Setae è un termine biologico che deriva dalla parola latina omonima che ha il significato di setola. Si riferisce a strutture di tipo e funzione differente fra loro ma somiglianti a setole o peli e diffusi nel regno animale e in quello vegetale.

Setae animali

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Setae sulle parti terminali delle dita di un geco del genere Uroplatus

In zoologia, la maggior parte delle setae si ritrova negli invertebrati:

  • Le setae negli anellidi sono presenti in forma di setole rigide lungo la parte esterna del corpo. Sono d'aiuto ai lombrichi per aderire al terreno senza distaccarsene durante i moti peristaltici del loro corpo. Sono proprio questi peli che rendono difficile estrarre diritto un verme dal terreno. Le setae negli oligocheti sono composte prevalentemente da chitina.[1]
  • Le setae presenti sulle zampe del krill e dei piccoli crostacei sono d'aiuto nel raggruppare il fitoplancton prima di cibarsene.
  • Le setae in entomologia vengono spesso chiamate peli. Esse sono unicellulari e si formano come escrescenza da un tipo di cellula epidermica detta tricogeno. Sono generalmente cave e si sviluppano attraverso una cellula secondaria detta tormogeno. La parte esterna di questi peli non è cuticolarizzata e ciò rende possibili vari movimenti. In genere servono a proteggere il corpo.
  • Le setae nei ragni hanno la forma di piccole setole aderenti al corpo: ne sono ricoperte principalmente le zampe e l'opistosoma. Sono organi di senso molto sensibili alle variazioni di pressione, dalla brezza leggera dell'aria ad un contatto pressorio localizzato.
  • Le setae, nei gechi sono setole di forma molto piccola e applicate in gran numero alla parte terminale delle dita delle zampe. Esse consentono all'animale di arrampicarsi con agilità, nonostante la mole, su pareti verticali lisce come vetro e anche sui soffitti.

Setae vegetali

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In botanica, le setae si riferiscono alla peluria che ricopre il supporto rigido dello sporangio dei muschi e lo aiuta nella crescita con nutrienti. Le setae conficcano un corto pedicello nel gametofito da quando comincia a crescere. Non sono presenti in tutti i muschi ma in alcuni possono raggiungere anche la lunghezza di 15-20 centimetri.[2]

  1. ^ Hyman, H.L. (1966) "Further Notes on the Occurrence of Chitin in Invertebrates" Biological Bulletin, 130: 1-149. http://www.biolbull.org/cgi/reprint/130/1/94.pdf
  2. ^ Peter H. Raven, Biology of Plants, 7 ed., Evert, R.F. & Eichhorn S.E., 2005.