Battaglia di Calatafimi: differenze tra le versioni

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Lo stesso Garibaldi rischiò la vita e venne salvato con un eroico gesto da [[Augusto Elia]], che dopo lo scontro per la difesa della bandiera, vedendo un cacciatore borbonico prendere di mira Garibaldi, si lanciò per coprirlo, facendo scudo con il suo corpo, ricevendo in bocca un proiettile destinato a Garibaldi, che così si salvò, come probabilmente l’esito della stessa battaglia e spedizione.
Caduto al suolo sanguinante, [[Augusto Elia]] venne rovesciato faccia a terra dallo stesso Garibaldi, che gli disse: <div align="center">{{Citazione|''Coraggio, mio Elia di queste ferite non si muore !''<ref>Dizionario del Risorgimento Nazionale – Volume IV – Pagg. 5-6 – voce a cura di Palermo Giangiacomi - Vallardi - Milano</ref>|}}</div> Dopo che l'attacco era stato fermato, senza compromettere la loro sostanziale superiorità, in modo del tutto inaspettato e incomprensibile, furono i soldati borbonici a indietreggiare, sotto gli sguardi increduli dei Garibaldini.<ref>Antonella Grignola, Paolo Coccoli, ''Garibaldi'', Giunti editore, 2004, p. 51</ref>
 
L' imprevista e sotto molti aspetti ingiustificabile ritirata delle truppe borboniche è confermata da vari testi, anche se con differenti spiegazioni.. Sui testi di tipo "revisionistico "  l'atteggiamento remissivo dell' esercito borbonico è spiegato come conseguenza di un' operazione di "compravendita" degli ufficiali borbonici da parte dell' Inghilterra.che da tempo aveva in programma di far fallire il governo di Re Ferdinando. .La più probabile motivazione, tra le varie ipotizzate, sembra quella relativa alle  mire inglesi sulle miniere di zolfo siciliane, .che stavano gestendo ma di cui volevano assicurarsi l' esclusiva in quanto a quei tempi lo zolfo valeva quanto l'uranio oggi.D'altra parte re Ferdinando aveva fatto intuire che forse avrebbe preferito dare l' esclusiva ai russi.
 
Fatto sta che una colletta segreta, organizzata anche tra le comunità del Nord America, riuscì a raccogliere tre milioni di franchi francesi che furono utilizzati per l'enorme operazione, che però interessò esclusivamente gli alti in grado delle truppe borboniche e non i semplici soldati, che in seguito, intuendo l' accaduto, si rivoltarono contro i loro comandanti in maniera anche sanguinaria.
 
Così, a Calatafimi, durante l' assalto dei garibaldini, per i soldati borbonici  fu suonata improvvisamente la ritirata quando invece i garibaldini avrebbero potuto essere agevolmente respinti perchè  mal armati, mal organizzati.e soprattutto inferiori di numero.  Garibaldini che, pieni di entusiasmo per quanto stavano facendo, erano del tutto all'oscuro delle segrete trame e che quindi rimasero loro stessi meravigliati per una così facile vittoria, mentre al corrente della situazione erano i loro comandanti. ( *) ( Lorenzo Del Boca : "Savoia boia " PIEMME 2018, pagg. 153-154 e 179-181)
 
====La ritirata borbonica====
L'ordine di ritirata del generale Landi gli appariva così illogico che, per una buona ora, Garibaldi non seppe decidersi a ordinare il contrattacco. Temendo una trappola, si limitò a osservare le precipitose manovre di ripiego dei reparti nemici, ordinatamente coperte dai Cacciatori Napoletani. Quando Garibaldi ordinò l'attacco della 6ª Compagnia, guidata dal capitano [[Giacinto Carini]], il grosso della brigata borbonica era ormai sulla [[Strada statale 113 Settentrionale Sicula|strada per Alcamo]]. I timori di Landi erano basati sui segnali d'inquietudine mostrati dalla popolazione sicula, storicamente ostile alla dominazione borbonica, le cui speranze erano state riaccese dalla missione informativa operata da [[Rose Montmasson]] e alimentate dal riuscito [[sbarco a Marsala]]. Landi aveva truppe ben equipaggiate, ma a corto di viveri e temeva di essere tagliato fuori dalla sicura [[Palermo]] a causa delle sollevazioni popolari che si stavano verificando dopo lo sbarco di Garibaldi, come avvenne l'indomani con l'[[eccidio di Partinico]].