Mattei (famiglia): differenze tra le versioni

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Tra XIV e il XV secolo altri rami della famiglia con Giacomo di Matteo e suo figlio [[Ludovico I Mattei|Ludovico]], grazie ad un'intensa attività mercantile e creditizia,<ref group="A">Durante la metà del XV secolo la famiglia deteneva il monopolio pressoché assoluto del mercato del bestiame per importi delle transazioni. Si veda Ivana Ait, in ''Mercanti e allevamento a Roma fra tardo-medioevo e prima età moderna''.</ref> si erano trasferiti nel rione [[Sant'Angelo (rione di Roma)|Sant'Angelo]] su un ampio comprensorio che prese il nome di ''[[Insula Mattei|Insula Mattheorum]]'',<ref name="Treccani"/> compreso dalla loro piazza omonima con la famosa [[fontana delle Tartarughe]], via Paganica, [[via delle Botteghe Oscure]], via Michelangelo Caetani e via dei Funari:<ref>{{Cita|Insula Mattei}}.</ref> tutti gli immobili compresi in questi luoghi appartenevano ai vari rami della casata. L'attività edilizia della famiglia è altresì testimoniata dalla costruzione del palazzo costruito verso la fine del XVI secolo su una preesistente vigna di loro proprietà, all'angolo delle [[Quattro Fontane]], dopo che [[papa Sisto V]] fece passare di lì l'attuale via omonima all'incrocio con via del Quirinale, ora noto come [[Palazzo Mattei-Albani-Del Drago]].
 
Noti per le violente lotte intestine alla famiglia<ref>{{Cita libro|titolo=Memorie storiche della Chiesa di San Benedetto in Piscinula nel Rione Trastevere|autore=Camillo Massimo|città=Roma|anno=1864|pp=103-104}}</ref> e da sempre aderenti al papato, raggiunsero la massima potenza e ricchezza agli inizi del XVI secolo, dimostrate sia dall'elevato numero dei membri della famiglia nel [[Censo (storia romana)|censo]] della città di Roma, fatto poco prima del [[Sacco di Roma (1527)|sacco dei Lanzichenecchi]] del 1527,<ref group="A">Al rione di Sant'Angelo, al nucleo familiare di Ciriaco Mattei erano attribuite 199 bocche e a quello dello zio Pietro Antonio 200; per fare un confronto, alla famiglia didel ricchissimo ''Minico de Maximis'' nel(v. Valeria Cafà, Domenico Massimo in Dizionario Biografico degli Italiani) nell rione Parione erano attribuite 160 bocche e a quella del cardinale Farnese nel rione Regola 300. Cfr. {{Cita libro|titolo=Descriptio Urbis. The Roman Census of 1527|autore=Egmont Lee|editore=Roma|anno=1985|lingua=en}}</ref> che dalle numerose volte (forse il maggior numero rispetto alle altre famiglie romane) in cui i suoi membri esercitarono il [[Conservatore di Roma|Conservatorato]] della città a partire da Giacomo, vissuto nel XV secolo, che per ben tre volte ricoprì tale carica<ref>{{Cita libro|titolo=Membri del Senato della Roma pontificia. Senatori, conservatori, caporioni e loro priori e lista d'oro delle famiglie dirigenti (secc. X-XIX)|autore=Claudio De Dominicis|p=36}}</ref>. Esponente di spicco della famiglia in questo periodo era il noto [[collezionista d'arte]] [[Ciriaco Mattei]], che fece costruire la [[Villa Celimontana]]. La famiglia aveva cappelle gentilizie nelle chiese di [[Chiesa di San Francesco a Ripa|San Francesco a Ripa]], [[Chiesa di Santa Maria della Consolazione (Roma)|Santa Maria della Consolazione]] e [[Basilica di Santa Maria in Aracoeli|Santa Maria in Aracoeli]].
 
Tra i feudi che possedettero, oltre a quello di [[Paganica]], acquistato con [[Onna]] e [[Tempera (L'Aquila)|Tempera]] dai [[De Torres]] all'inizio del Seicento, su cui successivamente conseguirono il titolo di [[duca]],<ref group="A">Il ducato di Paganica venne ceduto nel 1788 alla famiglia Di Costanzo da Faustina Mattei.</ref> ebbero [[Rocca Sinibalda]] acquistata nel 1600 da [[Giuliano Cesarini (1572-1613)|Giuliano Cesarini]] dai fratelli [[Asdrubale Mattei|Asdrubale]] e Ciriaco Mattei,<ref group="A">Rivenduta nel 1678 ai Lante della Rovere con Antuni e Belmonte.</ref> e [[Giove (Italia)|Giove]], acquistato dagli stessi da [[Mario I Farnese|Mario Farnese]] nel 1597 per {{formatnum:65000}} [[Scudo (moneta)|scudi]] e che passò poi per eredità alla famiglia Antici. Il ramo dei duchi di Giove della famiglia, che nel 1719 nella persona di Alessandro Mattei, ebbe da [[papa Clemente XI]] il riconoscimento della dignità di "principe di primo rango",<ref>{{Cita libro|titolo=Elementi della storia de' Sommi Pontefici da S. Pietro sino al felicemente regnante Pio Papa VII ed alla santità sua dedicati per l'uso de' giovani studiosi|autore=Giuseppe de Novaes|volume=11|p=267}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Enciclopedia storico-nobiliare italiana|autore=Vittorio Spreti|volume=1|p=400}}</ref> abitarono l'[[Palazzo Mattei di Giove|omonimo palazzo]], eretto su disegno di [[Carlo Maderno]] all'angolo tra via Caetani e via dei Funari; nel XIX secolo vi abitò [[Giacomo Leopardi]] come nipote della principessa Antici Mattei, mentre gli edifici più antichi sono quelli prospicienti la piazza omonima.