Pietro Bembo: differenze tra le versioni

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I Carmina
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==== ''De Virgilii Culice et Terentii fabulis liber ad Herculem Strozium'' ====
Dedicato all'umanista [[Ercole Strozzi]], questo dialoghetto vede [[Ermolao Barbaro il Giovane|Ermolao Barbaro]] e [[Pomponio Leto]] parlare dell'opera minore di Virgilio intitolata ''Culex'' ed inserita nell'''Appendix Vergiliana''. Inoltre si tratta dell'emendazione filologica delle ''Commedie'' di [[Publio Terenzio Afro|Terenzio]] con alcuni codici''<ref name=":10" />''.
 
==== ''Carmina'' ====
La produzione poetica del Bembo comprende anche delle poesie latine. Nel luglio 1524 fu pubblicato a Roma un carme, dedicato a Johann Goritz<ref>{{Treccani|autore=Massimo Ceresa|goritz-johann-detto-coricio_(Dizionario-Biografico)|GORITZ, Johann, detto Coricio|volume=58|anno=2002}}</ref>, poi intitolato ''Pro Goritio votum ad deos''<ref>Si trova in: {{Cita libro|titolo=Coryciana|data=mense Iulio 1524|editore=apud Ludovicum Vicentinum et Lautitium Perusinum|città=Impressum Romae|posizione=cc. F<sub>1</sub>''v''-F<sub>2</sub>''r''}}</ref>. Nel novembre o dicembre dello stesso anno uscì sempre a Roma il suo carme latino più impegnativo, il ''Benacus''<ref>{{Cita libro|titolo=Petri Bembi Benacus|altri=[…]|anno=1524|editore=ex aedibus F. Minitii Calvi|città=Romae}}</ref>, un poemetto in 200 [[Esametro dattilico|esametri]], dedicato a [[Gian Matteo Giberti]], influente datario di papa Clemente VII appena nominato vescovo di Verona<ref>{{Cita|Cian|p. 58}}.</ref>. Nel 1528 fu la volta dell<nowiki/>'<nowiki/>''Hymnus in divum Sthephanum''<ref>Fu pubblicato con poesie di Iacopo Sannazzaro e di altri (Venetijs, per Ioannem Antonium et fratres de Sabio, 1528).</ref><ref>{{Cita|Dionisotti}}.</ref>. In aggiunta a questi, altri carmi, tra cui ''Galatea'' e ''Faunus ad nymphas'', per un totale di undici, comparvero postumi nel 1548, sotto il titolo ''Petri Bembi carmina'', nel volume collettaneo: ''Carmina quinque illustrium poetarum''<ref>{{Cita libro|titolo=Carmina quinque illustrium poetarum|anno=1548|editore=ex officina Erasmiana Vincentii Valgrisii|città=Venetiis|pp=7-21}}</ref><ref>{{Cita|Mazzucchelli|pp. 767-768}}.</ref>.
 
=== Scritti in volgare ===
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==== ''Le Rime'' ====
Edite nel 1530, le 165 liriche che compongono il canzoniere bembiano «raggiung[ono] risultati esteticamente validi in assoluto»<ref>{{Cita|Guglielmino-Grosser|p. 383}}.</ref>, secondo la critica più recente. Imitatrici perfette ma senz'anima del canzoniere petrarchesco<ref>{{Cita|Russo|p. 266}}: {{Citazione|Ma la differenza della situazione non significa nulla perché riguarda il contenuto, però bisogna aggiungere che la differente maniera di poetare del maestro e del lontano scolaro porta a una caratterizzazione della poesia del Bembo come non poesia, come un esercizio retorico pure e semplice. Letteratura dunque, secondo la distinzione confermata dal [[Benedetto Croce|Croce]].}}</ref>, le ''Rime'' bembiane superano questo «meccanico calco»<ref name=":4">{{Cita|Guglielmino-Grosser|p. 384}}.</ref> con la canzone ''Alma cortese'', scritta in memoria del fratello Carlo scomparso nel 1503, in quanto vi è un addentramento spirituale del Bembo all'interno dei moti della propria anima<ref name=":4" />. Si ricordano, nella sua produzione poetica, anche delle poesie latine sotto il titolo di ''Carmina''<ref>{{Cita|Mazzucchelli|pp. 767-768}}.</ref>.
 
==== Le ''Lettere'' ====