Lo sclerozio è una struttura con la capacità di sopravvivere per diverso tempo come corpo indipendente dall'organismo che l'ha prodotto. Basidiomiceti, ascomiceti, mixomiceti (muffe melmose)[1] e soprattutto funghi parassiti delle piante hanno la capacità di produrlo.

Struttura modifica

Lo sclerozio, per quanto riguarda i funghi, ha una forma generalmente sferica ed è costituito da aggregati di ife ripetutamente avvolte e ramificate. Nei mixomiceti (muffe melmose) è costituito dal plasmodio indurito e modificato: questo si divide in una serie di piccole cisti ciascuna con una spessa parete attorno[1][2]. La formazione di queste strutture inizia quando le condizioni ambientali limitano la crescita dell'organismo. Nei funghi si distinguono tre fasi nello sviluppo degli sclerozi:

  • 1) aggregazione iniziale delle ife;
  • 2) aumento delle dimensioni dovuto alla crescita e ramificazione delle ife;
  • 3) maturazione con formazione di un rivestimento esterno che isola dall'ambiente circostante, con la disidratazione progressiva delle ife e accumulo di sostanze di riserva e pigmenti.

Cause modifica

La nascita degli sclerozi può essere indotta da fattori che possono variare da specie a specie e si può avere o con formazione di ife (miceliogenica) o con spore asessuali (sporogenica) o tramite la differenziazione di corpi fruttiferi (carpogenica).

Usi medici modifica

Lo sclerozio di segale cornuta (Claviceps purpurea) contiene diverse sostanze farmacologicamente attive tra cui alcaloidi a nucleo ergolinico derivati dall'acido lisergico come l'ergotossina. In passato veniva usato come emostatico, abortivo ed emmenagogo, inoltre - grazie all'ergotossina - aiuta l'utero a riprendere la sua normale conformazione. Oggi trova impiego nell'industria farmaceutica per la produzione di principi attivi antiipertensivi agenti a livello cerebrale.

Note modifica

  1. ^ a b Anna Krzywda1, Elżbieta Petelenz1, Dominika Michalczyk1 e Przemysław M. Płonka, Sclerotia of the acellular (true) slime mould Fuligo septica as a model to study melanization and anabiosis, in Cellular & Molecular Biology Letters, vol. 13, n. 1, 2008, pp. 130-143, DOI:10.2478/s11658-007-0047-5.
  2. ^ O. Roger Anderson, Marvin Druger, Society of Protozoologists, Comparative physiology, in Explore the world using protozoa, NSTA Press, 1997, pagina 50, ISBN 978-0-87355-159-5.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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