Solanum betaceum

specie di pianta della famiglia Solanaceae

L'albero dei pomodori (Solanum betaceum Cav., 1799), conosciuto anche come pomodoro arboreo, tamarillo o tomate de árbol è una pianta arbustiva della famiglia delle Solanacee, originaria del Sud America.[2]

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Solanum betaceum
Frutti di Solanum betaceum
Stato di conservazione
Dati insufficienti[1]
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Lamiidi
Ordine Solanales
Famiglia Solanaceae
Sottofamiglia Solanoideae
Tribù Solaneae
Genere Solanum
Specie S. betaceum
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Solanales
Famiglia Solanaceae
Genere Solanum
Specie S. betaceum
Nomenclatura binomiale
Solanum betaceum
Cav., 1799
Sinonimi

Cyphomandra betacea

Nomi comuni

Tomate de arbol

Le prime descrizioni storiche lasciano pensare che sia autoctono del Perù, di alcuni luoghi del nord del Cile e dell'Argentina, in zone di antiche foreste umide ai piedi della cordigliera delle Ande al giorno d'oggi scomparse. Si coltiva soprattutto in America meridionale (Perù, Colombia, Ecuador, Bolivia e Argentina), ma anche in Europa meridionale e Nuova Zelanda.[3]

Etimologia modifica

Il nome del genere (Solanum) deriva del vocablo latino equivalente al greco στρύχνος (strychnos) per designare il Solanum nigrum — e probabilmente altre specie del genere, inclusa la melanzana —, già impiegato da Plinio il Vecchio nella sua Storia naturalis (21, 177 e 27, 132) e, prima ancora, da Aulus Cornelius Celsus in Di Re Medica (II, 33).[4][5] Potrebbe essere relazionato con il Latino sole, per il fatto che queste piante prosperano in luoghi soleggiati.[6]

L'epiteto specifico betaceum deriva dal latino e significa "simile alla barbabietola".[7]

Descrizione modifica

 
Fiori
 
Frutti
 
Un giovane esemplare
 
Vista della pianta in vaso

È un arbusto di 3 – 4 m di altezza, con corteccia grigiastra e fogliame perenne.

Ha foglie alternate, intere, alle estremità dei rami, con picciolo robusto di 4 - 8 centimetri di lunghezza. La lamina fogliare presenta una lunghezza di 15 - 30 centimetri di lunghezza, con forma ovalata, acuminata, di colore verde scuro, un po' ruvida al tatto. Le foglie giovani presentano una fina pubescenza su entrambe le facce. La nervatura è marcata e in rilievo.

I fiori sono piccoli, di 1,3 - 1,5 centimetri di diametro, di colore bianco-rosaceo, disposti in piccoli grappoli terminali. Hanno 5 petali e 5 stami gialli. Fiorisce dopo 8 - 10 mesi dalla semina in maggio-giugno, il frutto è una bacca ovoidale di 4 - 8 centimetri di lunghezza per 3 - 5 centimetri di larghezza, con un lungo pedunculo nel quale persiste il calice del fiore.

I frutti sono commestibili e si possono consumare crudi in insalata e succhi o cucinati in conserve. La buccia è liscia, di colore rosso o arancione a maturità, con striature di colore più chiaro. La polpa è sugosa, con uno spunto acido, di colore arancione-rosso, con numerosi semi. La polpa è ricca di ferro, potassio, magnesio, fosforo e vitamine A, C ed E.

Distribuzione e habitat modifica

Cresce in climi propri della foresta umida di montagna dell'America meridionale, con temperature tra i 13 e 24 °C, in ambienti dove la precipitazione varia tra i 600 e 1500 millimetri annuali.

Coltivazione modifica

Si moltiplica per seme, che germinano con molta facilità. Presenta una crescita molto rapida, dando frutti entro un anno dalla semina e continuativamente durante 48 mesi.

È molto sensibile alle basse temperature, soffre per i venti intensi e siccità. Richiede suoli franchi arenosi, con buon drenaggio, ricchi in materia organica e trae beneficio dalla concimazione.

I principali produttori sono Portogallo, Colombia, Brasile, Nuova Zelanda, Kenya, Burundi, Sudafrica, California, India e Sri Lanka.

Usi modifica

Si sa che il frutto possiede un alto contenuto di acido ascorbico. Si può utilizzare sia cucinato sia crudo e si usa per preparare succhi di frutta.

Note modifica

  1. ^ (EN) Solanum betaceum, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 26/4/2024.
  2. ^ (EN) Solanum betaceum, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 26/4/2024.
  3. ^ Tomate de árbol o Chilto (Solanum betaceum), su sib.gov.ar. URL consultato il 15 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2014).
  4. ^ Mélongène en Lécluse F., Léxique français-grec avec l'explication latine, à l'usage des classes de.
  5. ^ F. Gafiot, Dictionnaire Latin-Français, p. 1452 y 1485, Hachette, Paris, 1934.
  6. ^ Solanum en Flora Ibérica, RJB/CSIC, Madrid
  7. ^ En Epítetos Botánicos

Voci correlate modifica

Bibliografia modifica

  • CONABIO. 2009. Catalogo taxonómico di specie di Messico. 1. In Capitale Nat. Messico. CONABIO, Mexico City.
  • Forzza, R. C. 2010. Elenco di espécies Flora do Brasile. Jardim Botânico do Rio Di Janeiro, Rio di Janeiro.
  • Idárraga-Piedrahita, A., R. D. C. Ortiz, R. Callejas Posata & M. Merello. (eds.) 2011. Fl. Antioquia: Cat. 2: 9–939. Università di Antioquia, Medellín.
  • Jørgensen, P. M., M. H. Nee & S. G. Beck. 2014. Catalogo delle piante vasculares di Bolivia. 127(1–2): i–viii, 1–1744. In P. M. Jørgensen, M. H. Nee & S. G. Beck (eds.) Cat. Pl. Vasc. Bolivia, Monogr. Syst. Bot. Missouri Bot. Gard.. Missouri Botanical Garden Press, St. Louis.
  • Zuloaga, F. O., O. Morrone, M. J. Belgrano, C. Marticorena & E. Marchesi. (eds.) 2008. Catalogo delle piante vasculares del Cono Sud. Monogr. Syst. Bot. Missouri Bot. Gard. 107(1–3): i–xcvi, 1–3348.

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