Messa tridentina: differenze tra le versioni

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[[File:J D Schubert Abendmahl.jpg|thumb|Stampa (ca. 1800) raffigurante la comunione dei fedeli durante la messa, che allora si faceva raramente.<ref>{{fr}} Bernard Botte, O.S.B., [https://excerpts.numilog.com/books/9782402294874.pdf ''Le mouvement liturgique: Témoignage et souvenirs''], Desclée 1973, pp. 10–11</ref><ref>{{en}} Rita Ferrone, ''[https://books.google.com/books?id=1xjyGS5J4uQC&pg=PA3 Liturgy: Sacrosanctum Concilium]'', Paulist Press, 2007, p. 3</ref>]]
[[File:Pietro Antonio Novelli Sakramente Eucharistie.jpg|miniatura|L{{'}}''Eucaristia'', da una serie sui Sette Sacramenti (1779), di [[Pietro Antonio Novelli]] (1729–1804)]]
Nella [[Liturgia (religione)|liturgia]] [[Chiesa cattolica|cattolica]], la '''messa tridentina''' è quella forma della [[Eucaristia|celebrazione eucaristica]] del [[rito romano]] che segue il [[Messale Romano]] promulgato da [[papa Pio V]] nel [[1570]] a richiesta del [[Concilio di Trento]], conche trasmette la liturgia in uso a Roma, il cui nucleo risale al [[bollaIII pontificiasecolo|III]] ''-[[QuoIV primum temporesecolo]]''. delFu 14mantenuta, lugliocon [[1570]]modifiche minori, chenelle needizioni imposesuccessive l'usodel inMessale quasiRomano tuttafino laa quella promulgata da [[Chiesapapa latinaGiovanni XXIII]].<ref>[https://www.bbc.co.uk/religion/religions/christianity/ritesrituals/tridentinemass_1.shtml Tridentinenel Mass (BBC1962, 2009)precedente alla revisione ordinata dal [[Concilio Vaticano II]</ref>].
 
LaPer formasecoli<ref>"... liturgicadopo tridentinail fuConcilio mantenutadi Trento, conanche modifichesan minoriPio V abrogò tutti i riti che non potessero vantare una comprovata antichità, anchestabilendo nelleper edizionitutta successivela Chiesa latina un unico Missale Romanum. Per quattro secoli questo Missale Romanum promulgato da san Pio V è stato così la principale espressione della lex orandi del MessaleRito Romano, svolgendo una funzione di unificazione nella Chiesa" ([https://www.vatican.va/content/francesco/it/letters/2021/documents/20210716-lettera-vescovi-liturgia.html Lettera del Santo Padre Francesco ai Vescovi di tutto il mondo per presentare il motu proprio "Traditionis custodes" sull'uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970]).</ref> fu la forma della liturgia eucaristica della maggior parte della [[Chiesa latina]] fino aalla quellapubblicazione dell'edizione del Messale promulgata da [[papa GiovanniPaolo XXIIIVI]] nel 1962,[[1969]] precedentea allaseguito revisione ordinata daldel [[Concilio Vaticano II]].<ref>Tutte le edizioni del Messale dal 1570 al 1962, pur introducendo alcune modifiche, contenevano il testo della [[Bolla pontificia|bolla]] ''[[Quo primum tempore]]'' con la quale Pio V promulgò la prima edizione e recavano come titolo ''Missale Romanum ex decreto Sacrosancti Concilii Tridentini restitutum'', mentre le edizioni successive al 1969 hanno per titolo ''Missale Romanum ex decreto Sacrosancti Oecumenici Concilii Vaticani II instauratum''.</ref>
 
Considerata ''forma extraordinaria'' del rito romano dal motu proprio ''[[Summorum Pontificum]]'' di [[papa Benedetto XVI]] del [[2007]], l{{'}}''usus antiquior'' del rito romano ha avuto una nuova diffusione fino al [[2021]], quando il motu proprio ''[[Traditionis custodes]]'' di [[papa Francesco]] ha reso l'uso del Messale del [[1962]] soggetto alla supervisione del vescovo diocesano e ha sancito che il Messale riformato dopo il Concilio Vaticano II è «l'unica espressione della lex orandi del Rito romano».
Nel [[2007]], [[papa Benedetto XVI]] dichiarò il Messale Romano promulgato da Pio V e nuovamente edito da Giovanni XXIII una espressione straordinaria della stessa ''lex orandi'' del [[rito romano]], del quale il Messale Romano promulgato dal [[papa Paolo VI]] nel 1969 era l'espressione ordinaria, e ha allargato le possibilità di usare il Messale del 1962.<ref>''[[Summorum Pontificum]]''</ref>
 
La Santa Sede permette ad alcuni istituti di adoperare l'edizione del 1962 del Messale Romano, e il vescovo diocesano può permettere il suo uso nella propria diocesi. Così generalmente per "messa tridentina" si intende la specifica forma di questo Messale Romano. Per intendere più generalmente il rito romano prima della sua riforma è frequente l'espressione ''usus antiquior'' e in italiano "rito romano antico".
Nel [[2021]], [[papa Francesco]] dichiarò che i libri liturgici promulgati da Paolo VI e [[papa Giovanni Paolo II|Giovanni Paolo II]], in conformità ai decreti del Concilio Vaticano II, sono l'unica espressione della ''lex orandi'' del rito romano e ha limitato l'uso del Messale del 1962.<ref>''[[Traditionis custodes]]''</ref> A partire da allora spetta escluvamente alla competenza del vescovo diocesano autorizzare l'uso nella diocesi del Messale del 1962, seguendo gli orientamenti dalla Santa Sede. I presbiteri che desiderano celebrare secondo il Messale del 1962 devono richiederne l'autorizzazione al vescovo.<ref>''[[Traditionis custodes]]'', articoli 2 e 4–5</ref> La Santa Sede permette ad alcuni istituti di adoperare all'interno delle proprie chiese e dei propri oratori il Messale, il Rituale, il Pontificale e il Breviario vigenti nel 1962, facoltà che possono usare in altre chiese solo con il consenso dell'Ordinario locale, eccetto nella celebrazione privata della messa.<ref>[https://www.fssp.org/en/decretum-2/ Decreto dell'11 febbraio 2022]</ref>
 
== Nomenclatura ==
[[File:Santa Cecilia.jpg|thumb|Altare della [[basilica di Santa Cecilia in Trastevere]], una delle tante antiche chiese di Roma nelle quali il sacerdote celebrante all'altare nell'abside occidentale guardava verso oriente e allo stesso tempo verso il popolo]]
[[Papa Benedetto XVI]] dichiarò che le due forme del rito romano che si richiamano rispettivamente al Concilio Tridentino e al Concilio Vaticano II non sono riti distinti, ma due usi dell'unico rito, deprecando così le espressioni "rito antico" o "rito tradizionale" in relazione alla forma tridentinatridentine. La [[Pontificia commissione "Ecclesia Dei"]] nel parlare dell'[[#La messa tridentina del 1962|edizione 1962]] hausò usato qualcheuna volta l'espressione ''usus antiquior'' (l'uso più antico uso),<ref name="Istruzione">[https://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_commissions/ecclsdei/documents/rc_com_ecclsdei_doc_20110430_istr-universae-ecclesiae_it.html Pontificia Commissione ''Ecclesia Dei'', Istruzione sull’applicazione della Lettera Apostolica Motu Proprio data ''Summorum Pontificum'']</ref><ref>[https://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_commissions/ecclsdei/documents/rc_com_ecclsdei_doc_20110513_nota-universae-ecclesiae_en.html 13 maggio 2010]</ref><ref>[http://catholicheritage.blogspot.com/2010/02/from-pontifical-commission-ecclesia-dei.html 20 gennaio 2010]</ref> Anche la [[Congregazione per la dottrina della fede]] ha usato lo stesso termine.<ref>[https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20200222_decreto-quo-magis_it.html 22 febbraio 2020]</ref><ref>[https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20200222_decreto-cum-sanctissima_it.html 22 febbraio 2020]</ref>mentre Alcunialcuni, inglobando anche forme ancora più antiche (''antiquiores''), la chiamano la "messa romana classica" o "messa di san Pio V" o anche, ma inappropriatamente, "messa in [[lingua latina|latino]]": anche la liturgia rivista del [[1969]] può essere celebrata in tale lingua (le ''editiones typicae'', cioè quelle di riferimento, del Messale Romano rimangono in latino). Più raramente se ne parla come "''Vetus Ordo Missæ''" in contrapposizione al termine "''Novus Ordo Missæ''" con cui alcuni a volte indicano il rito romano riformato dopo il [[Concilio Vaticano II]]; propriamente parlando, però, l'''Ordo Missae'' non è la messa nella sua totalità, ma solo quella [[Ordinario (liturgia)|parte]] invariabile o quasi, che si chiama anche "Ordinario della messa").<ref>[https://books.google.it/books?id=1Dai7gkBUY4C&pg=PA3&lpg=PA3&dq=%22ordo+missae%22+%22ordinario+della+messa%22&source=bl&ots=DVS2S1GE1e&sig=HZ5PO4FqtSlBwSpTWeTApEDHr2M&hl=en&sa=X&ved=0CCcQ6AEwAjgKahUKEwiyqJjp99LHAhWDDCwKHQxFA8U#v=onepage&q=%22ordo%20missae%22%20%22ordinario%20della%20messa%22&f=false ''The Order of Mass in Nine Languages''], Liturgical Press, 2012 ISBN 9780814634561</ref><ref>{{Cita web |url=https://books.google.it/books?id=7fwYAQAAIAAJ&pg=PA567&lpg=PA567&dq=%22ordo+missae%22+%22ordinario+della+messa%22&source=bl&ots=tqCzFrD1yJ&sig=-XZLk40rpXgArWvkM6q7-OBtH5w&hl=en&sa=X&ved=0CB8Q6AEwADgKahUKEwiyqJjp99LHAhWDDCwKHQxFA8U#v=onepage&q=%22ordo%20missae%22%20%22ordinario%20della%20messa%22&f=false |autore= Jean Galot |titolo="Polemiche intorno al nuovo «Ordo Missae»" in ''Civiltà Cattolica'', anno 120 (1969), vol. 4, p. 567 |accesso=31 agosto 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160128091650/https://books.google.it/books?id=7fwYAQAAIAAJ&pg=PA567&lpg=PA567&dq=%22ordo+missae%22+%22ordinario+della+messa%22&source=bl&ots=tqCzFrD1yJ&sig=-XZLk40rpXgArWvkM6q7-OBtH5w&hl=en&sa=X&ved=0CB8Q6AEwADgKahUKEwiyqJjp99LHAhWDDCwKHQxFA8U#v=onepage&q=%22ordo%20missae%22%20%22ordinario%20della%20messa%22&f=false |dataarchivio=28 gennaio 2016 |urlmorto=sì }}</ref>
 
Alcuni usano l'espressione "messa gregoriana" per indicare che la forma tridentina risale nelle linee essenziali alla liturgia di [[papa Gregorio I]] (e oltre). Questa espressione però si presta a essere confusa con le "[[messe gregoriane]]" o "ciclo gregoriano", la pia pratica della celebrazione ininterrotta di trenta messe per trenta giorni consecutivi in [[suffragio]] dell'anima dello stesso defunto.<ref>Non è indispensabile che siano celebrate dallo stesso prete, e neppure allo stesso altare, evenienze però raccomandate. Secondo una devozione popolare, questa pratica ottiene, se non la liberazione immediata dal [[purgatorio]], quanto meno una particolare [[intercessione]] da parte di san Gregorio Magno.{{senza fonte}}</ref>
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Oltre a queste distinzioni ufficialmente definite, si parla anche della [[messa papale]], la [[messa pontificale]], la messa capitolare (messa solenne celebrata in una cattedrale dal capitolo dei canonici), la messa conventuale (messa quotidiana principale cantata presso le chiese collegiate e le comunità religiose) ed altre.<ref>[https://fsspx.it/it/news-events/news/semplicissima-spiegazione-della-messa-secondo-il-rito-romano-46790 Semplicissima spiegazione della Messa secondo il rito romano]</ref><ref>Giacomo Baroffio, [http://www.hymnos.sardegna.it/iter/pdf/2_Dizionario/b%20DIZIONARIO%20LITURGICO.pdf ''Dizionario Liturgico'']</ref>
 
La messa pontificale (detta anche semplicemente pontificale) è una messa solenne celebrata da un vescovo o un presbitero a cui è concesso l'uso di almeno alcune insegne pontificali, chiamate anche ''pontificalia''.<ref name="Pontificalia">[https://www.newadvent.org/cathen/12231b.htm Herbert Thurston, "Pontificalia" in ''Catholic Encyclopedia'' ( Robert Appleton Company, 1911)]</ref> Nella disciplina della messa tridentina non è permesso a un vescovo celebrare la messa solenne non pontificale né la messa cantata (cioè senza ministri sacri,) né la messa bassa, se non in quella forma che si chiama anche messa prelatizia, (che richiede due chiericiassistenti assistentiin ordini sacri).<ref>{{en}} Gregory DiPippo, [https://www.newliturgicalmovement.org/2017/07/pced-issue-clarification-on-bishops.html#.YgYlJurP0rI Gregory DiPippo, "PCED Issues Clarification on Bishop's Missa Cantata"], 24 luglio 2017]</ref><ref>{{en}} [http://orbiscatholicussecundus.blogspot.com/2009/11/missa-praelatitia-at-romes-church-of.html Missa Praelatitia at Rome's Church of Gesù e Maria with His Excellency Athanasius Schneider], 22 novembre 2009]</ref>
 
Per definizione, il canto e la partecipazione di un [[Coro (musica)|coro]] distinguono la messa solenne e la messa cantata dalla messa bassa. Un altro elemento che distingue la messa solenne è la presenza di più [[ministranti]], almeno sei: un [[crocifero]] che porta la [[croce astile]], almeno due accoliti (detti ''[[ceroferario|ceroferari]]'') che portano candelabri con candele, il [[turiferario]] che porta il [[turibolo]] assistito dal [[navicelliere]] (che si occupa della [[Navetta portaincenso|navicella]] porta [[incenso]]) e il [[cerimoniere]], oltre ai ministri maggiori ordinati, ovverosia il diacono e il suddiacono.
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Secondo il messale del 1962, "sull'altare vi sarà nel mezzo una croce abbastanza grande con il Crocifisso".<ref>"Super altare adsit in medio Crux satis magna cum Crucifixo" ({{la}} ''Rubricæ generales - Missale Romanum, Typis polyglottis Vaticanis 1962'' Cap. XI, 527).</ref>
 
La stragrande maggioranza degli altari maggiori delle chiese costruite prima della riforma liturgica degli ultimi decenni del XX secolo era (prima dell'applicazione di tale riforma)è rivolta verso l'[[abside]] o "''ad orientem''" (non necessariamente verso l'oriente): l'altare era addossato al muro o in prossimità di esso. Lo scopo del rivolgere la preghiera verso l'oriente era quello di essere sempre rivolti a Cristo, di cui la luce solare era vista come simbolo, soprattutto nei primi secoli del cristianesimo<ref>{{fr}} Mons. Klaus Gamber, ''Tournés vers le Seigneur!'', Le Barroux, Editions Sainte-Madeleine, pp. 19-55, di cui è presente un estratto tradotto in italiano: [http://www.unavox.it/ArtDiversi/div017.htm Mons. Klaus Gamber, L'altare rivolto verso il popolo]</ref>. Vi eranosono degli altari antichi non addossati al muro nellein alcune delle più antiche basiliche romane, come l'altar maggiore della [[Basilica di San Pietro in Vaticano]] o di [[Basilica di San Giovanni in Laterano|San Giovanni in Laterano]]. Infatti era questa la disposizione abituale delle chiese che i cristiani romani, appena liberi nel [[IV secolo]] dalle persecuzioni, costruirono collocando il santuario verso l'estremità occidentale dell'edificio a imitazione del santuario del Tempio di Gerusalemme, nel quale il sommo sacerdote, rivolto a est durante il sacrificio dello Yom Kippur, lo offriva nel santuario all'estremità occidentale.<ref>Helen Dietz, "[https://www.sacredarchitecture.org/articles/the_eschatological_dimension_of_church_architecture/ The Eschatological Dimension of Church Architecture : The Biblical Roots of Church Orientation]" in volume 10 del ''Sacred Architecture Journal dell'Institute for Sacred Architecture</ref> Il Messale romano tridentino parla di tali altari come "''ad orientem, versus populum''",<ref name="Ritus servandus, V, 3"/> Nonostante questa espressa indicazione (''versus populum'')ma di tutteessi, le edizioni del Messale romano tridentino,secondo Klaus Gamber dice che di tali altari, non si può parlare di ''altare versus populum'' cioè fatto per tale scopo, ma solamente di ''altare versus orientem'', cioè verso l'oriente: tali basiliche, infatti, sono costruite con l'abside rivolto verso occidente e l'ingresso verso oriente, a imitazione del [[Tempio di Gerusalemme]]<ref>"L'entrata ad Oriente ([[basiliche costantiniane]]) imitava la disposizione del Tempio di Gerusalemme (cfr. Ezechiele 8, 16), come di altri templi antichi, le cui porte aperte lasciavano entrare la luce del sol levante, che faceva scintillare all'interno la statua del dio.", Klaus Gamber, cit.</ref>, affinché la luce del sole, che nel cristianesimo dei primi secoli simboleggiava Cristo, potesse entrare dal portale della chiesa. Perciò l'orientazione dell'altare era costruita in modo che il celebrante non guardasse verso il popolo, ma ''versus orientem'', che in quei casi era in direzione opposta all'abside<ref name="KG">Klaus Gamber, cit.</ref>. In seguito si è iniziato a costruire chiese senza un'orientazione astronomica precisa, ma l'orientazione del celebrante è rimasta ''versus apsidem'', {{senza fonte|considerato come un ''oriente convenzionale''}}.<ref>Klaus name="KG"Gamber, cit.</ref> In definitiva, quindi, l'orientazione del sacerdote è sempre ''versus absidem'', orientazione che è individuata con l'oriente (''versus orientem''), che può essere l'oriente astronomico o un oriente convenzionale.
[[File:IteMissaEst.jpg|thumb|Celebrante e diacono voltati all<nowiki>'</nowiki>''Ite missa est'' di una messa solenne]]
Quando celebra su altari ''versus apsidem'',<ref name="Ritus servandus, V, 3">''Ritus servandus'', V, 3</ref> il sacerdote rimane rivolto verso l'altare per quasi tutta la messa e si volge invece al popolo solo in particolari circostanze: