Sonate e interludi: differenze tra le versioni

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Nel testo che accompagnava la prima registrazione di ''Sonate e interludi'', Cage scrisse specificamente che le preparazioni non erano una critica allo strumento musicale, ma una semplice misura pratica.<ref name = "booklet"/> Le aveva già ampiamente sperimentate in molti suoi pezzi precedenti, partendo da ''Bacchanale'' (realizzato nel 1940 per una danza di [[Syvilla Fort]]),<ref>{{Cita|Pritchett|p. 22}}.</ref> di fatto il primo brano per [[piano preparato]],<ref>{{Cita|Kostelanetz|p. 62}}.</ref> e passando per numerosi altri, come ''Totem Ancestor'', ''In the Name of the Holocaust'' (entrambi del 1942 per due balli di [[Merce Cunningham]]),<ref>{{Cita|Pritchett|p. 25}}.</ref> ''Our Spring Will Come'' (destinata a una danza di [[Pearl Primus]] del 1943) e ''Music for Marcel Duchamp'' (1946).<ref>{{Cita|Pritchett|p. 27}}.</ref> Tuttavia, nel ciclo la preparazione si distingue da questi precedenti per la sua notevole complessità:<ref name = "ishii" /> in non meno di due o tre ore vengono preparate infatti quarantacinque note, principalmente usando un cospicuo numero di viti, quindici pezzi di gomma, quattro pezzi di plastica, una gomma per cancellare e diversi dadi e bulloni.<ref name="Nyman"/> Nonostante le istruzioni dettagliate, qualsiasi preparazione è destinata a essere diversa dalle altre e lo stesso compositore suggerì come non esistesse un piano rigoroso a cui aderire:<ref name=" booklet "/> {{Citazione|Se ti piace suonare le ''Sonate e interludi'', fallo in modo che sembri giusto a te.|John Cage|If you enjoy playing the ''Sonatas and Interludes'' then do it so that it seems right to you.|lingua=en}}
{{Doppia immagine|destra| BOLT SCREW UBT 198.JPG |150| Faber Castell eraser.JPG|150|Alcuni oggetti utilizzati per preparare il pianoforte.<ref>{{Cita web|autore=Jess Myers|titolo=A Performer's Guide to the Sonatas and Interludes for Prepared Piano|data=12 ottobre 2016|lingua=en|url=http://www.seattlepianoteacher.com/a-performers-guide-to-the-sonatas-and-interludes-for-prepared-piano/|accesso=7 gennaio 2020}}</ref> Da sinistra: una vite, un bullone e una gomma da cancellare|||testo alternativo di sinistra|testo alternativo destra}}
Egli evitò di usare troppo il registro grave dello strumento, gran parte del materiale melodico, infatti, si riscontra nel [[registro (musica)|registro]] [[soprano]]. Delle quarantacinque note preparate, solo tre appartengono alle altrettante ottave più basse sotto il Fa#<sub>3</sub>: Re<sub>3</sub>, Re<sub>2</sub> e Re<sub>1</sub>. Inoltre, Re<sub>2</sub> è preparato in modo tale che il suono prodotto abbia la frequenza di un Re<sub>4</sub> (risultando incon due varianti disponibilipossibili di questa nota, una più preparata dell'altra).<ref name="Perry39">{{Cita|Perry|p. 39}}.</ref> La parte della tastiera sopra Fa#<sub>3</sub> è divisa in circa tre registri: basso, medio e alto (il primo ha la preparazione più massiccia, mentre l'ultimo la più leggera).<ref name = "ishii" /> L'effetto può essere vario: alcune note risulteranno inalterate nel suono e nella [[Frequenza audio|frequenza]], mentre altre appariranno stonate o con sonorità metalliche, tintinnanti e simili a quelle di [[strumenti a percussione]], che non hanno alcun sensolegame dellacon la propria [[frequenza fondamentale]]. L'uso del [[pedale una corda]], che fa sì che i martelli colpiscano solo due delle tre corde di ciascuna nota (o una, per quelle che ne hanno due), complica ulteriormente la questione; ad esempio, la nota Do<sub>5</sub> avrà un suono metallico senza alcuna fondamentale distinzione a pedale premuto, ma suonerà abbastanza normale a pedale sollevato.<ref name="Perry39"/> A quanto pare Cage era pienamente consapevole delle implicazioni di ciò, dato che alcune sonate presentano un'interazione tra due versioni di una nota, altre invece pongono particolare enfasi su note particolari e altre ancora dipendono molto da combinazioni particolari delle varianti.<ref name="Perry39"/><ref>{{Cita|Nicholls|pp. 83-84}}.</ref>
 
Il [[giornalista]] italiano Andrea Rebaudengo nel suo articolo ''John Cage, il pianoforte preparato'', pubblicato il 21 giugno 2008 per il [[webzine]] ''PeaceReporter'', scrisse che il risultato di quest'operazione di deviazione timbrica «è affascinante: una serie di nuovi colori il cui accostamento genera infinite combinazioni. [...] Alcune sonate spiccano per la genialità dell'invenzione: ad esempio la n.5, con il suo incedere implacabile e le scelta dei timbri più stranianti, ci ricorda le più riuscite "computer music" degli anni a venire. Sì perché in fondo questi suoni, che più manuali e artigianali non si può, spesso sembrano quelli elettronici che vengono creati seviziando sinusoidi e logaritmi.»<ref name="REb">{{Cita web|autore=Andrea Rebaudengo|titolo=John Cage, il pianoforte preparato|data=21 giugno 2008|url=http://it.peacereporter.net/articolo/11408/+John+Cage,+il+pianoforte+preparato|sito=PeaceReporter|accesso=3 marzo 2019}}</ref>