Gli ultimi giorni di Pompei (romanzo): differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
LauBot (discussione | contributi)
m Bot: rimuovo parametro ridondante (valore uguale alla proprietà P50 su Wikidata)
Riga 50:
; Glauco: protagonista del romanzo, è un giovane, ricco, ateniese, da tempo residente a Pompei. Innamoratosi della bella napoletana Jone, durante il corso della vicenda, egli la salverà dalle mire di Arbace. Successivamente, però, a causa di un filtro somministratogli da Nidia, impazzirà temporaneamente e verrà accusato dell'assassinio di Apecide. Imprigionato verrà condannato a morire nell'anfiteatro sbranato da un leone. Fortunatamente un tempestivo intervento di Nidia lo salverà dalla morte proprio prima dell'eruzione del Vesuvio. Ricongiuntosi, dunque, con Jone, riuscirà a scampare dalla distruzione della città. Infine, dopo l'accaduto si trasferirà ad Atene assieme all'amata e si convertirà al cristianesimo.
 
; Nidia: è una dei personaggi più importanti di tutto il romanzo. Nata in una nobile famiglia della [[Tessaglia]] viene rapita ancora bambina e portata in Italia. A causa della sua cecità viene venduta come schiava a basso prezzo a Stratonice, moglie di Burbo, proprietaria di una taverna di Pompei, la quale la manda a vendere fiori nella città, oppure la costringe a partecipare alle orge che si tengono in casa di Arbace. La ragazza, verrà, inseguitoin seguito acquistata da Glauco, del quale ella è segretamente innamorata. Gelosa di Jone, la ragazza somministrerà al padrone la pozione che lo farà impazzire, credendolacredendo un filtro d'amore. Successivamente, imprigionata in casa di Arbace, salverà Glauco dalla condanna a morte convincendo Caleno a testimoniare a favore di Glauco e facendo venire il pretore Sallustio a perquisire la casa del sacerdote. Durante l'eruzione, essendo cieca, riesce a guidare Glauco e Jone attraverso la città oscurata dal fumo, fino al mare. Una volta tratta in salvo, però, deciderà di togliersi la vita gettandosi in mare, sofferente a causa del suo amore non ricambiato da Glauco.
 
[[File:Nydia-3, Randolph Rogers.jpg|thumb|left| Scultura raffigurante Nidia, di [[Randolph Rogers]]]]
 
; Arbace: antagonista del romanzo, è un egiziano, sacerdote di Iside. Vanta di discendere da un'antica stirpe di faraoni. È stimato e temuto da tutta la popolazione di Pompei per i suoi presunti poteri magici. All'inizio della vicenda ha intenzione di sposare Jone e di far diventare un sacerdote di Iside, Apecide. Tuttavia, entrambi i suoi piani non riusciranno a causa della conversione al cristianesimo di Apecide e dell'amore che Jone nutre per Glauco. Deciderà dunque di vendicarsi di Glauco, facendo in modo che gli venga somministrato il filtro che lo farà impazzire e accusandolo dell'assassinio di Apecide. Anche questa volta, però, i suoi malvagi intenti verranno sventati dall'intervento di Nidia che riuscirà a salvare Glauco. Il sacerdote muore durante l'eruzione, travolto dal crollo di una colonna.
 
; Jone: è una giovane napoletana originaria della Grecia. Viene descritta come una ragazza di notevole bellezza e fascino. Innamorandosi di Glauco scombina i piani di Arbace, che aveva intenzione di sposarla. Scampata all'eruzione sposerà Glauco e, trasferitasi ad Atene, si convertirà anche lei al cristianesimo
 
; Apecide: fratello di Jone, inizialmente è spinto da Arbace a diventare Sacerdote di Iside. Scoperti, però, i subdoli trucchi con i quali i sacerdoti della dea ingannano la popolazione, darà segno di voler abbandonare il sacerdozio. Arbace tenterà, dunque, di fargli cambiare idea facendolo partecipare ad un'orgia in casa sua. Tuttavia, dopo l'aggressione dell'egiziano nei confronti della sorella, Apecide abbandonerà per sempre il tempio e, grazie ad Olinto, entrerà in contatto con il gruppo di cristiani di Pompei. Una volta convertitosi, minaccerà ad Arbace di rivelare i segreti dei sacerdoti di Iside e per questo verrà assassinato dall'egiziano. Del suo omicidio, tuttavia, verrà accusato Glauco.
 
; Olinto: è un fervente cristiano che convincerà Apecide a convertirsi alla nuova religione da lui professata. La notte dell'assassinio di Apecide, non convinto della colpevolezza di Glauco accuserà Arbace del delitto e distruggerà la statua di Cibele per dimostrare la falsità della religione pagana. Accusato di sacrilegio verrà condannato ad essere sbranato da una tigre. Durante la sua prigionia, tenta, inoltre, di convertire anche Glauco, il quale, però, anche se colpito dal suo spirito, rifiuterà di aderire al cristianesimo. Durante l'eruzione girerà assieme ad un gruppo di cristiani per le vie della città, predicando la fine dei giorni e ammonendo la popolazione di pentirsi dei propri peccati. Riuscito a salvarsi dalla catastrofe, incontrerà nuovamente Glauco, il quale, questa volta, accetterà di convertirsi. Come rivelato dalla lettera finale di Glauco a Sallustio, tuttavia, Olinto verrà nuovamente catturato e condannato a morte.