Se otto ore vi sembran poche

brano musicale tradizionale

Se otto ore vi sembran poche è un canto di lavoro italiano, di autore anonimo, originario dei primi anni del XX secolo. Nasce come canto di protesta delle mondine, teso a rivendicare "le otto ore" come massimo orario di lavoro giornaliero ed è riferibile all'iniziativa del deputato socialista Modesto Cugnolio[2], che presentò un progetto di legge in tal senso (1906).

Fotoceramica posta dal 2007 nel portico del Comune di Vercelli a testimonianza della protesta avvenuta il 1º giugno 1906 in centro città da parte delle mondariso per ottenere l'orario ridotto a otto ore lavorative giornaliere[1]

La canzone, conosciuta anche come Se otto ore son troppo poche, Se otto ore o Le otto ore, divenne popolare nel periodo del biennio rosso (1919-1920). È stato riproposto da Giovanna Daffini, da Giovanna Marini, Anna Identici[3] e Maria Carta[4].

Venne anche cantata nel secondo dopoguerra dagli operai e dai lavoratori in generale legati al Partito Comunista Italiano in una versione leggermente modificata, e indirizzata contro la politica di Mario Scelba. Venne nuovamente cantata durante le contestazioni del 1968 e 1977.

Note modifica

  1. ^ Frongia, Montalenti, Sette, Se otto ore vi sembrano poche, su asvercelli.beniculturali.it.
  2. ^ Giuseppe Manfrin, Le otto ore in risaia, da ilsocialista.com.
  3. ^ Alla mia gente (1971)
  4. ^ Vi canto una storia assai vera (1976)

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