Şuşa

città azera
(Reindirizzamento da Shusha)

Şuşa o Šowši (in armeno Շուշի?) è una città dell'Azerbaigian, capoluogo dell'omonimo distretto. Tra il 1992 e il 2020, la città venne controllata dalla repubblica dell'Artsakh, all'interno della quale era capoluogo della regione di Šowši. L'Azerbaigian è tornato a controllarla dopo la battaglia di Şuşa nel 2020.[3]

Şuşa / Šowši
comune
(AZ) Şuşa
(HY) Շուշի
Şuşa / Šowši – Stemma
Şuşa / Šowši – Veduta
Şuşa / Šowši – Veduta
La cattedrale di Ġazančec'oc'
Localizzazione
StatoBandiera dell'Azerbaigian Azerbaigian
DistrettoŞuşa
Territorio
Coordinate39°45′36.77″N 46°45′01.36″E / 39.760213°N 46.750377°E39.760213; 46.750377 (Şuşa / Šowši)
Altitudine1 420 m s.l.m.
Superficie5,5 km²
Abitanti4 446[2] (2015)
Densità808,36 ab./km²
Altre informazioni
Lingueazero, armeno
Prefisso+477[1]
Fuso orarioUTC+4
Targa58
Cartografia
Mappa di localizzazione: Azerbaigian
Şuşa / Šowši
Şuşa / Šowši
Sito istituzionale

La sua attuale popolazione è di oltre quattromila abitanti a fronte dei quindicimila (in prevalenza azeri) che vi risiedevano prima dello scoppio della prima guerra del Nagorno Karabakh.[4]

Sorge in cima ad una montagna ad un'altitudine compresa tra i 1 400 ed i 1 800 metri. Gravemente distrutta dagli eventi bellici, la città da alcuni anni ha intrapreso la strada di una lenta ricostruzione cercando di sviluppare la risorsa turistica; sono nati diversi hotel e imprese del settore.

La ricostruzione è partita anche dalla cattedrale di Ġazančec'oc' che si staglia sulla sommità, bianca, imponente e solitaria. La vocazione religiosa di Şuşa è testimoniata anche da altre chiese e da due moschee sopravvissute alla guerra.

Storia modifica

Origini modifica

La città è fondata verso il 1750 facente parte del khanato del Karabakh, poi nel diciannovesimo secolo integrato nell'impero russo. Nel 1830 la città viene divisa in due parti: i quartieri orientali sono destinati ai musulmani azeri, mentre quelli occidentali ai cristiani armeni.

Lo sviluppo nel Novecento modifica

Questa divisione della città acuisce la tensione tra i due gruppi etnici e le prime violenze si registrano agli inizi del Novecento. Nel 1920 l'ennesimo pronunciamento di autodeterminazione dell'ottavo Congresso del popolo del Karabakh (23 febbraio - 4 marzo) che chiede l'annessione all'Armenia e contesta l'appartenenza forzata all'Azerbaigian provoca una reazione militare che si trasforma rapidamente in un pogrom: tra il 22 marzo ed il 13 aprile forze turche ed azere penetrano nella regione e colpiscono in particolare i quartieri cristiani di Shushi provocando la morte di ventimila armeni.[5]. A seguito di tali fatti la città, unica nell'ambito di tutta la regione, rimane popolata prevalentemente da azeri e la sua popolazione cala a non più di diecimila abitanti. Tale declino viene confermato nel 1923 allorché il capoluogo regionale diviene Step'anakert.

La prima guerra modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Shushi (1992).

Durante la guerra le forze azere sfruttano la posizione strategica di Šowši per colpire la vicina capitale e il corridoio di Laçın dove transitano gli aiuti provenienti dall'Armenia. L'8 maggio 1992 una spettacolare operazione militare guidata da Arkady Ter-Tatevosyan consente alle milizie armene del Karabakh di conquistare la città. Cade l'ultimo caposaldo azero nel territorio conteso e la guerra cambia il suo corso; pochi giorni dopo verrà liberato anche il corridoio di Laçın.[6]

La rinascita modifica

Terminato il conflitto la città si avvia ad una lenta ricostruzione. Molti quartieri sono distrutti e il numero di abitanti sensibilmente diminuito. Shushi, con la sua fortezza, la moschea e la nuova cattedrale, viene interessata da un progetto di riqualificazione culturale ed artistica.[7] Qui si trasferisce nell'autunno del 2012 il ministero della cultura.[8][9] Dal 2011 si tiene un simposio internazionale di scultura (al quale partecipano anche artisti italiani)[10] le cui opere in concorso sono lasciate al patrimonio della città.[11] Fino al 2020 erano sorte strutture alberghiere per sostenere il settore turistico della città.

La seconda guerra modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Shushi (2020).

Dal 2 al 9 novembre 2020 si è combattuta la battaglia di Shushi, che ha provocato ingenti danni alla cattedrale di Ġazančec'oc' ed è terminata con la capitolazione e la consegna della città alle forze occupanti armene. Nella difesa di Šowši, molti soldati armeni sono caduti. Dopo la conquista azera la popolazione armena della città è fuggita.

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

In relazione alle vicende storiche che hanno interessato la città, la composizione etnica della stessa, come si evince dalla sottostante tabella, ha subito importanti oscillazioni nella componente azera e armena. Fino ai massacri ed espulsioni di armeni nel 1920, sussisteva un rapporto di sostanziale equilibrio fra le due etnie con una leggera prevalenza armena su quella azera. Dopo i massacri di armeni, la città rimane abitata prevalentemente da azeri. Alla fine degli anni ottanta e con lo scoppio della guerra gli ultimi armeni residenti abbandonano la città, ma dopo la conquista della stessa è la volta della componente azera a lasciarla.

Popolazione storica e composizione etnica di Shusha/Shushi[12]
Anno Armeni perc. Azeri perc. altri perc. Totale
1851 15 188 56,7% 11 595 43,3% 23 0,1% 15 194
1886 15 188 56,7% 11 595 43,3% 23 0,1% 26 806
1897 14 420 55,7% 10 778 41,6% 683 2,6% 25 881
1904 56,5% 43,2% 25 656
1916 23 396 53,3% 19 121 43,6% 1 352 3,1% 43 869
1926 93 1,8% 4 900 96,4% 111 2,2% 5 104
1939 1 476 27,2% 3 701 68,2% 247 4,5% 5 424
1959 1 428 23,3% 4 453 72,8% 236 3,9% 6 117
1970 1 540 17,7% 6 974 80,2% 179 2,1% 8 693
1979 1 409 13,1% 9 216 85,5% 159 1,5% 10 784
1989 98% 15 039
2005 3 105 100% 3 105
2009 3 900 100% 3 900
2015 4 446 100% 4 446

Architetture modifica

Nella città svettano imponenti i resti della rocca che evoca il carattere di città fortezza che aveva in passato. Le distruzioni degli anni Venti e la guerra hanno fortemente danneggiato il patrimonio architettonico di quella che una volta era chiamata la "Parigi del Caucaso" per la sua intensa attività artistica ed intellettuale.[13] Pur essendo ancora ben presenti casermoni di epoca sovietica e rovine di palazzi, la ricostruzione della città è proseguita fino al 2020 sia nel restauro di vecchie costruzioni ottocentesche in pietra e legno, sia nell'edificazione di nuovi palazzi che richiamano anche nel materiale utilizzato lo stile armeno.

Architetture religiose modifica

Musei modifica

Amministrazione modifica

Gemellaggi modifica

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ Telephone Country codes Archiviato il 21 marzo 2014 in Internet Archive.
  2. ^ Risultati del censimento del 2015 nella Repubblica del Nagorno-Karabakh
  3. ^ Azerbaijan, Armenia and Russia sign peace deal over Nagorno-Karabakh, su edition.cnn.com.
  4. ^ Si veda la tabella demografica.
  5. ^ (EN) The Nagorno-Karabakh crisis: A Blueprint for Resolution, Public International Law & Policy Group and New England Center for International Law & Policy, juin 2000, p. 3.
  6. ^ La Stampa, 27.07.2007
  7. ^ (EN) Yerevan Magazine, aprile 2013 Archiviato il 16 aprile 2013 in Internet Archive.
  8. ^ (HY) Sito del Ministero della cultura e della gioventù
  9. ^ (EN) Artsakh Today, ott 2012[collegamento interrotto]
  10. ^ (EN) Panarmenian, 30.07.2011
  11. ^ Osservatorio Artsakh, n° 8, p. 5[collegamento interrotto]
  12. ^ Le fonti sono nell'edizione inglese della voce. Il dato del 2015 è ricavato dal censimento, Servizio di Statistica nazionale della repubblica di Artsakh
  13. ^ N. Pasqual, Armenia e Nagorno Karabakh, Guide Polaris, 2010, p. 329
  14. ^ Shushi and Bourg-Les-Valence sign declaration of friendship, NEWS.am, 6 ottobre 2014. URL consultato il 13 febbraio 2015.
  15. ^ French city inks cooperation deal with Shushi, Tert.am, 18 maggio 2015. URL consultato il 28 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 13 settembre 2016).
  16. ^ Azernews, 10-05-2013
  17. ^ Artsakhpress, 21-10-2018

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN144344671 · LCCN (ENn87876123 · GND (DE4393585-0 · BNF (FRcb178598347 (data)
  Portale Azerbaigian: accedi alle voci di Wikipedia che parlano dell'Azerbaigian