Santuccia Carabotti

religiosa italiana

Santuccia Carabotti, Tarabotti o Terrabotti (Gubbio, 1237 circa – Roma, 21 marzo 1305), è stata una religiosa italiana. Da lei prendono il nome le "Santucce", l'ordine delle benedettine "Ordo Santucciarum" fondato nel XIII secolo.

Santuccia Carabotti

Biografia modifica

Sposata a un nobile della città di Gubbio, dopo la morte dell'unica figlia Giulia, decise con il marito di consacrarsi alla vita monastica. Infatti, mentre lo sposo emise i voti nel monastero benedettino di Gubbio, la Beata ne fondò uno nei pressi della città, di regola benedettina; e quindi si diede a riformare e reggere ventiquattro altri monasteri che assunse sotto la sua direzione fondando la prima congregazione di monache benedettine che sorse in Italia.

Ricevette la protezione di papa Clemente IV, con una bolla in cui decretò che la comunità delle Serve di Maria dipendeva direttamente dalla Santa Sede e concesse anche la protezione al monastero di Santa Maria in Domnica, situato non lontano da Fabriano.

Mariano Armellini cita un testo redatto sotto il pontificato di Alessandro VII, che si riferisce al XIII secolo: «Nell'anno 1293 fra Jacomo Molara, maestro de' Cavalieri templari, donò a suor Santuccia Carabotti da Gubbio la chiesa di s. Maria in Julia, posta nel rione della Regola, dove, essendo abbadessa, fondò il monastero oggi chiamato s. Anna

Santuccia Carabotti, vi fondò un proprio monastero dedicato a sant'Anna, la madre di Maria. Nel catalogo di Torino (prima metà del XIV secolo) si dice che «monasterium s. Mariae de Iulia habet moniales XL». A partire da questo momento la chiesa è conosciuta con questo nuovo nome, che si impose con il XVI secolo con l'appellativo dei Falegnami o dei Funari. Nella chiesa era conservato un anello che la tradizione indicava come appartenuto a sant'Anna. Santuccia Carabotti morì il 21 maggio 1305 e fu sepolta nella chiesa; ma di questa sepoltura non si trovò traccia al momento della demolizione dell'edificio. Fu venerata come beata, ma il suo culto (21 marzo) non fu mai confermato ufficialmente dalla Chiesa.

Luoghi delle Santucce in Italia modifica

Bibliografia modifica

  • Giuseppe Avarucci, Santità femminile nel Duecento"
  • Centro storico benedettino italiano, "Monasticon Italiae: Roma e Lazio (eccettuate l'arcidiocesi di Gaeta e l'abbazia nullius di Montecassino)"
  • Dante Gemmiti, "Donne col pastorale: il potere delle abbadesse nei secoli XII-XIX"
  • Mariano Armellini, "Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Roma 1891, pp. 448-451"
  • Bernard McGinn, John Meyendorff, "Christian Spirituality: High Middle Ages and Reformation"
  • Marino Mengozzi, Claudio Riva, "Malatesta Novello nell'Italia delle signorie"
  • Jennifer C. Ward, "Women in Medieval Europe: 1200-1500"
  • Giuseppe Card. Garampi, "Memorie della Congregazione delle santuccie e dei monasteri alla medesima soggetti estratte dall'archivio del ven. monastero di S. Anna di Roma già capo della medesima"
  • Euro Puletti, Jacques de Molay e la Beata Santuccia Terrabotti. 1293-94: il Gran Maestro dei Templari donò una chiesa all'istitutrice delle Serve di Maria. In “L’Azione” (sabato 18 ottobre 2014 – Anno CIII, N. 38, p. 24, rubrica Cultura) di Fabriano
  • Euro Puletti, Beata Santuccia Terrabotti di Gubbio. In “L’Eugubino” (Anno LXVI, N. 6, Dicembre 2014, pp. 16-17, rubrica Storia Arte Cultura) di Gubbio
  • Euro Puletti, Prese avvio a Fabriano la Congregazione Benedettina Femminile delle Santucce. In “Palio di San Giovanni Battista” - XXV Edizione - Fabriano (10 - 24 Giugno 2019) (pp. 124-130)

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