Sofia di Colfosco: differenze tra le versioni

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=== La politica filoguelfa ===
 
Nello stesso periodo, sempre secondo alcuni storici moderni, Sofia avrebbe aderito [[lega lombarda]] e quindi imbracciato le armi e guidato dei [[masnada|masnadieri]] in battaglia contro [[Federico Barbarossa]] in [[Lombardia]] intorno al [[1160]]-[[1161]]; inseguitoin seguito, nel 1175, avrebbe soccorso i castellani di [[Cordignano|San Cassiano del Meschio]] assediati dal vicario imperiale [[Cristiano di Magonza]]: Sofia, in questo modo, gettò le basi della politica [[Guelfi|filoguelfa]] del casato che esso in futuro, salvo rari casi, non abbandonerà mai. Tuttavia in quel momento le sue scelte di campo avrebbero causato dei contrasti col marito Guecellone e la sua famiglia, in quel momento politicamente vicina al Barbarossa.
 
Sofia fu anche una grande benefattrice dell'[[abbazia di Follina]], che per sua intercessione sarebbe passata in mano all'[[Ordine cistercense]]. A [[Follina]], il 18 giugno [[1170]], alla presenza del [[patriarcato di Aquileia|patriarca di Aquileia]], del [[diocesi di Vittorio Veneto|vescovo di Ceneda]] e di altre autorità, compilò un [[testamento]] in cui donava le chiese di [[Serravalle (Vittorio Veneto)|Serravalle]], Zumelle, [[Valmareno (Follina)|Valmareno]], [[Farrò|Farò]], [[Fonte (Italia)|Fonte]], Colfosco e [[Lago (Revine Lago)|Lago]] all'abate di Follina. Per testamento inoltre cedette i castelli di Serravalle e Zumelle rispettivamente ai vescovi di Ceneda e Belluno, causando forti dissidi tra i due ecclesiastici e la famiglia del marito che furono risolti solo qualche anno dopo la morte della donna<ref name=verci>{{Cita|Verci 1786}}.</ref>.