Sega Master System

console di Sega del 1985

Il Sega Master System (セガ・マスターシステム?, Sega Masutā Shisutemu), in Giappone Sega Mark III (セガマークIII?, Sega Māku Surī)[1], è una console per videogiochi a 8 bit basata su cartucce e distribuita in Giappone a partire nel 1985 e nel resto del mondo a partire dal 1987, sino al 1996.

Sega Master System
console
ProduttoreSEGA e Tectoy
TipoDa tavolo
GenerazioneTerza
In venditaSega Mark III[1]:
Giappone 20 ottobre 1985

Sega Master System:
Giappone 18 ottobre 1987
ottobre 1986
1986
Bandiera della Germania ottobre 1986
Bandiera dell'Italia novembre 1986
Bandiera del Regno Unito agosto 1987
Bandiera della Francia settembre 1987
Bandiera della Corea del Sud aprile 1989

Dismissione 1992[2]
1996[3]
Unità vendute13 milioni[4][5]
Gioco più diffusoAlex Kidd in Miracle World[6]
PredecessoreSG-1000
SuccessoreSega Mega Drive
Caratteristiche tecniche
Supporto di
memoria
Cartuccia, Sega Card
Dispositivi
di controllo
Gamepad a due tasti e croce direzionale, pistola ottica Sega Light Phaser[7]
CPUNEC µPD780C (variante dello Z80)
RAM totale24 kB
GPUSEGA VDP (variante del TMS9918)
Servizi onlinenon disponibile

Diretto successore del SG-1000, è stato lanciato sul mercato per competere con il Famicom prodotto da Nintendo.[3] Della console sono state vendute 13 milioni di unità[4], contro le oltre 60 milioni del concorrente.[5] Il Master System è considerato una delle piattaforme più longeve soprattutto per via della sua popolarità in Brasile, qui commercializzato anche dopo i primi anni 2000.[8]

Storia modifica

Il Mark III e la diffusione in Giappone modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: SG-1000.
 
Sega Mark III
 
Gamepad del Sega Mark III

Nell'ottobre 1985 SEGA mise in commercio in Giappone il Sega Mark III per competere con la console Nintendo, distribuita nello stesso periodo nel mercato statunitense con il nome di Nintendo Entertainment System. La piattaforma era simile nell'aspetto al SG-1000 II ma presentava alcune migliorie hardware in particolare per il reparto grafico e per quanto riguarda il sonoro.[3] Era inoltre l'unica console della linea dotata di una copertura che preveniva l'accumulo di polvere in corrispondenza dello slot per le cartucce.[9] Il Mark III, venduto al prezzo di lancio di 15 000 yen[1][3], non fu un successo commerciale.[10] A un anno dalla introduzione della piattaforma ne furono vendute 1 milione di copie.[6][11]

La commercializzazione nel mondo modifica

Accessori per Sega Master System, le due versioni del PAD, pistola ottica Light Phaser, occhiali 3D SegaScope 3-D glasses

Il Mark III venne poi ridisegnato per essere venduto al di fuori del Giappone con il nome di Sega Master System.[12] Sebbene la piattaforma presentasse evidenti modifiche estetiche, in particolare per quanto riguarda la forma e il colore, le specifiche hardware erano identiche,[13] ed era venduta con il gioco Hang-On e Safari Hunt; quest'ultimo nella versione che includeva una pistola ottica denominata Light Phaser.[14] Inoltre tale versione aveva anche una uscita S-Video; nel 1987 una nuova versione della console venne distribuita in Giappone: oltre all'aggiunta del FM Sound Unit (opzionale nel Mark III[15]) dotato di un chip sonoro Yamaha YM2413, prevedeva il Rapid Fire Unit e gli occhiali 3D (SegaScope 3-D glasses), venduti in Occidente come accessori esterni.[16]

Per garantire la retrocompatibilità con i videogiochi per SG-1000 la prima versione del Mark III e il Sega Master System prevedevano uno slot per le Sega Card; alcuni dei videogiochi per la console, tra cui Ghost House, My Hero e Super Tennis, sono stati prodotti in questo formato[17] mentre le cartucce da MB del Master System distribuite in Europa e in America sono fisicamente differenti da quelle utilizzate dal Mark III.[18]

In Italia il Sega Master System fu distribuito da Giochi Preziosi e pubblicizzato da diversi testimonial celebri tra cui Jerry Calà e Walter Zenga[13], dopo un tentativo di commercializzarlo da parte della milanese NBC Italia[19]. Negli Stati Uniti d'America la console fu pubblicamente apprezzata dai critici e conduttori televisivi Gene Siskel e Roger Ebert.[3][20]

Al fine di contrastare il grandissimo successo che il Nintendo Entertainment System ebbe negli USA,[3] nel 1988 Sega strinse un accordo con Tonka per provare a migliorare le vendite del Master System.[3] L'ultimo gioco giapponese presentato per la console fu Bomber Raid che uscì il 4 febbraio 1989.[6][21]

Il Sega Master System II modifica

 
Sega Master System II

La console non riuscì tuttavia ad avere successo sul concorrente NES (si stimava che in quel periodo che per ogni console SEGA venduta, la Nintendo riuscisse a vendere sedici NES)[3] e lo scarso interesse della Nintendo nel mercato europeo, spinse SEGA a riacquistare i diritti di distribuzione da Tonka e produrre nel 1990 una nuova versione della console dal design più moderno, denominata Sega Master System II, rimuovendo alcune funzionalità, come l'uscita S-Video e lo slot per le Sega Card al fine di ridurre i costi di produzione;[3][14] ma al contrario della versione precedente aveva come gioco integrato Alex Kidd in Miracle World o, successivamente, Sonic the Hedgehog.

La dismissione e il successo postumo in Brasile modifica

Intanto l'hardware del Sega Master System venne utilizzato per la realizzazione nel 1990 del Game Gear, una console portatile che doveva competere con il Game Boy, prodotto da Nintendo l'anno precedente. Nonostante la presenza di uno schermo LCD a colori e la possibilità di giocare i videogiochi del Master System tramite apposita periferica, anche il Game Gear non riscosse lo stesso successo della console rivale. La console fu dismessa solo nel 1996 in seguito al lancio del Sega Saturn.[3]

 
Cartuccia, confezione e istruzioni del gioco Forgotten Worlds per la console.

Tuttavia in Brasile la console ebbe maggior successo rispetto allo stesso mercato europeo, grazie all'accordo stretto con Tectoy.[22][23] Durante gli anni 1990 l'azienda sudamericana ha prodotto ulteriori versioni della piattaforma come il Master System Compact e il Master System Super Compact, oltre ad occuparsi della localizzazione di molti giochi in lingua portoghese, in alcuni casi sostituendo i protagonisti con personaggi più noti nel paese. Oltre a varie conversioni di titoli per Game Gear adattati per l'hardware della console, nel 1997 venne prodotta anche una versione di Street Fighter II, ispirata ai giochi della serie Street Fighter prodotti per Sega Mega Drive. La console venne commercializzata nel Paese sudamericano anche nel corso degli anni 2000; nel 2008 Tectoy ha distribuito una versione della console denominata Master System III.[24]

Specifiche tecniche modifica

 
NEC µPD780C
 
Vista posteriore del Sega SG-1000 Mark III

Videogiochi modifica

  Le singole voci sono elencate nella Categoria:Videogiochi per Master System.

Tra i più celebri videogiochi per Sega Master System figurano originali come Phantasy Star e Wonder Boy III: The Dragon's Trap, conversioni fedeli di alcuni titoli arcade della stessa SEGA come After Burner, Out Run e Space Harrier, e i videogiochi con protagonista Alex Kidd, mascotte della società giapponese.[22] Oltre ai giochi pubblicati da SEGA, una dozzina di software house di terze parti, tra cui Activision, Acclaim, Codemasters, Image Works, Tengen e U.S. Gold, hanno prodotto titoli per il Sega Master System.[3][2] L'intero catalogo di videogiochi era composto da oltre 300 titoli[4][28], alcuni dei quali sono stati successivamente distribuiti in emulazione per Wii tramite Virtual Console.[2]

AllGame citò tra i migliori giochi per il sistema Ys I: Ancient Ys Vanished, Phantasy Star, Wonder Boy III, Golden Axe Warrior, Rampage e R-Type; tra i migliori usciti su Sega Card cita Spy vs. Spy e Trans-Bot, tra i migliori per pistola ottica Sega Light Phaser cita Safari Hunt e Rescue Mission.[14] Secondo una selezione fatta dalla rivista Retro Gamer, dieci dei più grandi giochi per Master System sono Psycho Fox, Alex Kidd in Miracle World, Operation Wolf, California Games, R-Type, Baku Baku Animal, Wonder Boy III, Prince of Persia, Sonic the Hedgehog, Phantasy Star[29]. In una selezione successiva, basata sul sondaggio dei lettori, oltre ai già citati vennero nominati anche Shinobi, Castle of Illusion Starring Mickey Mouse, Wonder Boy in Monster Land, Fantasy Zone, Out Run, Alex Kidd in Shinobi World, Wonder Boy, The Ninja, Double Dragon, Enduro Racer, Ninja Gaiden, Asterix, Secret Commando, Choplifter, Golvellius: Valley of Doom, Master of Darkness, Bubble Bobble[30].

Note modifica

  1. ^ a b c (JA) [セガハード大百科] セガマーク3, su SEGA.
  2. ^ a b c Weiss.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w Pettus.
  4. ^ a b c Dillon.
  5. ^ a b (EN) Levi Buchanan, Genesis vs. SNES: By the Numbers, su IGN, 20 marzo 2009.
  6. ^ a b c (EN) Matt Keller, Introduction to the Sega Master System / Mark III, su Retro Gaming Australia, 10 giugno 2012.
  7. ^ (EN) Light Phaser, in Retro Gamer, n. 143, Bournemouth, Imagine Publishing, giugno 2015, pp. 28-29, ISSN 1742-3155 (WC · ACNP).
  8. ^ (EN) Matthew Fick, The 5 longest console lifespans, su IGN, 17 gennaio 2014.
  9. ^ (JA) [セガハード大百科] セガマーク3 各種データ, su SEGA.
  10. ^ Retro Gamer 44, p. 50: «Because it faced off against Nintendo's Famicom in Japan, [SG-1000 Mark III] didn't sell particularly well and was swiftly dropped when the Mega Drive hit the market.»
  11. ^ (EN) Business Japan, vol. 31, Tokyo, Nihon Kogyo Shimbun, 1986, p. 89.
    «Sega is estimated to have sold 1 million units already. Exports of Sega Mark III will be promoted in the future.»
  12. ^ (EN) Luke Plunkett, Happy 25th Birthday, Sega Master System!, su Kotaku, 20 ottobre 2010.
  13. ^ a b Sega Master System, su RetrogamingHistory.com, 16 luglio 2008. URL consultato il 19 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2017).
  14. ^ a b c (EN) Sega Master System, su allgame (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2011).
  15. ^ (JA) [セガハード大百科] FMサウンドユニット, su SEGA.
  16. ^ (EN) Sega Mark III, su i64X.com. URL consultato il 28 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2017).
  17. ^ (EN) Luke Plunkett, The Laziest Box Art in Video Game History, su Kotaku, 20 febbraio 2012.
  18. ^ (EN) Is it Region-Locked or Region-Free?, su RF Generation, 19 dicembre 2015.
  19. ^ Damiano Gerli, La dolce vita di Sega in Italia - Ventisette anni di marketing e distribuzione dei prodotti Sega, su Il Genesis Temple, 11 marzo 2021. URL consultato il 29 ottobre 2021.
  20. ^ (EN) Interlude: A Brief Word on the Tonka Era, su Sega Masters, 21 agosto 2015.
  21. ^ (EN) Richard Eisenbeis, How Past Game Consoles Said Goodbye in Japan, su Kotaku, 21 giugno 2013.
  22. ^ a b (EN) Damien McFerran, Hardware Classics: Sega Master System, su Nintendo Life, 22 luglio 2014.
  23. ^ (EN) Ernie Smith, Brazil Is An Alternate Video Game Universe Where Sega Beat Nintendo, su Atlas Obscura, 27 luglio 2015.
  24. ^ (PT) Clássico dos videogames, Master System 3 ganha novo design, su tectoy.com.br, Tectoy, 30 luglio 2008 (archiviato dall'url originale il 7 dicembre 2008).
  25. ^ a b c d e f g h i (JA) [セガハード大百科] マスターシステム 各種データ, su SEGA.
  26. ^ (EN) SN76489, su SMS Power!.
  27. ^ Master System data
  28. ^ (EN) Games, su gamespot.com.
  29. ^ Retro Gamer 44, pp. 52-53.
  30. ^ (EN) Top 25 Master System games, in Retro Gamer, n. 136, Bournemouth, Imagine Publishing, dicembre 2014, pp. 62-69, ISSN 1742-3155 (WC · ACNP).

Bibliografia modifica

  • (EN) Sam Pettus, Trail Blazer: The Sega Master System, in Service Games: The Rise and Fall of SEGA: Enhanced Edition, 2013.
  • (EN) Roberto Dillon, New Competition: the Sega Master System, in The Golden Age of Video Games: The Birth of a Multibillion Dollar Industry, CRC Press, 2011, ISBN 978-1-4398-7324-3.
  • (EN) Brett Weiss, Sega Master System, in Classic Home Video Games, 1985-1988: A Complete Reference Guide, McFarland & Company, 2009, ISBN 978-0-7864-3660-6.
  • (EN) Retroinspection: Sega Master System, in Retro Gamer, n. 44, Bournemouth, Imagine Publishing, novembre 2007, pp. 48-55, ISSN 1742-3155 (WC · ACNP).

Voci correlate modifica

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