Sh2-74

regione h ii

Sh2-74 è una nebulosa a emissione visibile nella costellazione dell'Aquila.

Sh2-74
Regione H II
Sh2-74
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneAquila
Ascensione retta19h 08m 31s[1]
Declinazione+05° 35′ 50″[1]
Coordinate galattichel = 39,9; b = -01,2[1]
Distanza10122[2] a.l.
(3105[2] pc)
Magnitudine apparente (V)-
Dimensione apparente (V)3' x 3'
Caratteristiche fisiche
TipoRegione H II
Classe3 2 2[3]
Dimensioni17,3 a.l.
(5,3 pc)
Altre designazioni
RCW 182; LBN 109;[1] Avedisova 707
Mappa di localizzazione
Sh2-74
Categoria di regioni H II

Coordinate: Carta celeste 19h 08m 31s, +05° 35′ 50″

Si individua nella parte centro-occidentale della costellazione, circa 8° a sud della stella ζ Aquilae; è visibile sul bordo meridionale del grande complesso di nubi oscure noto come Fenditura dell'Aquila, lungo la scia luminosa della Via Lattea. Le sue dimensioni molto ridotte e la sua bassa luminosità fanno sì che per la sua individuazione siano necessari forti ingrandimenti e filtri adatti a mettere in risalto l'idrogeno ionizzato. Il periodo più indicato per la sua osservazione nel cielo serale va da luglio a novembre, da entrambi gli emisferi.

Sh2-74 è una regione H II parzialmente oscurata situata alla distanza di oltre 3100 parsec (10120 anni luce), sul bordo esterno del Braccio del Sagittario,[2] a circa 1000-1200 parsec dalla regione della Nebulosa Aquila. La nube ospita alcuni fenomeni di formazione stellare:[4] al suo interno sono state scoperte alcune sorgenti di radiazione infrarossa provenienti da giovanissime stelle in formazione; fra queste spiccano IRAS 19062+0531 e IRAS 19065+0529,[5] cui si aggiunge IRAS 19050+0524, coincidente con un gruppo di stelle rossastre probabilmente associate ad una densa nube molecolare.[6] Alla lunghezza d'onda delle microonde è stata inoltre rilevata la presenza di un maser ad acqua;[7] sono presenti anche alcune sorgenti di onde radio.

Nella stessa direzione della nube, sebbene a una distanza di circa 5500 parsec dal Sole, si trova la regione di formazione stellare W50, cui è legato l'oggetto esotico SS 433, una stella binaria a raggi X composta da un buco nero (o da una stella di neutroni) accompagnato da una stella bianca molto evoluta.[8]

Note modifica

  1. ^ a b c d Simbad Query Result, su simbad.u-strasbg.fr. URL consultato il 26 luglio 2010.
  2. ^ a b c Paladini, R.; Burigana, C.; Davies, R. D.; Maino, D.; Bersanelli, M.; Cappellini, B.; Platania, P.; Smoot, G., A radio catalog of Galactic HII regions for applications from decimeter to millimeter wavelengths, in Astronomy and Astrophysics, vol. 397, gennaio 2003, pp. 213-226, DOI:10.1051/0004-6361:20021466. URL consultato il 26 luglio 2010.
  3. ^ Sharpless, Stewart, A Catalogue of H II Regions., in Astrophysical Journal Supplement, vol. 4, dicembre 1959, p. 257, DOI:10.1086/190049. URL consultato il 26 luglio 2010.
  4. ^ Avedisova, V. S., A Catalog of Star-Forming Regions in the Galaxy, in Astronomy Reports, vol. 46, n. 3, marzo 2002, pp. 193-205, DOI:10.1134/1.1463097. URL consultato il 26 luglio 2010.
  5. ^ Helou, George; Walker, D. W., Infrared astronomical satellite (IRAS) catalogs and atlases. Volume 7: The small scale structure catalog, in Infrared astronomical satellite (IRAS) catalogs and atlases, vol. 7, 1988, pp. 1-265. URL consultato il 26 luglio 2010.
  6. ^ Magnier, E. A.; Volp, A. W.; Laan, K.; van den Ancker, M. E.; Waters, L. B. F. M., Transitional YSOs: candidates from flat-spectrum IRAS sources, in Astronomy and Astrophysics, vol. 352, dicembre 1999, pp. 228-238. URL consultato il 26 luglio 2010.
  7. ^ Codella, C.; Felli, M.; Natale, V.; Palagi, F.; Palla, F., The occurrence of H2O masers in HII regions, in Astronomy and Astrophysics, vol. 291, n. 1, novembre 1994, pp. 261-270. URL consultato il 26 luglio 2010.
  8. ^ Hillwig, T. C.; Gies, D. R.; Huang, W.; McSwain, M. V.; Stark, M. A.; van der Meer, A.; Kaper, L., Identification of the Mass Donor Star's Spectrum in SS 433, in The Astrophysical Journal, vol. 615, n. 1, novembre 2004, pp. 422-431, DOI:10.1086/423927. URL consultato il 28 luglio 2010.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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