Sovana (sito archeologico)

sito archeologico nel comune italiano di Sorano (GR)

L'area archeologica di Sovana è un sito archeologico che si trova a Sovana, una frazione del comune di Sorano, in Provincia di Grosseto. Il paese è noto per essere stato un importante centro etrusco e medievale.

Sovana
Sovana
Tomba della Sirena
Civiltàetrusca
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ProvinciaGrosseto
Dimensioni
Superficie3 487 559,52 
Mappa di localizzazione
Map

Storia modifica

Le testimonianze più note sono le necropoli etrusche che si sviluppano sui versanti collinari tutto intorno al paese moderno. La parte oggi visitabile si trova a ovest dell'abitato, lungo la strada che conduce a San Martino sul Fiora, ed è raggiunta anch'essa dalle spettacolari Vie Cave; le principali sono Il Cavone, la Via Cava di San Sebastiano e la Via Cava di Poggio Prisca che la collegano alle altre necropoli della zona, nel suggestivo scenario del Parco archeologico del Tufo.

Sovana, oltre ad aver fornito testimonianze eneolitiche, si sviluppò principalmente in epoca etrusca; come testimoniano le numerose tombe etrusche. Notevoli esempi sono:

  • la tomba della Sirena, a edicola, in località Poggio di Sopraripa,
  • la tomba del Tifone sul poggio Stanziale,
  • la grotta Pola sul poggio Prisca
  • la monumentale tomba Ildebranda sul poggio Felceto.

Lungo la strada che conduce dall'abitato di Sovana a San Martino sul Fiora, è inoltre possibile raggiungere i ruderi di un oratorio rupestre dalle origini storiche incerte che si presenta scavato nel tufo con una grande croce graffita sul soffitto.

Tomba Ildebranda modifica

 
Tomba Ildebranda.

La tomba Ildebranda (III-II secolo a.C.), completamente scavata nel tufo, si presenta come un tempio monumentale con porticato a sei colonne che poggiano su un podio con due scalinate laterali; la camera funeraria, nella quale è stata intagliata una sola banchina di deposizione per i defunti, è raggiungibile attraverso un lungo corridoio centrale in discesa. La camera fu ritrovata completamente vuota, conseguenza di un antico saccheggio o dell'azione di tombaroli. Il nome fu dato in onore di Ildebrando di Soana, meglio noto come papa Gregorio VII.

La tomba fu resa nota da Gino Rosi nel 1925, il quale ne pubblicò un primo resoconto[1]. Il Mercklin, alcuni anni prima, aveva probabilmente notato l'emergere di qualche struttura, ma le indagini non erano proseguite. Pochi anni dopo le necropoli vennero studiate dall'archeologo Bianchi Bandinelli, il quale dedicò particolare attenzione alla tomba Ildebranda, eseguendo anche degli scavi archeologici[2]. Bandinelli propose una ricostruzione più precisa del sepolcro e della decorazione, ciò fu permesso grazie proprio alle indagini archeologiche che condussero al ritrovamento di diversi elementi decorativi che integrarono ciò che restava della tomba.

Negli anni settanta furono eseguiti nuovi studi sulle necropoli che portarono alla realizzazione di una cartografia più precisa e a una nuova proposta per la ricostruzione dell'alzato della tomba Ildebranda[3], la quale, nel 1974, venne sottoposta ad alcuni interventi di restauro. Più recentemente la tomba è stata musealizzata, in quanto parte integrante del parco archeologico e sottoposta a nuovi interventi di restauro e conservazione[4].

Tomba della Sirena modifica

La tomba della Sirena (III-II a.C.), una volta nota anche come "tomba della Fontana"[5], è una tomba a edicola interamente scavata nel tufo, collocata all'interno della necropoli di Sopraripa. La facciata riproduce una falsa porta, all'interno della quale vi è scolpita l'immagine del defunto rappresentato come simposiasta, la porta è guardata ai lati da due demoni, probabilmente Charun a sinistra e Vanth a destra. Il nome deriva dal fregio nel quale non si rappresenta una sirena, come comunemente noto, ma il mostro marino Scilla colto nell'atto di affondare una nave. Sopra l'immagine del defunto è ben leggibile la scritta "Vel Nulina", ossia "figlio di Vel".

Un dromos particolarmente stretto conduce alla camera sepolcrale, la quale è disassata rispetto all'edicola. Le piccole dimensioni della camera fanno pensare a una sepoltura per un singolo individuo.

La tomba fu descritta per la prima volta dal pittore inglese Samuel Aisnley il quale vi fu indirizzato dai locali che già conoscevano il luogo[5]. Recentemente la tomba, assieme a una vasta zona della necropoli di Sopraripa, è stata sottoposta ad un esteso restauro, durante il quale sono state scoperte altre sepolture arcaiche che giacevano a un livello appena sottostante quello della Sirena[4].

Note modifica

  1. ^ Rosi Gino, Sepulchral Architecture as Illustrated by the Rock Facades of Central Etruria. Part I, in Journal of Roman Studies, vol. 15, 1925, pp. 1-59.
  2. ^ Bandinelli R. Bianchi, Sovana. Topografia e Arte., Firenze, Rinascimento del Libro, 1929.
  3. ^ Adriano Maggiani, Tombe con prospetto architettonico nelle necropoli rupestri d'Etruria, in Martelli M. (a cura di), Tyrrhenoi Philotechnoi, Pisa-Roma, 1994, pp. 119-159.
  4. ^ a b Preite Massimo (a cura di), Il patrimonio archeologico di Pitigliano e Sorano. Censimento, monitoraggio, valorizzazione., Pisa, Giardini Editore e Stampatori, 2005, p. 180, ISBN 88-427-1225-6.
  5. ^ a b Aisnley Samuel I., Monumenti Sepolcrali di Sovana, in Bollettino dell'Istituto di Corrispondenza Archeologica, 1843, pp. 155-159.

Voci correlate modifica

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