Sava (Italia): differenze tra le versioni

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== Storia ==
{{Vedi anche|Storia del Salento|Storia della Puglia}}
Alcuni studiosi fanno risalire il nucleo centrale del paese, costruito intorno al 1500, nel triangolo comprendente la chiesa Mater Domini, la chiesa della Croce e la chiesa Madre; nel perimetro comprese le vie: via Dante via Cesare Battisti via Bellinzona e via Benedetto Croce (quest'ultima doveva essere l'asse principale). PoiIn inseguitoseguito, verso l'inizio del 1800, il paese ebbe una crescita dalla parte della chiesa Madre verso la chiesa di S. Cosimo e verso il monumento ai caduti (Piazza della Vittoria) con via Adua. L'antica via che conduceva a Taranto era la via Mazzini e Corso Umberto verso Lecce. Corso Vittorio Emanuele fu costruita dopo l'unità d'Italia.
 
Alcuni reperti ritrovati della contrada di [[Agliano (Sava)|Agliano]], risalenti al 300 circa a.C., attestano la presenza greca nell'attuale territorio di Sava. Probabilmente si trattava dell'ultimo avamposto [[Taranto|tarantino]] verso il Salento meridionale, popolato dai [[Messapi]].
 
Sul finire del [[VII secolo|VII secolo d.C.]], con la spartizione del territorio pugliese tra [[impero bizantino|bizantini]] e [[longobardi]], lungo il confine venne costruito un ''limes'' noto come Paritoni o [[Limitone dei greci]], una muraglia costruita a secco con pietre calcaree di modeste dimensioni. Il Limitone correva dalla costa adriatica a sud di [[Brindisi]] sino alla costa ionica: l'attuale territorio di Sava ne risultava attraversato dalla località La Zingara sino al Monte di Magalastro.
 
Il primo documento rintracciato dagli storici attraverso cui si può risalire alle origini del borgo di Sava, e nel quale si fa menzione dell'esistenza di questo paese, risale al 1417. Si tratta, nello specifico, di un assenso prestato dalla Regina Giovanna II al milite Ciccarello Montefuscolo, per comprare la Baronia di Uggiano con il suo Castello, con il Casale di Erchie, e i feudi di S. Vito e di S. Stefano e altri tenimenti. In questo documento si legge: ''"... de ipsa Baronia Ogiani sita et posita in provintia terre Idrunti subscriptis finibus designatis videlicet casale et castrum sea fortellitium ogiani cum ipso feudo sancti viti iuxta territorium Mandurini, territorium Casalis Novi, iuxta territorium casalis Balneoli territorium '''Casalis Save''' et alios confines"''<ref>{{cita libro | nome=P. | cognome=Coco | titolo=Cenni storici di Sava | anno=1915 | editore=Stab. Tip. Giurdignano (rist. anast. Manduria, A. Marzo, 1984)| città= Lecce |p=64}}</ref>.
 
Nel 1417 esisteva dunque per certo il Casale di Sava ed era abitato. Risulterà poi disabitato nel 1454 a causa di incursioni da continue scorrerie durante le guerre di successione tra Angioini e Aragonesi; numerosi abitanti dei casali si rifugiarono nella più sicura contrada detta "i castelli", da cui sarebbe sorta Sava verso la fine del XIV sec.<ref>{{cita libro | nome=F. A. | cognome=Primaldo Coco | titolo=Cenni storici di Sava | anno=1915 | editore=Stab. Tip. Giurdignano (rist. anast. Manduria, A. Marzo, 1984)| città= Lecce}}</ref>. A causa di nuove incursioni anche il recente insediamento fu abbandonato tra il 1450 circa e il 1460, quando fu ripopolato dall'immigrazione di albanesi giunti al seguito del condottiero Giorgio Castriota Skanderbeg e riabitato verso la seconda metà del secolo XV. Sulla base dell'incrocio di questi dati con quelli relativi alla distruzione dei viciniori Casali di Aliano, Pasano e S. Maria di Bagnolo, il Coco fa risalire i primi insediamenti intorno al 1378, anno in cui a causa delle continue scorrerie causate dalle guerre di secessione tra Angioini ed Aragonesi, gli abitanti dei tre casali citati si rifugiano presso l'antico e semidistrutto centro denominato Castelli per fondare, appunto, Sava.<ref>(cfr. Coco, op. cit., 60-64, e Lucchi, Laura Annalisa "SIUSA - Sistema informativo unificato per le Soprintendenze archivistiche", 2005 http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=12695</ref>
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Con le [[leggi eversive della feudalità]] di [[età napoleonica|epoca napoleonica]] Sava ottenne l'autonomia comunale. Nel [[1806]] il comune divenne circondario del [[Distretto di Taranto]], subordinato alla provincia di [[Terra d'Otranto]]. Tale suddivisione amministrativa comprendeva il comune di Sava con i borghi aggregati di Torricella e Monacizzo (che nel 1869 passarono a [[Lizzano]]), [[Fragagnano]] e [[San Marzano di San Giuseppe|San Marzano]].
 
Nel [[1810]] Pietro Dd'abramoAbramo divenne il primo sindaco.
 
Dopo l'unità d'Italia, la Terra d'Otranto cambiò nome in [[Provincia di Lecce]] ed i quattro distretti ([[Distretto di Brindisi|Brindisi]], [[distretto di Gallipoli (Regno delle Due Sicilie)|Gallipoli]], [[distretto di Lecce|Lecce]], [[Distretto di Taranto|Taranto]]) divennero circondari del [[Regno d'Italia]]. Nel corso del [[XX secolo]] il territorio della storica provincia venne smembrato. Furono istituite infatti nel [[1923]] la [[Provincia di Taranto]] e nel [[1927]] quella di [[Provincia di Brindisi|Brindisi.]].
 
Sava, come i comuni limitrofi, è stata caratterizzata per buona parte del [[XX secolo]] da una forte [[emigrazione]] verso l'Italia settentrionale ed, in misura minore, verso l'[[Europa settentrionale]].