Maximilien de Robespierre: differenze tra le versioni

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|mandatofine = 5 settembre 1793
|mandato =
|predecessore = [[Marie-Jean Hérault de Séchelles]]
|successore = [[Jacques Nicolas Billaud-Varenne]]
|coalizione = [[Montagnardi]]
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Iscritto al registro degli avvocati del [[Parlamento di Parigi]] il 29 maggio 1781, Maximilien tornò alla natia Arras per esercitarvi la propria professione, facendosi conoscere per il patrocinio di cause difficili e apparentemente perse. La situazione della sua famiglia era mutata. Erano morti il 10 giugno 1775 la nonna materna e il 16 marzo 1778 il nonno materno, lasciando ai suoi nipoti un'eredità di 4.000 lire, e l'amata sorella Henriette di languore alla scuola di Tournai il 5 marzo 1780, alla giovanissima età di 18 anni e tre mesi.<ref>{{Cita|Walter|28-29}}.</ref><ref>McPhee, p. 1718. Secondo Charlotte, questa straziante perdita ebbe un impatto molto maggiore sul carattere di Maximilien di quanto si poteva pensare: lo rese triste e malinconico. Scrisse un affettuoso omaggio a Henriette, una poesia conservata da Charlotte fino alla sua morte.</ref> Le due zie paterne si erano sposate entrambe all'età di quarantuno anni: Eulalie il 2 gennaio 1776, con Robert Deshorties, un anziano notaio dedicatosi al commercio, Henriette il 6 febbraio 1777 con il medico Gabriel-François Du Rut.
 
Domiciliato in un piccolo appartamento di rue Saumon con la sorella Charlotte, grazie anche alla presentazione delle sue credenziali da parte dell'avvocato Guillaume Liborel, noto principe del foro della cittadina, Maximilien s'iscrisse l'8 novembre 1781 al Consiglio provinciale di Artois, seguendo così le orme del padre e del nonno paterno, cominciandovi a esercitare l'avvocatura nel regno dal 16 gennaio 1782<ref>{{Cita|Walter|pp. 29-31}}.</ref>, e nel maggio vinse la sua prima causa, patrocinando dei nipoti che erano stati diseredati dai familiari a favore di altri per aver scelto di rimanere cattolici anziché seguire la conversione dello zio al calvinismo. La sua illuminata carriera forense, tuttavia, interrotta in seguito all'inizio del percorso politico verso la rivoluzione nel 1789, con la quale si fece un nome, non lo portò a raggiungere gli stessi successi del padre.<ref>Walter 1989, p. 15.</ref><ref>{{cita web|url=https://gw.geneanet.org/pierfit?lang=en&n=de+robespierre&oc=1&p=francois|titolo=François de Robespierre|accesso=8 febbraio 2021|lingua=fr}}</ref><ref>Il padre fu responsabile di trentaquattro casi nel 1763, trentadue nel 1764, mentre il figlio non li raggiunse mai durante la sua carriera di avvocato e il massimo che poteva non superò i ventiquattro nel 1787.</ref>
 
Il 9 marzo 1782 fu nominato dal vescovo de Conzié giudice del Tribunale vescovile. La Camera episcopale di Arras, composta da un balivo e da cinque avvocati, assicurava l'alta, la media e la bassa giustizia ad Arras, a Vitry, nel villaggio di Marcœuil e in ventisei parrocchie della regione. Si rese conto che la funzione di giudice non faceva per lui. Allora, contrario per principio alla pena di morte, dovette tuttavia applicarla una volta nei confronti di un criminale e diede subito dopo le dimissioni.<ref>Mario Mazzucchelli, ''Robespierre'', 1955, p. 29.</ref>