena.

Riscontri con altre fonti modifica

Lo studio delle tavolette di Ras Shamra (l'antica Ugarit) in Siria ha confermato molte notizie mitologiche, note precedentemente solo tramite Sanconiatone.[2]

Secondo Eusebio, si credeva che Sanconiatone fosse vissuto prima della guerra di Troia. Un esame dei testi frammentari di Sanconiatone, in cui fra l'altro si critica il poeta Esiodo vissuto mezzo millennio dopo la guerra, fa propendere per una loro redazione ellenistica.[3] La figura di Sanconiatone potrebbe, dunque, essere leggendaria[4] e il testo essere stato redatto da Filone stesso[5], eventualmente sulla base di autentici documenti fenici.

La cosmogonia fenicia modifica

La fonte principale, come detto sopra, è il primo libro, capitoli 9 e 10 della Praeparatio evangelica. Alcune di queste notizie sono state riportate anche da Ateneo di Naucrati.[6] L'enciclopedia bizantina Suda riporta i titoli di tre suoi scritti, che secondo Edwards sarebbero in realtà parti della Storia fenicia, la sua vera opera.[7]

A sua volta il presunto Sanconiatone afferma che le sue fonti sarebbero scritti sacri dei sacerdoti di Ammone e iscrizioni sui pilastri dei templi fenici.

I testi riportati da Eusebio contengono una storia filosofica della creazione del mondo, le imprese di mitici eroi e la mitologia religiosa fenicia, sulla quale Sanchuniathon ha giudizi evemeristici: i fenici avrebbero divinizzato loro antichi re e adorato le forze della natura. Le storie e la genealogia delle divinità semitiche occidentali sono trattate utilizzando perlopiù i nomi dei corrispondenti dei greci o ellenizzando il nome semitico (interpretatio graeca).

Analogamente alle teogonie ittite, greche e romane il dio El/Crono sconfigge il padre Urano e lo castra. A sua volta, però, Zeus Demarûs, cioè Hadad Ramman, creduto figlio di Dagon, ma in realtà figlio di Urano, muove guerra a Crono. Al termine Zeus Adados (Hadad) e Astarte regnano sulla Terra col permesso di Crono; a El/Crono viene attribuita la pratica della circoncisione e il fatto di aver sacrificato un suo figlio per allontanare l'ira dei demoni. La genealogia degli dèi fenici può essere compendiata nel seguente schema (derivato da en-wiki):

                                                         Elyon  = Beruth 
                                                    (hypsistos) |
                                                                |
                                                         +------+-----+
                                                         |            |
                                                         |            |
                                                       Urano    =    Gaia
                                                    (Epigeo)    |
                                                   (Autoctono)  |
                     +-----------+------------------------------+-----------+---------+--------------+--------+
                     |           |                              |           |         |              |        |
                     |           |                              |           |         |              |        |
      Anobret = Elus/Crono Betel  Urano = (concubina) = Dagon       Atlante    Astarte = Elus = Rhea   Baaltis = Elus
              |      |                               |       (Siton)            (Afrodite) |      |        (Dione) |
              |      |                               |   (Zeus Arotrios)                   |      |                |
        +-----+      +---------+--------+            |                +++++++-------+------+   +++++++----+        |
        |            |         |        |            |                |||||||       |      |   |||||||    |        |
        |            |         |        |            |                |||||||       |      |   |||||||    |        |
   Iedud/Ieoud Persefone  Atena   Sadidus      Demarûs    Sydyc = Titanides   Pothos   Eros  7 figli   Mot  figlie
                                               (Adodus/Zeus)   |   | (Artemide)                       (Tanato)
                                                     |         |   |                                   (Plutone)
                                               +-----+   +++++++   +----+
                                               |         |||||||        |
                                               |         |||||||        |
                                            Melqart      Cabiri    Asclepio
                                          (Eracle)   (Coribanti)
                                                      (Samotraci)
                                                        (Dioscuri)
                                                    Elus                               Nereo
                                                (in Perea)                                |
                                                     |                                    |
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                                Crono (II)     Zeus Belus        Apollo                Ponto
                                                                                          |
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                                                                                    Sidone, Poseidone

Significato di termini greci: arotrios, 'dell'agricultura', autochthon 'prodotto dal suolo', epigeios 'dalla terra', eros 'desiderio', gaia 'terra', hypsistos 'altissimo', ploutos 'ricco', pontos 'mare', pothos 'desideroso', siton 'grano', thanatos 'morte', ouranos 'cielo'.

Altre opere modifica

Sanconiatone avrebbe anche scritto un trattato Sull'alfabeto fenicio[8] e una circostanziata storia del popolo ebraico, basata su notizie ricevute da Ierombalo, sacerdote di Ievo (IHWH)[9].

Note modifica

  1. ^ Non esistendo raccolte recenti dei frammenti, quella più completa resta ancora FHG, III, 560-576.
  2. ^ Otto Eissfeldt, Sanchunjaton von Berut und Ilumilku von Ugarit, Halle, Niemeyer, 1952; Id., Taautos und Sanchuniathon, Berlin 1952. Le controversie sull'attendibilità di Sanchuniathon sono discusse in J. Barr, "Philo of Byblos and his 'Phoenician History'", in Bulletin of the John Rylands University Library, n. 57 (1974), pp. 17–68.
  3. ^ Cfr. Baumgarten 1981.
  4. ^ La Encyclopædia Britannica Eleventh Edition afferma che Sanconiatone "belongs more to legend than to history."(EN) Hugh Chisholm (a cura di), Sanchuniathon, in Enciclopedia Britannica, XI, Cambridge University Press, 1911.
  5. ^ William F. McCants, Founding Gods, Inventing Nations: Conquest and Culture Myths from Antiquity, Princeton University Press, 2011, p. 101, ISBN 978-0-691-15148-9.
  6. ^ Deipnosophistai iii.100
  7. ^ M.J. Edwards, "Philo or Sanchuniathon? A Phoenicean Cosmogony", The Classical Quarterly New Series, 41.1 (1991, p. 213–220) p. 214.
  8. ^ Eusebio, Preparazione Evangelica, I 10, 45.
  9. ^ Cfr. Eusebio, P.E., I 9, che cita il perduto libro IV di Contro i Cristiani, un'opera di Porfirio.

Bibliografia modifica

  • H. W. Attridge e R. A. Oden, Jr., Philo of Byblos: The Phoenician History: Introduction, Critical Text, Translation, Notes, CBQMS, vol. 9, Washington: D. C., The Catholic Biblical Association of America, 1981.
  • Albert Irwin Baumgarten, The Phoenician History of Philo of Byblos: a Commentary, EPRO, vol. 89, Leiden, E. J. Brill, 1981.
  • (DE) J. Ebach, Weltentstehung und Kulturentwicklung bei Philo von Byblos, Beiträge zur Wissenschaft vom Alten und Neuen Testament, vol. 108, Stuttgart, Berlin, Köln, Mainz, Kohlhammer, 1978.
  • E. Lipiński, The ‘Phoenician History,’ of Philo of Byblos, in Bibliotheca Orientalis, vol. 40, 1983, pp. 305–310.

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Traduzioni in inglese dei suoi testi modifica

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