Brandy italiano: differenze tra le versioni

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|settore = Brandy
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Il '''brandy italiano''' (/'brɛndi/) è il nome dell'[[acquavite]] ottenuta in [[Italia]] dalla distillazione
di [[vino]] proveniente da [[uva|uve]] coltivate e vinificate nel territorio nazionale,<ref name=":0">Decreto MIPAAF n°5388 - 1º agosto 2011</ref> dopo un periodo di invecchiamento in [[botte]] di [[quercia]].
 
== Storia ==
In Italia era uso distillare i [[Vinacce|sottoprodotti del vino]] per ottenere la [[grappa]], ma raramente il vino stesso. L'origine della produzione si deve nel 1773 ad imprenditori inglesi attivi in Sicilia, per fortificare il marsala[[Marsala (vino)|Marsala]].<ref name=":1">{{Cita web|url = http://www.tigulliovino.it/dettaglio_articolo.php?idArticolo=1075|titolo = Il brandy italiano|accesso = 2 giugno 2014}}</ref> Nel 1820 un distillatore originario della [[Charente]], Giovanni Buton, fondò un'[[Buton (azienda)|Butonazienda omonima]], fondò un'azienda ominima a [[Bologna]]. Dopo di lui vennero altri produttori francesi, i fratelli Landy, e nel 1884 Lionello [[Stock (azienda)|Stock]] fondava a Trieste una [[Stock (azienda)|celebre distilleria]].
 
La produzione su scala industriale di brandy in Italia nasce nel tardo 1800, quando la [[Fillossera della vite|fillossera]] aveva drammaticamente ridotto l'estensione delle vigne della [[Charente|regione di [[Cognac (Charente)|Cognac]].
 
In quegli anni molte distillerie italiane iniziarono a fabbricare brandy per sostituire la scarsa produzione francese. Alcuni marchi sono tuttora noti, come [[distillerie fratelli Branca|Branca]], René Briand e [[cantine Florio|Florio]]; moltissimi altri tra cui Carpené, Gambarotta, Pilla, Ramazzotti, e Sarti cessarono la produzione.<ref name=":1" />
 
== Metodo di produzione ==